Avvocati e Radicali marciano a Napoli per i detenuti. Sovraffollamento record nelle carceri campane
Si è svolta stamattina, 11 dicembre, la marcia indetta dalla Camera Penale di Napoli per porre ancora una volta l’accento sulle criticità di un sistema che sta riportando in auge vecchi e nuovi problemi dietro le sbarre e nelle aule di tribunale. Sovraffollamento carcerario, eccessivo ricorso alla custodia cautelare e riforme più o meno mancate sono stati gli elementi caratterizzanti una mattinata che ha visto sfilare i penalisti napoletani insieme al Partito Radicale, all’associzione Penna Bianca, a Radicali Italiani ma anche insieme ad associazioni locali come Gioco di Squadra di Carmela Esposito e gli ex detenuti organizzati di Pietro Ioia.
Queste le dichiarazioni di Attilio Belloni, presidente della Camera Penale di Napoli a margine della manifestazione che ha visto sfilare un nutrito schieramento di manifestanti fra il Palazzo di Giustizia e il carcere di Poggioreale : “E’un grido di allarme, una richiesta disperata al governo, quella di adottare subito i decreti attuativi della riforma dell’ordinamento penitenziario. Altrimenti è una situazione insostenibile, abbiamo calcolato coi radicali che il trend di crescita è di circa tre mila detenuti all’anno, ciò significa che nel 2020 supereremo la soglia dei 67 mila detenuti. Il governo deve assumersi le sue responsabilità così come promesso al Partito Radicale e alle Camere Penali. Un altro tema che abbiamo voluto affrontare con l’astensione dalle udienze che ci sarà da oggi, 11 dicembre, al 15 dicembre in tutti i tribunali del distretto di Napoli è quello delle misure cautelari e il loro uso eccessivo: gli ultimi dati dicono che su 57994 detenuti, aggiornato al 31 ottobre perché ormai sono oltre 58 mila, 20515 sono in stato di custodia cautelare. Se rapportiamo questi dati a quelli sulla ingiusta detenzione, scopriamo che non tutti quelli che sono in carcere preventivo subiranno la condanna definitiva. In cinque mesi – ha concluso Belloni – a Napoli 63 cittadini sono stati indennizzati per ingiusta detenzione ed è stato speso un milione e 900 mila euro. In Italia, in cinque mesi, 475 cittadini sono stati risarciti per una spesa di 21 milioni di euro”. Un dato a sua volta parziale perché in molti, pur avendone diritto, non seguono la via risarcitoria e anche le stesse cifre dei risarcimenti sono bassissime, ha spiegato Belloni coadiuvato da Rita Bernardini, membro della presidenza del Partito Radicale.
La Bernardini ha fornito numerosi dati nel corso delle sue dichiarazioni: “Qui abbiamo gli ultimissimi dati della Campania e ci dicono che a Poggioreale su 1637 posti (che in realtà non sarebbero 1637 ma di meno come denunciamo da anni, ha chiosato l’ex deputata) ci sono 2161 detenuti con un sovraffollamento del 132% ma in realtà sicuramente superiore. A Secondigliano il sovraffollamento è del 135% il che significa che ogni 100 posti vengono rinchiusi 135 detenuti. Su 1020 posti ci sono 1379 detenuti a Secondigliano. Abbiamo cifre ancora più alte per il sovraffollamento ad esempio a Benevento dove ci sono 387 detenuti su 261 posti per un sovraffollamento del 148%. Ad Arienzo siamo al 143%, a Salerno al 134% e queste sono solo le cifre del sovraffollamento. Quello che dobbiamo dire è che in Italia vige la pena fino alla morte perché sono 50 i detenuti che si sono suicidati nel solo 2017. Si suicidano anche gli agenti, negli ultimi tre anni 55 agenti di Polizia Penitenziaria si sono suicidati. Oltre 110 persone sono morte in carcere quest’anno, le hanno fatte morire in carcere senza neanche farle passare per un ospedale ma sono uscite cadaveri dal carcere. Chiediamo, anche con le marce fatte e i digiuni portati avanti assieme ai detenuti, che subito sia varata la riforma dell’ordinamento penitenziario perché non hanno scuse. La legge è stata già approvata a giugno dal Parlamento. Compito del governo è emanare i decreti delegati, sono passati quasi sei mesi e sebbene ci si dica che il lavoro è stato quasi completato, manca solo l’ultimo atto del governo. Sarebbe orribile chiudere il 2017 senza questa riforma. Assieme alle Camere Penali siamo chiedendo tutto ciò ormai da tempo e non se ne può perdere altro”.
Raffaele Minieri ha così sintetizzato le ragioni della mattinata, che ha visto condividere la stessa piazza sia al Partito Radicale che a Radicali Italiani, nonostante la recente scissione fra i due soggetti: “Abbiamo testimoniato ancora una volta lo stato della giustizia e le difficoltà che in questo momento incontra il tribunale di sorveglianza di Napoli, collegate al sovraffollamento. Quindi la manifestazione di oggi è l’ennesima denuncia di questo fenomeno, alla base del problema per cui siamo qui. Come Radicali Italiani porteremo avanti una battaglia strutturale per superare le ragioni sociali, economiche ma anche ordinamentali che sono alla base delle disfunzioni del sistema giustizia. Dall’eccessivo uso della giustizia penale, un certo panpenalismo, a una situazione che al momento ci pone di fronte al grave ritardo dei decreti attuativi della riforma Orlando dell’ordinamento penitenziario, che però è solo un tampone dinanzi a una situazione che richiede interventi strutturali come depenalizzazioni e riduzione dello strumento delle misure di prevenzione. Queste infatti anticipano la criminalizzazione dell’individuo prima che si accerti una responsabilità penale”.
Fabrizio Ferrante
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Penalisti in marcia per i detenuti. Lunedì 11 dicembre a Napoli sfileranno anche i Radicali
Lunedì 11 dicembre a Napoli si terrà un corteo indetto dalla Camera Penale di Napoli, mirante a evidenziare ancora una volta le problematiche insite nel sistema giudiziario. “Una marcia per i detenuti” è il titolo della manifestazione che partirà dalla sede della Camera Penale partenopea, presso il Tribunale al Centro Direzionale, per concludersi all’esterno del carcere di Poggioreale. Alla mobilitazione hanno aderito anche associazioni o gruppi esterni al mondo dell’avvocatura: in particolare saranno presenti i Radicali sia nella pattuglia che si riconosce e milita nel Partito Radicale con l’associazione Penna Bianca, sia alcuni militanti di Radicali Italiani che a Napoli collaborano con il dirigente nazionale del movimento, Raffaele Minieri.
Non è un caso se proprio i Radicali (che seppur divisi condivideranno la stessa piazza) abbiano scelto di appoggiare l’iniziativa delle Camere Penali e non solo in virtù della recente sinergia messa in campo per la raccolta firme a favore della legge di iniziativa popolare sulla separazione delle carriere in magistratura. A leggere le argomentazioni che porteranno lunedì in piazza i penalisti, infatti, riemergono battaglie sempre attuali che da anni Marco Pannella aveva iniziato a combattere. Se le carceri sono l’anello terminale della catena della malagiustizia è evidente come le disfunzioni partano da prima e secondo i promotori del corteo: “Le inefficienze e le disfunzioni del tribunale di sorveglianza di Napoli ostacolano il diritto di difesa dei detenuti”.
Si citano inoltre, nel testo che annuncia l’appuntamento di lunedì, “il trattamento disumano e degradante” – come definizione della Cedu e del Comitato per la prevenzione della tortura – a cui sono sottoposti i detenuti, più volte al centro degli appelli e degli scioperi della fame di Pannella e dei Radicali già durante il primo mandato di Giorgio Napolitano al Quirinale che nel suo messaggio alle Camere parlò di “tremenda urgenza che ci umilia davanti all’Europa”. Era l’otto ottobre 2013, qualche anno è passato ma i trattamenti inumani sono tutt’ora denunciati con iniziative in questo senso già in corso proprio a Napoli (con l’avvocato radicale Raffaele Minieri) dove molti detenuti stanno scegliendo il ricorso alla giurisdizione contro le condizioni di detenzione non sempre legali.
Sovraffollamento e abuso della custodia cautelare sono le altre due criticità all’ordine del giorno: i numeri in questo caso sono eloquenti e raccontano di 7450 detenuti in più nelle carceri italiane per un totale di circa 58 mila ristretti in poco più di 50 mila posti di capienza regolamentare. Compresi quelli ricavati togliendo spazi di socialità per una cifra originaria di 37 mila, portata a quella attuale di 50 mila che tuttavia rimane passibile di osservazioni. Sovraffollamento che in Campania è particolarmente impattante, visto che le cifre riportate dai penalisti napoletani parlano di 1142 detenuti oltre il numero di posti disponibili. Già le recenti visite ispettive effettuate da Radicali Italiani avevano evidenziato il sovraffollamento di ritorno: a Poggioreale ci sono 2210 detenuti in 1637 posti, a Secondigliano oltre 1300 in circa 800 posti e a Santa Maria Capua Vetere 960 ristretti in 850 posti.
Tra questi detenuti molti sono in custodia cautelare e anche in questo caso si tornano a evidenziare questioni da tempo sul tavolo: su 57994 detenuti ci sono 20515 persone in attesa di giudizio, spesso anche del primo grado. Di questi, le cifre dicono che una percentuale vicina al 50% finiscono assolti al termine del processo dopo un periodo di ingiusta detenzione. La manifestazione partirà alle ore 11 all’esterno del Palazzo di Giustizia dove ha sede la Camera Penale di Napoli e si concluderà all’esterno del vicino carcere di Poggioreale.
Fabrizio Ferrante
Categorie: Campania che fa
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