NAPOLI, PIAZZA GARIBALDI E IL TERZO SETTORE
3 agosto 2011. Piazza Garibaldi: il terzo settore disponibile a garantire un presidio permanente di ascolto e supporto sociale
Promosso un appello affinché il Comune di Napoli dia « un segnale di governo del territorio intelligente e coraggioso», al di fuori del «binomio repressione-negazione».
Chiesto un percorso formativo comune per operatori sociali e poliziotti

NAPOLI – Alcuni rappresentanti delle associazioni e cooperative sociali napoletane e dei servizi socio-sanitari hanno promosso un appello per la riqualificazione di Piazza Garibaldi a Napoli. I promotori dell’iniziativa – tra cui Andrea Morniroli (Dedalus), Rosario Stornaiuolo (Federconsumatori), Stefano Vecchio (Dipartimento Dipendenze Asl Napoli 1 Centro) – si sono dichiarati disponibili ad attivare subito un coordinamento operativo permanente tra i servizi socio-sanitari, di strada e di prossimità gestiti dalle loro organizzazioni ed enti di appartenenza e il Comune di Napoli.
L’obiettivo è di garantire la presenza costante a piazza Garibaldi di un «presidio di ascolto e supporto sociale, capace di accogliere e orientare tutte quelle persone che molto probabilmente, se lasciate sole, nel recupero urbano dell’area finiranno per perdere non solo i precari sistemi di sopravvivenza, ma anche i riferimenti e le reti di auto-aiuto, vedendo così esasperate le loro condizioni di fragilità e disagio».

I firmatari dell’appello chiedono anche all’amministrazione comunale – in particolare all’assessore alle Politiche sociali Sergio D’Angelo e all’assessore alla Sicurezza Giuseppe Narducci – di attivare un percorso formativo rivolto gli agenti della polizia municipale e agli operatori socio-sanitari (dei servizi pubblici e del terzo settore) che già lavorano nell’area della stazione centrale, con l’obiettivo di trovare modalità operative comuni. Qui di seguito il testo completo dell’appello.

«Sulla riqualificazione di Piazza Garibaldi questa Amministrazione cittadina può dare un segnale di governo del territorio intelligente e coraggioso, capace, cioè, di farsi carico della complessità e dei conflitti sociali fuori dal binomio repressione-negazione.
Si tratta di individuare e programmare iniziative che sappiano ripristinare legalità e vivibilità evitando di farsi tentare da logiche securitarie che non solo si limitano a nascondere, anziché risolvere i problemi, ma finiscono per colpire esclusivamente le persone più fragili ed afflitte dal disagio e dalla devianza urbana, disperdendo tali situazioni in anfratti sociali ancora più invisibili e marginali e per questo ancora più pericolosi per chi vi si trova coinvolto e per l’intera comunità.
Come operatori e operatrici impegnati da anni nei servizi socio-sanitari di strada e di prossimità, riteniamo di fondamentale importanza il fatto che l’amministrazione comunale, per iniziativa dell’assessore alle Politiche sociali, abbia voluto aprire un tavolo di concertazione e confronto con tutti i soggetti dell’associazionismo, del sindacato, del lavoro sociale e delle rappresentanze delle comunità migranti, per concordare insieme le forme e le modalità del recupero di piazza Garibaldi, proponendo la condivisione di un percorso centrato su una logica che sia capace di guardare agli interessi e ai diritti di tutti gli attori, provando a fare in modo che tutti si riconoscano in un processo paritario e per cui in grado di trovare mediazioni e soluzioni condivise.

Per questo siamo disponibili ad attivare da subito un coordinamento operativo permanente tra i nostri servizi finalizzato a garantire una presenza costante nella piazza di un “presidio di ascolto e supporto sociale” capace di accogliere e orientare tutte quelle persone che molto probabilmente, se lasciate sole, nel recupero urbano dell’area finiranno per perdere non solo i precari sistemi di sopravvivenza, ma anche i riferimenti e le reti di auto-aiuto, vedendo così esasperate le loro condizioni di fragilità e disagio.
Proponiamo, ancora, all’Assessore alle politiche sociali e all’Assessore alla Sicurezza, di attivare un percorso formativo comune che veda coinvolti sia gli agenti della polizia municipale, sia gli operatori socio-sanitari, del pubblico e del privato sociale che già oggi lavorano nell’area della stazione.

Trovare finalità comuni; individuare linguaggi e operatività condivise diventa essenziale per scongiurare approcci schizofrenici e contraddittori.
Restituire un’area alla città significa fare in modo che tutti quelli che la vivono, indipendentemente da condizioni e possibilità possano veder rispettate le proprie esigenze.

È su questo elemento che potrà essere verificata la coerenza della nuova Amministrazione sul tema della partecipazione».

Prime firme:
Michele Gargiulo (presidente GESCO);
Andrea Morniroli (Cooperativa sociale Dedalus);
Loredana Rossi (presidente associazione transessuali Napoli);
Mario Rimoli (cooperativa Il Camper);
Pasquale Calemme (Presidente Regionale CNCA – cooperativa Il Millepiedi);
Marianna Giordano (cooperativa Orsa Maggiore),
Vittoria Iapoce (Presidente associazione Priscilla);
Fedele Salvatore (cooperativa Irene 95);
Rosario Stornaiuolo (Presidente Federconsumatori Napoli);
Stefano Vecchio (Direttore Dipartimento Dipendenze Asl Napoli 1 Centro);
Antonella Alterio (Presidente associazione onlus LILAD “Carlo Scolastico”).
Ida Palisi [ufficio.stampa@gescosociale.it]


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