Dopo il problema della diossina che ci avvelena le bestie, il nucleare che minaccia gli italiani ecco i ghiacciai che si sciolgono, provando a mettere paura ad una grossa fetta della popolazione mondiale. Ed è quest’ultimo allarme che viene dal rapporto del Wwf “Going, going, gone” (andando, andando è andato!), che desta più preoccupazioni, oggi. Il surriscaldamento è una delle cause dello scioglimento dei giganti del polo e l’ecosistema rischia di degenare con cataclismi a catena, a cominciare dalle zone vicino ai poli. Se le calotte si restingono a velocità inusuale saranno guai seri per tutti. Una strategia globale può servire a fronteggiare l’evento ma molti scienziati già dicono che ci troviamo di fronte ad un processo irreversibile di scongelamento con tutto quel che segue. E’ dal 1850 che i ghiacciai hanno cominciato a ritirarsi e nel 1960 ci fu un film documentario che già preannunciava quello che sarebbe accaduto nel secolo successivo, cioè la glaciazione rapida. Ci siamo dunque e vediamo le situazioni sul pianeta. Dal rapporto del Wwf si evince che gli scenari di inondazioni potrebbero cominciare in questo secolo. Infatti i ghiacciai a rischio di estinzione sono quelli andini, peraltro unica fonte d’acqua potabile dell’Ecuador, Perù e Bolivia. Lo scongelamento dell’Himalaya potrebbe essere fatale per tutte le zone circostanti, investendo grandi fette di territorio. Con la sglaciazione si potrebbe verificare la scomparsa di specie animali quali la tigre, per l’immersione delle foreste del Bangladesh.Le conseguenze del riscaldamento del globale sono già drammatiche: dagli anni sessanta, infatti, i ghiacciai di montagna hanno perso 4000 km cubi d’acqua, più della portata annuale dei fiumi Orinoco, del Congo, delloYangtze e del Mississippi messi insieme. La fusione rapida dei ghiaciiai può portare a inondazioni causati dai fiumi in piena. In Africa, le nevi sul cratere del Kilimangiaro sopravvissute per più di 10mila anni, rischiano di scomparire entro il 2020. Il surriscaldamento del pianeta provocherebbe inondazioni di grandi fiumi. L’innalzamento della temperatura media mondiale potrebbe salire, entro il 1100 da 1,4 gradi a 5,8 gradi. La prima soluzione indicata è venuta dal protocollo di Kyoto, non accettato dagli Usa, che limita l’aumento del surriscaldamento globale del pianeta a non più di due gradi centigradi. Per quanto riguarda il nostro paese, si sa che in questa estate sulle Alpi si sono persi ben tre metri del ghiacciaio del Lys posizionato sul versante aostano del Monte Rosa, che, inoltre, dal 1812 al 2003 è regredito di 1253 metri e nell’area libera c’è ora una foresta di laici. Un fenomeno questo che e interessa tutte le Alpi, visto che in pochi decenni si sono perduti ben 14 metri; e si presuppone che già nel 2020 le Alpi potrebbero rimanere senza neve, all’asciutto. Ora se è vero che i ghiacciai costituiscono la riserva di acqua potabile della terra, le conseguenze prossime future potrebbero essere catastrofiche con inondazioni e riduzione di acqua potabile. Per ultimo un dato analitico: i ghiacciai non sono altro che antichi fiumi di neve compressa, che muovendosi lentamente modificano la superficie della terra. Sono la riserva di acqua potabile del pianeta. Guardando la terra dallo spazio, essa appare piena d’acqua. Il problema è che la gran parte è tropo salata per essere consumata da uomini, piante e animali. Solo il 2,5% dell’acqua è dolce e quella potabile molto meno. Uno scenario decisamente poco allegro per tutti. E con queste tristi note si apre dal 1 al 12 dicembre a Milano il summit mondiale del clima. C’è da credere che di queste notizie ne sentiremo di peggiori.


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