Osteria antica Pompei
Rivivere l’atmosfera degli antichi pompeiani a tavola a pochi passi dagli scavi archeologici, in un ambiente fedelmente ricostruito con affreschi di rosso pompeiano ai muri, boccali, anfore, piatti in terracotta, personale di sala in abiti d’epoca in una ricostruita Caupona (osteria) in Via Masseria Curato, un viale sulla strada provinciale, gestita da due solerti giovani, l’artista Nello Petrucci, che ha curato le scenografie e Francesco Di Martino, esperto di cucina.
Il menù con le caratteristiche di una locanda della Pompei romana, è stato ricavato da una raccolta di ricette di Apicio, il De re coquinaria (L’arte culinaria) rivisitato dallo chef Roberto Lepre coadiuvato in cucina da Vincenzo Russo.
I dipinti murali del primo ristorante archeo-esperenziale, sono stati eseguiti a mano, in oltre un anno di lavoro, dall’artista e cultore di pittura antica Rosario Lamberti con l’aiuto di Rosario Esposito. Il logo del ristorante, sulla “O” di Caupona, un beccafico, uccello canterino di lunga vita, amato dai commensali dell’epoca.
All’ingresso, un impettito antico romano accoglie i viandanti, il giardino riproduce quello di una domus di Via dell’Abbondanza; sulle pareti dell’edificio, ad un solo livello, ricavato ristrutturando un casale rurale, una fontana, una pianta di salvia, cipressi, rosmarino, limoni, un forno per le focacce, il prezzario in assi e sesterzi, graffiti e scritte elettorali in voga nel periodo repubblicano e imperiale. L’interno, riprende il Termopolio di Asellina, dove si vendevano bevande calde e fredde, cibi cotti e disponibilità di stanze per incontri amorosi; la sala degli ospiti, la bellissima Domus di Marco Lucrezio Frontone con i tavoli apparecchiati.
In cucina, olio, farina, vino, succo di limone oggi come allora. Sulla tavola le uova di quaglia all’oxigarum moretum, gli spaghetti al garum (colatura di alici), salsa di pesce ottenuta dalla fermentazione sotto sale delle parti di scarto del pesce azzurro, usato anche per ustioni, ulcere, morsi di cani, lo scriblita (primogeniture delle zeppole di san Giuseppe); libum, una focaccia a base di formaggio, descritta da Catone nel De Agricoltura.
Lo chef, assicura di non trascurare la cucina tradizionale con sfumature di antichità. Il vino della casa, Falerno, maggiormente diffuso nella Pompei Romana.
Nella presentazione alla stampa coordinata da Marco Pirollo, Nello Petrucci ha spiegato di aver voluto “Ricreare quella stessa atmosfera di antico nella città moderna, come se fosse una “estensione” della Pompei di duemila anni fa, con un ambiente capace di catturare l’anima di questo luogo meraviglioso. Attraverso “Caupona” e l’esperienza immersiva intendiamo offrire, restituire a Pompei ciò che le appartiene: momenti di cultura e di approfondimento, conoscenza di usi e costumi, gusti e sapori del territorio”.mario carillo – associato argacampania (mcarill@tin.it)
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19 aprile 2016 – Ricette antiche servite in abiti d’epoca: nasce “Caupona”, il primo ristorante archeo-esperienziale, di Marco Pirollo.
Dai piatti in terracotta agli affreschi, tutto è stato studiato per riprodurre nei minimi particolari le caratteristiche di una locanda della Pompei romana.
Nasce a Pompei, a pochi metri dall’area archeologica, “Caupona” (dal latino, “locanda, osteria”), il primo ristorante “archeo-esperienziale”, completamente ispirato all’antica città romana distrutta dal Vesuvio, dove un pranzo o una cena diventano una vera e propria immersione negli usi e nei costumi in voga nella Pompei di duemila anni fa.
Tutto è stato studiato e realizzato per riprodurre, fin nei minimi particolari, le caratteristiche di una locanda e di una casa di epoca romana.
L’accogliente giardino di “Caupona” riproduce quello di una domus; sulle pareti dell’edificio (ad un solo livello, ottenuto ristrutturando un casale rurale), campeggiano prezziari (in assi e sesterzi), graffiti e scritte elettorali che ricalcano quelle di un’osteria.
L’interno, nella parte dedicata alla gerenza, riprende il Termopolio di Vetuzio Placido; quella dedicata agli ospiti, invece, ripropone la bellissima Domus di Marco Lucrezio Frontone. Tutti i dipinti murali e gli affreschi sono stati riprodotti a mano, come usavano fare i “copisti” dell’antica Pompei.
Infine, le bevande e i cibi, ovviamente ispirati alle ricette del De Re Coquinaria di Apicio, da “Caupona” vengono serviti in piatti e coppe di terracotta da personale vestito in costumi d’epoca, per rendere l’esperienza, non solo enogastronomica, ancora più unica e coinvolgente.
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Il Livorno e Legea ricordano Piermario Morosini
Sulla maglia da trasferta il logo “Ciao Moro”, con una immagine stilizzata del giocatore, e la frase “There is always hope”.
L’A. s. Livorno Calcio, l’associazione benefica “Live Onlus” e Legea ricordano il calciatore Piermario Morosini, a quattro anni dalla sua scomparsa, avvenuta il 14 aprile 2012.
In occasione della gara di campionato (Serie B) Novara-Livorno di sabato 16 aprile, la squadra livornese scenderà in campo con una maglia celebrativa, realizzata da Legea, dell’anniversario della scomparsa di Piermario.
Sul lato destro della parte anteriore della maglia da trasferta del Livorno (bianca, con al centro una banda verticale nero-amaranto) sarà applicato il logo “Ciao Moro”, con una immagine stilizzata del giocatore e la frase in inglese “There is always hope” (“C’è sempre speranza”), molto cara a Piermario.
Al termine della gara tutte le maglie saranno recuperate per essere successivamente piazzate in un’asta benefica: l’intero ricavato andrà a finanziare il progetto di Live sui defibrillatori “Cuore Batticuore”.
da: Marco Pirollo [marco.pirollo@gmail.com]
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Categorie: Gastronomia e Ricette
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