Bracconieri e cacciatori? Per me non c’è alcuna differenza: sparano solo per il gusto di uccidere.
di Oscar Grazioli

E basta, non se ne può più di questi cacciatori travestiti da bracconieri o bracconieri travestiti da cacciatori. Sì, sono assolutamente conscio del fatto che ci sono un certo numero di cacciatori che osservano regole e leggi e una minoranza assoluta che applica delle proprie leggi addirittura molto più severe di quelle imposte.

Ho amici che vanno a caccia e sparano un solo colpo. Se sbagliano, un giro salutare con il cane e si torna a casa ugualmente contenti.
Ho amici che non vogliono sapere di lepri e fagiani che sembrano conigli e galline d’allevamento (non sembrano, lo sono) imbambolate dal Valium, ma s’inoltrano nel bosco alla ricerca di una beccaccia dal volo saettante e irregolare, che schizza dal buio di un cespuglio e, quasi sempre, ti lascia con un palmo di naso.
Ho amici che non si metterebbero mai dentro una “botte” con gli stampi di plastica, o peggio anatre e trampolieri da richiamo, nell’attesa di uccelli che hanno fatto migliaia di chilometri sparandogli a tradimento appena si posano in acque apparentemente tranquille.

Sono notoriamente contrario alla caccia, ma c’è un tipo di caccia (quella alla migratoria, ai piccoli uccelli, quella dei safari ecc.) che è talmente odiosa da farmi invocare ogni giorno un referendum.
Quando poi sento che i volontari della Protezione Animali, chiamati dagli studenti dell’istituto alberghiero di Finale Ligure, hanno raccolto una rarissima aquila minore impallinata ad un’ala mi viene una rabbia indicibile a pensare che un cacciatore o un bracconiere l’ha fatto apposta.
Come si fa a confondere la sagoma di un’aquila?
Aquila che non potrà più volare, esattamente come lo splendido esemplare di astore (un raro falco di bosco) trovato domenica dalla Polizia Provinciale di Macerata, a seguito di una segnalazione di alcuni cittadini. L’uccello, una femmina, era intrappolato in una tagliola posizionata illegalmente dai proprietari all’interno di un centro di riproduzione della selvaggina.

L’animale era intrappolato in una tagliola posizionata illegalmente dai proprietari all’interno del centro di riproduzione della selvaggina.
Portato alla clinica dell’Univeristà di Matelica, l’unica cosa da fare per i veterinari è stata quella di amputare una zampa.
La necrosi provocata dalla tagliola non ha lasciato alcuna possibilità d’intervento riparatore.

Nell’entroterra maceratese sono pochissime le coppie di astori nidificanti. Ora ce n’è una in meno.
E che dire delle migliaia di uccelletti trovati nel bresciano e nel bergamasco, di cui quasi ogni settimana i servizi di Striscia ci danno conto?
E che volete che succeda a questa gentaglia. Conosco un giovane friulano denunciato più volte per uccellagione che se ne va tranquillamente a caccia ogni giorno con la sua licenza immacolata.
Per me sarebbe ora di dire basta. Sul serio.
21 ottobre 2011


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