Pagani(Sa):Il Teatro Stabile La Locandina propone la commedia “Non tutti i ladri vengono per nuocere”
A guardarlo sembra un teatro in miniatura: solo 70 posti.
Sette file di poltrone rosse che guardano un sipario di velluto con a lato ben fissati i riflettori. Non appena si spengono le luci però, tutto si ridimensiona e prende forma un Teatro con la “t” maiuscola dove una compagnia di attori dilettanti e non, mette in scena una piece con la maestria di chi ha calcato le tavole del palco a suon di applausi.
A scena aperta, come quelli che stanno accogliendo ogni singola replica della compagnia La Locandina, alle prese con lo spettacolo “Non tutti i ladri vengono per nuocere” nell’ omonimo teatro di Pagani, in scena sabato 29 e domenica 30 novembre.
Tutto comincia da uno spunto
“giallo”: l’irruzione in una casa lasciata per le vacanze da una coppia benestante, da parte di un ladruncolo da strapazzo, un povero cristo al “lavoro” in un lussuoso appartamento, impegnato più che a racimolare refurtiva, a rassicurare la moglie che in continuazione telefona nell’appartamento: “Dimmi che mi ami!”.
In rapida successione entrano in scena anche gli altri personaggi, dal marito adulterino alla coniuge preoccupata per il non ritorno del marito malvivente.
Da qui un continuo alternarsi di colpi di scena che porteranno ad un intreccio sempre più fitto.
Ad essere presa in giro è l’ ipocrisia della classe borghese: ognuno dei suoi rappresentanti ha qualcosa da nascondere e di cui vergognarsi mentre il vero
“malvivente” vive con semplicità la propria vita coniugale.
Si tratta di una commedia degli equivoci, che rifà il verso agli intrecci del teatro francese di fine secolo, rivista come una pochade a chiave raddoppiata, con tutti gli elementi del Vaudeville: la sequenza delle scene, i ritmi, i malintesi, una struttura a piramide rovesciata dove tutto è ribaltato in un gioco alla rovescia.
“Non tutti i ladri vengono per nuocere”appartiene alla produzione teatrale degli anni 1957-58 in cui di Dario Fo la scrisse assieme ad altre tre farse nel 1957 componendo lo spettacolo “Ladri, manichini e donne nude”.
Fu un successo cui seguì poco dopo quello di “Comica Finale” e “Gli arcangeli giocano a flipper”, i primi lavori del Premio Nobel, la politica era ancora lontana, al centro c’era il teatro e le sue dinamiche.
La compagnia “La Locandina” oggi segue quasi pedissequamente il testo che, fa sapere il regista “ho integrato, in forma sperimentale con qualche dialogo in napoletano”, mantenendo intatto lo humour e fluida la narrazione, caratterizzando i personaggi con un’ azzeccata cadenza dialettale.
Bravi gli attori Peppe di Maio, Teresa Barbara Oliva, Francesco Pellizzari, Rosaria De Angelis, Giusy Alfano, Renato Giordano, alle prese con il cosiddetto
“teatro totale”, dove ogn’uno di essi ha collaborato fattivamente alla realizzazione dei costumi ed all’arredo delle scene, arrivando finanche a verniciare mobilia e pareti ed a sistemare l’impianto elettrico in un retrobottega-quinte, attrezzato meglio di una falegnameria.
Ne risulta uno spettacolo piacevole che riesce ad offrire una sua originalità, laddove più marcate risultano le influenze del teatro di fine ottocento nella recitazione, che riprende i lazzi e il gergo della commedia dell’arte filtrati attraverso tecniche di attualità.
La rappresentazione acquista poi particolare rilevanza sociale per il periodo storico in cui è stato scritto, infatti a cavallo tra gli anni ’50 e ’60 non c’era ancora il diritto al divorzio e non poche coppie furono condannate al carcere per adulterio. Celeberrima, nel novese, fu la vicenda del mitico ciclista Fausto Coppi e della sua esplicita relazione extraconiugale, che finì sulla cronaca nazionale causando un notevole scandalo.
Un tema che non cessa di far pensare neppure oggi.
L’appuntamento, adatto ad un pubblico di ogni età propone spunti divertenti ma anche una provocatoria riflessione sulla condizione delle coppie odierne. Da vedere. Andrea Gambardella
da: andreagambardella@gmail.com
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