15 marzo 2006 – NEWS LETTER ASOIM N. 5 Le comunicazioni. Il gabbiano reale. Il fiore all’occhiello. I balestrucci. Il ritorno del falconiere. Il caso aviaria. Varie.

In questa lettera:
1 – Danila Mastronardi: Cari soci…
2 – Davide De Rosa: Il gabbiano reale
3 – Maurizio Fraissinet: Il nibbio. Il fiore all’occhiello
4 – Francesco Landolfo: I balestrucci
5 – Salvatore Fogli: Il ritorno del falconiere
6 – In Veneto per le migrazioni
7 – Influenza aviaria: le iniziative
8 – Notizie utili

1) LE COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENTE DANILA MASTRONARDI.
– Cari soci, all’inizio di aprile, ci sarà l’Assemblea ordinaria dei soci. Unitamente faremo la riunione tecnica sui nostri progetti. Invito quindi tutti i responsabili di progetto a preparare una relazione sul loro progetto. Fornitela anche in formato digitale a me, Gianpaolo e Rosario, così costituirà un numero per LettereAsoim.
– Rinnovo l’appello a aderire al progetto Lanario. Il progetto è coordinato da WWF, CISO e INFS. Non restiamo sempre fuori noi campani, subendo poi la colonizzazione di altri! Camillo Campolongo mi ha già risposto, attendo altre adesioni.
– Novità sul sito dell’Asoim nelle pagine News e Avvistamenti: un invito a consultare la Banca Dati Ornitologica di Brichetti, strumento utilissimo che l’ASOIM mette a disposizione dei soci che debbano fare una ricerca bibliografica.
– Una sintesi del ventennio dell’Asoim è stata pubblicata sul mensile Albatros nel numero di marzo, in vendita in tutte le principali edicole campane.
– Scrivete per il sito e per il nostro bollettino. Chiedo in particolare a chi va spesso sul Matese (Maurizio, Ottavio o altri) di scrivere una cartella sul PR Matese, a chi lavora con il P.Naz. Cilento (Daniela, Mimmo, Monica Valore o altri) a scrivere una cartella sul P.del Cilento, a Rosario, Marcello, Stefano di scrivere qualcosa sugli Astroni e così via. Io sto scrivendo una cartella sui Laghi Flegrei. Inoltre è importante che i responsabili di progetto scrivano una cartella sul proprio progetto. E’ anche utile, io sto ricevendo diverse e-mail di persone che mi chiedono informazioni sul progetto “Rapaci”, l’unico di cui c’è una descrizione dettagliata.
Grazie a tutti, Danila Mastronardi

2) IL RICERCATORE
Egregi Soci, sono Davide De Rosa e a dicembre mi sono laureato in Scienze della Natura con una tesi sulla distribuzione ed ecologia del Gabbiano Reale Mediterraneo nella città di Napoli. Attualmente frequento il Corso di Laurea Specialistica in Scienze della Natura ed intendo continuare lo studio delle colonie napoletane per almeno altri 2 anni. Vi chiedo cortesemente di segnalarmi le eventuali nidificazioni che riscontrerete nel territorio urbano. Potrete farlo scrivendomi a derosadavide@yahoo.it. Ovviamente verrà fatta menzione nella pubblicazione finale. RingraziandoVi anticipatamente per la collaborazione porgo i migliori saluti.

3) IL NIBBIO BRUNO E QUELLO REALE
Il Convegno sul Nibbio bruno e il Nibbio reale
Si è tenuto a Serra San Quirico (AN), nel Parco regionale delle Gole della Rossa e di Frasassi, nei giorni 11 e 12 marzo, un convegno nazionale, organizzato da ALTURA e dal Parco stesso, sullo status del Nibbio reale e del Nibbio bruno in Italia.
Un convegno nazionale dedicato a due sole specie rappresentava per gli organizzatori una scommessa: sarebbero riusciti a far venire ornitologi nel piccolo paesino marchigiano per parlare di due sole specie?
Ebbene, non solo ci sono riusciti, ma il convegno è andato alla grande. La sala del teatro di Serra San Quirico è risultata gremita, con persone in piedi, in tutte e due le giornate.
Sono intervenuti due ornitologi francesi – Michel Terrasse e e Jean François Seguin – e un ornitologo spagnolo: Javier Vinuela. Quindi è toccato agli ornitologi di tutte le regioni italiane (proprio tutte!) a parlare dello status delle due specie. Ne è emerso un quadro poco confortante sullo status delle due specie.
Il Nibbio reale conserva nel nostro paese poco più di 300 coppie, un terzo delle quali concentrato in Basilicata.
Il Nibbio bruno sta messo un poco meglio perché si conservano ancora bene le popolazioni settentrionali legate alla pescosità dei laghi prealpini.
Il fenomeno è comunque generale, con il Nibbio reale che se la sta passando proprio male in tutto il continente europeo, con la sola eccezione della Corsica, dove, invece, aumenta in seguito a ripopolamenti venatori di coniglio selvatico.
E’ tale il declino che ormai la specie è stata inserita nella categoria SPEC1 da BirdLife International.
Una menzione a parte la meritano gli organizzatori che sono stati bravissimi e cortesissimi, aiutati dalla dolcezza del paesaggio marchigiano.
Per chi interessano queste cose: si è mangiato benissimo!
Al termine del Convegno si è svolta la gita che ci ha portato a vedere l’area fausitica del Parco dove, in collaborazione con il WWF Italia, si sta realizzando un progetto per la reintroduzione del Nibbio reale nel territorio del Parco, progetto che sta riscuotendo successo dal momento che ora sono già due le coppie in libertà che si riproducono.
L’ASOIM era rappresentata ai massimi livello, essendo presenti sia il Presidente che il Vice Presidente. Sorprendente il fatto che all’apertura dei lavori uno degli oratori abbia ricordato che quest’anno ricorre il ventesimo anniversario della nostra Associazione!
Maurizio Fraissinet

IERI: Il fiore all’occhiello.
I venti anni dell’Asoim si celebrano in questo anno. Spulciando tra le cose fatte dai soci dell’Asoim è piacevole ed anche utile ricordare le cose buone del ventennio. Nel 2004 fece scalpore l’attenzione dell’Asoim per l’unica coppia di aquila reale presente nel parco regionale del Matese, che fu annunciata così:
“Avviato il progetto Carnaio per l’aquila reale nel parco regionale del Matese. Come era stato più volte annunciato, puntuale, è partito il progetto “carnaio” per l’aquila reale nel Parco regionale del Matese. Il progetto consiste nell’apposizione in località frequentate dalla coppia di aquila reale (l’unica del Parco e una delle quattro coppie della Campania) di due carogne di pecore al mese, a distanza di quindici giorni l’una dall’altra, e di osservare mediante l’utilizzo di capanni mimetici gli animali selvatici che consumeranno la carne messa a disposizione. Il progetto durerà tre mesi e terminerà alla fine di febbraio. Le finalità sono molteplici. In primo luogo si intende alimentare la coppia di aquile nel periodo più difficile dell’anno, quando la forte carenza di alimentazione può pregiudicare la riproduzione per la primavera successiva. Una discreta alimentazione invernale, al contrario, può garantire il successo riproduttivo della coppia al termine della brutta stagione. Censire eventuali altre specie predatrici, siano essi uccelli (corvi imperiali, nibbi, gracchi corallini, ecc.), o mammiferi (lupi, volpi, ecc.). La presenza di una fonte alimentare all’interno del Parco potrebbe garantire, inoltre, la presenza di tali specie entro i confini dell’area protetta evitando che si spostino troppo rischiando di uscire dai confini del Parco ed essere abbattute dal fuoco dei bracconieri. Non solo, la presenza di cibo potrebbe evitare anche attacchi indesiderati ad animali domestici da parte del lupo in momenti di fortissima carenza alimentare. Il progetto si avvale della collaborazione dell’ASL e di alcuni allevatori di ovini locali. Viene condotto per conto del Parco da un dottore veterinario della Provincia di Caserta e da un dottore in Scienze Naturali della Federico II, esperto di rapaci. L’iniziativa nasce da un’idea del Commissario del Parco, il prof. Maurizio Fraissinet, ornitologo, che ha dichiarato: “Sono contento che in un giovane parco regionale campano si inizi a fare operazioni concrete di conservazione della natura, iniziando quindi a operare anche in ossequio a quella che è la missione principale di un Parco Naturale. La sicurezza dal bracconaggio garantita dalle Guardie Forestali e dalle Guardie provinciali, la disponibilità alimentare garantita dal Parco, potrebbero far si che in un futuro molto prossimo sarà più facile osservare sul Matese l’aquila, come già avviene oggi nei parchi naturali alpini di vecchia data”.

4) I BALESTRUCCI
Primi arrivi di balestrucci in Campania. Sul finire del mese di febbraio scorso sono stati osservati alcuni balestrucci nei pressi di Lago Patria da alcuni osservatori della catena Ebn. Sono presenze sporadiche, è utile sottolinearlo, che vanno ad aggiungersi a quelle di un’upupa avvistata nell’Aversano,o a quella di una ballerina nera sul litorale domiziano. Tempeste e altro stanno facendo cambiare le abitudini migratorie. Ma l’ Avifauna della Campania, in particolare in periodi come questi di allarme aviario, è tenuta sotto osservazione anche dall’Asoim, l’Associazione studi ornitologici dell’Italia Meridionale, presieduta dalla professoressa Danila Mastronardi. Ma analizziamo una recente escursione del vicepresidente Maurizio Fraissinet in compagnia di Elio Esse al lago Patria e ai Variconi.
«Il Lago Patria, ha riferito Fraissinet, sito ai confini tra le provincie di Napoli e Caserta, è vicinissimo al mare, e ospita, tra le tante orribili realizzazioni edili, anche lo stadio del remo. Negli anni ’80 osservarvi una folaga e un gabbiano era un evento. Vi riporto le osservazioni, fatte anche nell’ambito del progetto di monitoraggio degli anatidi svernanti in Campania commissionato dalla Regione Campania all’Asoim: Tuffetto 55, Svasso maggiore 68, Svasso piccolo 71, Cormorano 113, Garzetta 84, Airone guardabuoi 1, Airone cenerino 35, Fischione 67, Germano reale 9, Fistione turco 1, Moriglione 78, Gallinella d’acqua 66, Folaga 1812, Becccaccino 1,Gabbiano comune 224, Zafferano 1, Gabbiano reale 16, Beccapesci 4, Pellegrino (sp. calidus) 1, Allodola, Pispola, Ballerina bianca, Pettirosso, Saltimpalo, Merlo, Usignolo di fiume, Gazza. Splendido il Pellegrino, una femmina della sottospecie “calidus”, molto vicina e ben visibile, intenta a mangiare quello che sembrava un gabbiano.Infine i Variconi, notissimo stagno retrodunale sito nei pressi della Foce del Volturno: Svasso maggiore 10 (a mare), Cormorano 12, Canapiglia 14, Alzavola 129, Germano reale 2, Mestolone 4, Moriglione 33, Moretta tabaccata 3, Moretta 33, Falco di palude 2, Gheppio 1, Porciglione, Gallinella d’acqua, Folaga 319, Gabbiano comune, Gabbiano reale, Ballerina bianca, Passera scopaiola, Pettirosso, Codirosso spazzacamino, Saltimpalo,Merlo, Usignolo di fiume, Capinera, Luì piccolo, Storno, Gazza, Cornacchia grigia, Passera d’Italia, Passera mattugia, Verzellino, Verdone, Cardellino, Migliarino di palude».
Francesco Landolfo (presidente Arga della Campania)

5) IL RITORNO DEL FALCONIERE
Correva l’anno 1258 quando Federico II di Svevia scriveva il De Arte venandi cum avibus, il più importante trattato di falconeria. Oggi dopo tanti secoli, l’antico mestiere che affascinava l’imperatore è rinato in tutta Europa e in Italia è stato istituito il primo corso europeo di qualificazione professionale. A Marostica, nel vicentino, c’è stata l’investitura dei primi 23 falconieri diplomati che verranno impiegati in aree a rischio come aeroporti, discariche, allevamenti intensivi, colture agricole e città d’arte.
L’antico mestiere scomparso da anni e sostituito da altre forme più moderne di caccia, è rinato per le esigenze di mercato. La richiesta di falconieri è altissima perché permette di liberare determinate aree dalla presenza degli altri uccelli.
“A dispetto delle credenze comuni, la falconeria è una professione da sempre incruenta: se ai tempi delle Crociate era proprio il regalo di un falcone a sancire l’armistizio tra cristiani e saraceni – ha dichiarato il direttore del Museo Ornitologico di Marostica, Salvatore Foglio – oggi viene usato sfruttando l’elemento etologico della psicologia animale: dunque nessuna uccisione di altre specie, perché basta la sua presenza a far allontanare gli ospiti indesiderati”.
(12 marzo 2006, da Tiscali animali, nella foto il falconiere)

6) Caro/a collega
La questione degli uccelli migratori è giunta sulle prime pagine dei giornali per via dell’influenza aviaria. Venerdì 24 p.v., alla Corte Benedettina di Legnaro (PD) Veneto Agricoltura e Regione presenteranno i risultati di una specifica ricerca e le linee per la gestione delle specie migratorie. Ti segnalo inoltre il corso sulla caccia al cinghiale in programma a Verona la settimana prossima. Il 2 Aprile giornata aperta a Bosco Nordio (Chioggia – VE). Ti aspetto
Il C. Ufficio Stampa Mimmo Vita

7) L’INFLUENZA AVIARIA: ULTIM’ORA
Dopo la scoperta di 3 focolai nello stato ebraicoAviaria: Ue,no import polli Israele(ANSA) – BRUXELLES, 17 MAR – La Commissione Ue ha oggi proibito l’importazione di polli vivi, carne di pollame, uova e prodotti derivati da Israele.Le autorita’ sanitarie israeliane hanno oggi informato di aver scoperto tre focolai del virus H5N1. Lo ha reso noto un comunicato di Bruxelles, precisando che la decisione sara’ esaminata giovedi’ alla riunione del comitato della catena alimentare e della sanita’ animale dei Venticinque.© Ansa

Inutile nascondere che il problema dell’influenza aviaria è molto più complesso di quel che si pensi. Solo il fatto che nata in Oriente, compare nel mondo qua e là a macchia di leopardo, ai quattro punti cardinali del globo, beh, non può far star tranquilli. Ogni paese sta prendendo le sue contromisure, che spesso risultano dannose per i volatili incolpevoli, anche se alcuni stanno dimostrando buon senso, senza prendersela con i pennuti, ma cercando soluzioni che allontanino l’infezione, come in Ungheria, dove una notizia dell’ultima ora ci informa che è stato messo a punto il vaccino giusto.

A questo punto, conviene fare il punto sulla situazione, partendo dalle decisioni del parlamento italiano che ha dato il via alle Regioni, ricordando che in Campania la Regione si sta avvalendo dell’ASOIM, per interventi coordinati sul territorio, e riferendo delle iniziative della Lipu, Cia, Coldiretti e Confagricoltura.
Ecco in successione i resoconti.

a – AVIARIA: VIA LIBERA SENATO A DECRETO AGRICOLTURA
(AGE) ROMA – L’assemblea di Palazzo Madama ha dato il via libera al decreto legge sull’agricoltura. Si tratta del primo esame dopo il rinvio da parte del presidente della Repubblica per mancanza della copertura finanziaria. Dal decreto é stata stralciata la parte relativa al condono previdenziale del comparto agricolo. Il decreto legge passa ora all’esame della Camera. E’ stato approvato a maggioranza per alzata di mano. (AGE) RED-CENT0 7/03/2006 – 20:39

b – AVIARIA: TUTELARE LE RONDINI. LA LIPU RIVOLGE UN APPELLO AGLI AGRICOLTORI AFFINCHE’ NON DISTRUGGANO I NIDI
La psicosi di massa causata dalla presenza del virus aviario H5N1, che sta condizionando negativamente il comportamento di molte persone nei confronti di uccelli e animali selvatici, rischia di colpire nelle prossime settimane le rondini, una specie molto diffusa e ben presente nell’immaginario collettivo come simbolo della primavera.
L’allarme viene dalla LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli), che ha inviato oggi una lettera ai presidenti delle associazioni agricole (Cia, Coldiretti e Confagricoltura) per avvertire del rischio che cittadini e agricoltori, per paura del virus, decidano di impedire o disturbare la nidificazione di questi uccelli nelle stalle, negli edifici rurali e nei centri abitati. Una convivenza a volte già difficile, a causa della presenza di escrementi, che rischia di aggravarsi a fronte della diffusa psicosi da virus aviario. La LIPU ricorda che rondini e balestrucci, ma anche i Colombi di città, appartengono a un ordine, quello dei Passeriformi, che non è coinvolto nella diffusione dell’influenza aviaria e che ha dimostrato, come risulta dai test scientifici effettuati, di essere resistente al virus e dunque di non costituire un rischio per la diffusione del contagio. Inoltre le rondini, compresi i loro nidi, uova e nidiacei, sono protetti dalla legge 157/92 e dall’articolo 635 del Codice penale che ne vieta l’uccisione e la distruzione. Infine si tratta di una specie protetta in grave declino da decenni a livello europeo a causa dell’agricoltura intensiva e dell’uso di prodotti chimici. “Lanciamo un appello alla responsabilità e alla ragionevolezza verso tutti gli attori in campo a diverso titolo in questa complessa vicenda – scrive Elena D’Andrea, Direttore Generale LIPU – Si rispettino gli uccelli selvatici, si tutelino le rondini e i balestrucci, si riporti il clima e i comportamenti in un ambito di seria analisi ma fuori dall’allarmismo e dall’informazione drogata”.
La LIPU chiede che si rispettino semplicemente le ordinarie regole di prassi igienica, che agricoltori e cittadini ben conoscono: raccogliere gli escrementi installando mensole sotto i nidi, e pulirle in autunno al termine della stagione riproduttiva; inoltre indossare guanti e mascherina per effettuare lavori presso accumuli di guano e, infine, lavarsi le mani prima di toccare e ingerire cibo. La LIPU ricorda inoltre come rondini e balestrucci siamo molto utili all’uomo, perché in grado di eliminare ogni anno fino a 30mila tonnellate di insetti, comprese mosche e zanzare. ”Il settore avicolo italiano, nonostante i rigorosi controlli cui è sottoposto, viene considerato ingiustamente insicuro da parte dei consumatori – prosegue Giuliano Tallone – Allo stesso modo gli uccelli migratori vengono erroneamente accusati di diffondere il virus dell’influenza aviaria. Ma ad oggi le evidenze scientifiche ed epidemiologiche mostrano che la diffusione del virus avviene in primo luogo negli allevamenti intensivi di pollame dotati di scarsi sistemi di controllo sanitario per poi passare agli ambienti acquatici per mezzo della pollina, usata come fertilizzante per gli allevamenti intensivi di pesce”. Le rondini comunque, precisa la LIPU, non frequentano gli ambienti acquatici se non dopo la riproduzione, quando lasciano le abitazioni e le aree urbane per frequentare dormitori nei canneti, senza tuttavia che avvenga un contatto diretto con l’acqua. Inoltre si tratta di uccelli migratori che vivono tra Europa e Africa, senza transitare dall’Asia, area dove si è verificato il maggior numero di contagi da virus H5N1.

c – LETTERA LIPU A CIA, COLDIRETTI, CONFAGRICOLTURA
Al Presidente della Coldiretti – Dr.Paolo Bedoni – Al Presidente della Confagricoltura – Dr.Federico Secchioni – Al Presidente della CIA – Confederazione Italiana Agricoltori – Dr.Giuseppe Politi
Oggetto: impatto dell’emergenza influenza aviara sulle rondini.
Egregi Presidenti, l’emergenza dell’influenza aviare ci spinge a scrivere Loro e testimoniare una nostra viva preoccupazione. Sappiamo bene come tale emergenza abbia innescato una crisi che coinvolge sia il settore agricolo che la natura, in particolare gli uccelli migratori. Il settore avicolo italiano, nonostante i rigorosi controlli cui è sottoposto, viene considerato erroneamente insicuro da parte dei consumatori che preferiscono altre tipologie di alimenti. Allo stesso modo gli uccelli migratori vengono erroneamente accusati di diffondere il virus dell’influenza aviare e rischiano dunque di divenire il capro espiatorio di una situazione che ben altre analisi e conclusioni richiederebbe. Abbiamo adesso da esprimere loro una nostra immediata preoccupazione. Tra poche settimane assisteremo all’arrivo nel nostro Paese di rondini e balestrucci, due specie che si sono molto ben adattate e ormai dipendono strettamente dalla disponibilità delle nostre case e stalle per poter nidificare e riprodursi. Tra l’altro, due specie dall’enorme fascino e dal grande significato simbolico e diremmo persino sociale. Le rondini in particolare sono il simbolo del legame esistente tra natura e agricoltura e nell’immaginario collettivo questo legame lo incarnano in modo compiuto, quasi indissolubile. Il simbolo della primavera e della campagna sana: questo sono le rondini.
Ma esiste il rischio che anche le rondini e i balestrucci vengano assimilati al novero dei colpevoli? Noi crediamo di no, e vorremmo fare in modo che, appunto, ciò non avvenga. Rondini e balestrucci appartengono all’ordine sistematico dei Passeriformi che i test scientifici mostrano essere il più resistente e meno coinvolto dall’influenza aviare (lo stesso vale anche per i colombi di città). Rondini e balestrucci, inoltre svernano in Africa dove la diffusione del virus è molto contenuta. Rondini e balestrucci non rappresentano quindi un rischio per la diffusione del contagio dell’influenza aviare. Però, causa una purtroppo cattiva, incompleta e talvolta addirittura falsata comunicazione, il pericolo della colpevolizzazione anche di questi uccelli non può essere del tutto escluso. Con la conseguenza che, ad esempio, molti agricoltori potrebbero decidere di impedire la nidificazione delle rondini nelle proprie stalle per la paura ingiustificata di diffusione del virus H5N1 tra il bestiame domestico. Va quindi ribadito che ad oggi le evidenze scientifiche ed epidemiologiche mostrano come i veri problemi nascono e vanno rintracciati negli allevamenti di pollame domestico in situazione di forte densità degli animali e di scarse condizioni igieniche; mostrano cioè che la diffusione del virus avviene dapprima negli allevamenti intensivi di pollame dotati di scarsi sistemi di controllo sanitario, normalmente fuori dai nostri confini nazionali, per poi passare agli ambienti acquatici causa – e trattasi di un aspetto da approfondire seriamente – l’utilizzo della pollina come fertilizzante per gli allevamenti intensivi di pesce. Gli uccelli acquatici, diciamolo, risultano quindi le ultime vittime della catena. Ora, per tornare al nostro punto, è certo il caso di ricordare che le Rondini, analogamente agli altri uccelli selvatici, compresi loro nidi, uova e nidiacei, sono protette ai sensi della legge 157/92 e dell’articolo 635 del Codice Penale che ne vieta l’uccisione e la distruzione. E’ forse ancora più il caso di ricordare l’utilità ecologica della Rondine e il suo stato conservazionistico che la vede purtroppo in calo in Europa. Ma in generale, è il caso di lanciare un appello di responsabilità, di ragionevolezza, di maturità a tutti gli attori in campo a diverso titolo in questa complessa vicenda. Si rispettino gli uccelli selvatici, si rispettino le rondini e i balestrucci, si riporti il clima e i comportamenti in un ambito di seria analisi ma fuori dall’allarmismo e dall’informazione drogata. In particolare, egregi Signori Presidenti, vista la sensibilità sempre dimostrata verso le tematiche ecologiche e le esigenze del rispetto della natura, chiediamo Loro di accogliere questo nostro appello e di farsene portatori verso i propri associati, ricordando anzitutto l’importanza della tutela degli uccelli, straordinari indicatori dello stato della nostra terra, e al tempo stesso le semplici regole da seguire all’arrivo delle rondini e dei balestrucci:
– non impedirne, ma anzi favorirne, la nidificazione in stalle e similia;
– installare delle mensole sotto i nidi per raccogliere gli escrementi;
– pulire le mensole al termine della stagione riproduttiva;
– indossare guanti e mascherina nel caso di lavori presso accumuli di guano;
– lavarsi le mani prima di assumere cibi.
Sono regole di ordinaria prassi igienica, che gli agricoltori come i cittadini conoscono ormai bene ma che è sempre opportuno ricordare. Assieme, lo ripetiamo, all’appello essenziale di tutelare la natura, di praticarne e promuoverne il rispetto.
Disponibili a collaborare con le Loro Confederazioni per assicurare a tutti gli agricoltori la migliore informazione possibile per il bene dell’agricoltura e della natura, e nella certezza che il nostro appello trovi la Loro condivisione, con l’occasione vogliano gradire i nostri migliori saluti.
Il Direttore Generale LIPU – BirdLife Italia, Dott.ssa Elena D’Andrea
Ufficio stampa LIPU – BirdLife Italia: Via Trento 49, 43100 Parma Tel. ++39.0521.273043 – Fax ++39.0521.273419 Parma, 10 marzo 2006
PS. Il day per day dell’aviaria è nella rubrica “Parchi e comunità” del portale www.argacampania.it.

8) NOTIZIE UTILI
– L’Associazione Studi Ornitologici Italia Meridionale – A.S.O.I.M. onlus è stata fondata nel 1986, riunendo docenti universitari, ricercatori, studenti universitari, appassionati di ornitologia. Promuove la ricerca e la conoscenza ornitologica e faunistica, sostenendo lavori scientifici di interesse internazionale, nazionale e locale, collabora alla conservazione della fauna, studia e difende l’ambiente nell’Italia meridionale, riunisce gli appassionati di ornitologia di Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata e Calabria, organizzando attività di formazione e di educazione.
– La nuova sede dell’Asoim è in Via Andrea da Salerno, 13, Napoli (al Vomero, adiacenze stadio Collana). Chiunque voglia utilizzare la sede per riunioni o quant’altro deve telefonare al Direttore della Riserva Naturale “Cratere degli Astroni”, dott. Peppe Pugliese al numero 348 5456982, per assicurarsi che la sede sia aperta. Presso la sede abbiamo uno spazio in una libreria (le chiavi n.19 sono custodite nella sede stessa) in cui sono contenute alcune nostre monografie e i primi CD della nostra Banca dati (accessibile ai responsabili di progetto). Attualmente troverete un CD con i dati di MITO 2000 e un floppy disk con altri dati di Mito, archiviati successivamente, e i transetti di Capodimonte. Nei dati di MITO le località sono espresse in UTM. Nella sede è presente anche il computer dell’ASOIM su cui ho installato la BDO (Banca Dati Ornitologica) di Brichetti. Chiunque voglia consultarla, deve telefonarmi per conoscere la password. Vi allego, inoltre, l’inventario del materiale ASOIM aggiornato alla luce dei nuovi acquisti effettuati.
INVITO. Scrivete articoli per “Lettera Asoim” che esce ogni dieci giorni ed è pubblicata on-line sul sito Asoim (www.asoim.org ) e su quello dell’Arga (www.argacampania.it) con pagine di hot spots, sui progetti che coordinate, news ecc., per arricchire il sito dell’ASOIM. Chi scrive articoli per il sito dell’Arga non dimentichi di inviare contestualmente una copia degli stessi a Danila Mastronardi, in modo che possano comparire su entrambi gli spazi web.
PER SAPERNE DI PIU’: consultare il sito www.asoim.org che ospita news, progetti, avvistamenti, hot spots, fotogallery, libri e varie.

LA PROSSIMA NEWS LETTER IL 25 MARZO 2006

Categorie: Ornitologia

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