PESCA – “È urgente una risposta straordinaria per un’emergenza straordinaria”

Roma, 23 luglio 2010 – Si è svolta a Roma la Direzione nazionale di Lega Pesca per trarre un bilancio delle iniziative condotte negli ultimi mesi per fronteggiare la pesante crisi della filiera ittica. La strada è ancora in salita, e chiara e forte è l’urgenza di non abbassare la guardia e rilanciare il confronto per sciogliere i diversi nodi aperti. A preoccupare è innanzitutto lo stato di incertezza che caratterizza questa fase, legato a diversi motivi, tra cui, non ultimo, il vuoto di direzione politica che si è venuto a creare in occasione delle elezioni regionali, con la restituzione della delega alla pesca da parte del sottosegretario Buonfiglio, a seguito dell’avvicendamento del ministro Galan al ministro Zaia.
Lega Pesca conferma la stima per la professionalità e la competenza del ministro Galan, che si è insediato allo scoppiare di una miscela esplosiva di nuovi problemi, connessi all’entrata in vigore di una raffica di gravosi adempimenti comunitari, e che si è dimostrato ben consapevole della portata della crisi in atto. Una crisi senza precedenti per la filiera ittica, che, ha sottolineato la Direzione nazionale, non consente cali di attenzione e impone risposte straordinarie, a partire dalla tempestiva attuazione dei diversi impegni scaturiti in sede di Unità di Crisi.
Tra le molteplici le partite aperte cui è indispensabile dare risposta, la direzione nazionale di Lega Pesca ha concentrato in particolare l’attenzione proprio sulla necessità di rendere pienamente operativa la qualificante agenda di priorità scaturita dall’Unità di crisi attivata a livello ministeriale, tra cui spiccano la revisione anticipata del regolamento sulla pesca mediterranea, il varo di misure di fiscalità agevolata, come l’iva agricola, e accordi con le compagnie petrolifere per iniziative di contenimento dei costi carburante, etc.
Forte preoccupazione è stata espressa per il rischio di disimpegno automatico delle risorse FEP, per i ritardi di spesa accumulati sia a livello nazionale che regionale. Se, come si ventila, le aspettative di spesa sulla misura di arresto definitivo per il tonno rosso non saranno pienamente soddisfatte, l’ipotesi di dirottare gli investimenti sulle demolizioni per GSA, per strascico ed altri sistemi, appare, nonostante l’impegno profuso dall’Amministrazione, un’operazione sul filo del rasoio, date le rigide e strette tempistiche di gestione della misura. Per questo Lega Pesca sollecita l’urgenza di attrezzarsi per rispondere a questa nuova emergenza annunciata, non escludendo una azione comune con gli altri Stati membri che hanno accumulato ritardi di spesa (tra cui Grecia e Spagna) per un possibile slittamento dei termini fissati in sede comunitaria: una ipotesi estrema su cui l’Associazione ha già sensibilizzato la Commissione Pesca del Parlamento europeo.
Parimenti urgente è sbloccare a Bruxelles l’iter del Piano di gestione per le Pesche Speciali artigianali (rossetto, cicerello, lattarino e bianchetto), una volta che il testo sarà auspicabilmente integrato per rispondere in pieno ai requisiti di sostenibilità imposti dall’Unione europea. Il rischio è che i tempi e le lungaggini procedurali legati alla consultazione degli organismi consultivi (Comitato tecnico scientifico e Comitato di gestione) impediscano l’avvio a novembre della prossima campagna di pesca. Un’ipotesi da scongiurare a tutti i costi, perché avrebbe un impatto insostenibile per molte economie costiere, attraverso il rilancio di una forte iniziativa politica in sede comunitaria. Un’iniziativa che anche le Regioni sono chiamate a sostenere direttamente con tutte le possibili iniziative, a partire dalla dichiarazione dello stato di crisi del settore, per sensibilizzare Bruxelles sulla portata della crisi e agevolare l’eventuale attivazione dei necessari ammortizzatori sociali.
Non ultima, vi è la necessità di contenere l’emergenza socio-economica legata alla inderogabilità delle norme sulla distanza dalla costa che mettono fuori gioco l’intero comparto del piccolo strascico costiero, con un impatto occupazionale atteso di 4000 addetti in Alto adriatico. Occorre rilanciare il confronto, anche qui con un maggiore coinvolgimento delle Regioni, per l’atteso varo di un Piano nazionale di adeguamento/riconversione e per metter in campo interventi concreti di ristrutturazione del segmento.
Per rispondere alla crisi è comunque indispensabile superare la navigazione a vista dettata dalle emergenze, per impostare una più lungimirante azione di modernizzazione, puntando sul rafforzamento delle imprese di pesca e sul loro riposizionamento mediante una nuova strumentazione di supporto finanziario e politiche di integrazione di filiera. Su questi temi la Direzione nazionale di Lega Pesca ha annunciato per fine settembre l’organizzazione di una iniziativa pubblica allo scopo di rilanciare il confronto con tutte le Istituzioni, Governo, Parlamento e Regioni.

da: legacoop.it
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Categorie: Mare e Pesca

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