DEI FIRMATARI DELLA PETIZIONE
“PER L’UNIVERSITA’ A SCAMPIA ASSEMBLEA PUBBLICA A SETTEMBRE”
Il successo che, in questi giorni d’agosto, sta riscuotendo nel web l’appello a non lasciar morire il progetto dell’Università a Scampia è segno inequivocabile che questo quartiere è vitale e giovane e vuole provare, sorretto dalla solidarietà di tanti Amici di ogni parte, a scrivere la sua storia futura da protagonista. E’ una tendenza che chi vive il territorio avverte da diversi anni ed è frutto di una tessitura di rapporti tra singoli, associazioni e gruppi che quotidianamente operano nel campo della cultura, dell’assistenza, della formazione, ecc. e hanno lasciato radicare – non senza sacrifici e rinunce personali, spesso, in un clima di indifferenza generale – il seme della partecipazione democratica.
L’iniziativa della petizione, perciò, non nasce nel vuoto, non è estemporanea, ma s’inserisce in questo processo a pieno titolo. Ne siamo tanto consapevoli che, per evitare ogni minimo rischio di strumentalizzazione, vogliamo esprimere apertamente che, aldilà del linguaggio della petizione, necessariamente conciso, non era e non è nostra intenzione usare l’argomento dell’Università e della delibera che ne mette in forse la realizzazione
“contro” l’attuale governo regionale. L’abbiamo detto nella petizione: vogliamo andare “oltre le ragioni della lotta politica”.
In positivo, noi vogliamo sottolineare la necessità e l’urgenza che il nostro quartiere (come, del resto, tante altre realtà territoriali che vivono ai margini) sia guardato non più solo come un problema, da rifuggire o da tenere nascosto, ma come una possibile risorsa di tutta la città. Se Scampia cresce, cresce Napoli! Né crediamo ingenuamente che l’Università risolva tutte le gravi questioni del territorio. E’ solo un passo. Un passo, però, “strategico”, che va nella direzione giusta. Pensiamo, per esempio, alle implicazioni nella percezione del quartiere da parte dei suoi abitanti e degli altri napoletani, ovvero: Scampia non più, solo, un posto da cui si esce (per andare a lavoro, per andare a fare acquisti, per andare a scuola, per andare a divertirsi…per fuggire), ma, anche, un posto verso cui si va (e non solo, come succede adesso, per “cercare la dose”, ma per lavorare, per studiare, fare ricerca, per formarsi…). Pensiamo, ancora, agli effetti, diretti e indotti, che può avere l’Università per il lavoro nel quartiere. Ora, Scampia è il “quartiere più giovane d’Italia” dove non c’è alcuna occasione di lavoro per i giovani. Con l’Università si può cominciare a scardinare questa sua configurazione di “quartiere dormitorio”.
Parlare, oggi, di “bene comune” suona ingenuo, strano, sospetto. Eppure, ciò che ci ha mossi in quest’ iniziativa è unicamente la ricerca di questo bene, che vogliamo perseguire con sincerità e tenacia, attraverso gli strumenti del confronto e del dialogo, senza alcuna velleità. Scampia, per una serie di circostanze storiche e sociali, in questo momento appare come un Laboratorio Politico. Qui si sta riproponendo, forse con più forza che altrove, la necessità di ridare il primato alla politica, a una politica che riscopra la sua alta funzione di ascolto dei bisogni degli uomini e di elaborazione di risposte degne dell’uomo. In questo senso, ci sembra opportuno lanciare l’idea di una grande assemblea pubblica da organizzare a settembre in cui, con la partecipazione di tutti (istituzioni, partiti, associazioni, gruppi, singoli,..) si possa parlare insieme, nel rispetto delle reciproche diverse visioni, del futuro del quartiere a partire dalla sua Università.
Firmato:
Aldo Bifulco, Gennaro Sanges, Mirella La Magna, Silvana Casertano, Ciro Corona, Rosario Esposito La Rossa, Martina Pignataro, Simona Del Vecchio, Giuseppe Finaldi, Ernesto Mostardi.

da: ernesto mostardi

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Petizione On line con elenco firmatari ed altro materiale su : www.fuoricentroscampia.it
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9 agosto 2010
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Napoli: Scampia si mobilita per la sua Università
Nel web, da qualche giorno, ha preso forma e sta navigando velocemente una petizione per chiedere al Presidente della Giunta regionale della Campania, Stefano Caldoro, all’ex Rettore della Federico II, Guido Trombetti, e al Sindaco di Napoli, Rosa Iervolino Russo, di non fare morire il progetto della Facoltà di Medicina a Scampia messo in campo, con consensi unanimi, dalla precedente Giunta regionale e sospeso dall’attuale per motivi di politica finanziaria.

La petizione “PER L’UNIVERSITA’ A SCAMPIA” può essere sottoscritta collegandosi al sito www.fuoricentroscampia.it. I promotori e primi firmatari si appellano a tutti quelli che hanno a cuore le sorti del quartiere a Nord di Napoli – difficile e, spesso, dimenticato – perché non solo aderiscano alla petizione online, ma la diffondano con ogni mezzo per creare in merito opinione e fare pressione sugli organi politici.

La Facoltà di Medicina, specificamente il Corso di Laurea in Scienza della nutrizione umana, con i suoi numeri – un edificio di 5 piani su un’area di 15 mila metri quadrati, 2500 studenti, un investimento di 21 milioni e 450 mila euro di Fondi Europei – rappresenta “una vera e concreta opportunità di crescita civile, culturale ed economica sorretta, finalmente, da una visione politica di programma che mira alla valorizzazione della capacità del territorio e della sua gente”.

Ad essa, secondo i promotori dell’iniziativa, non si può rinunciare se si vuole che il quartiere cominci a costruire “pacificamente, con intelligenza e impegno civile, un futuro migliore”. Da qui l’accorata richiesta agli organi di Governo regionali (“oltre le ragioni della lotta politica di parte e delle stesse motivazioni di ordine finanziario”) di ripristinare la validità giuridica degli atti per consentire di avere al più presto l’Università a Scampia.

La mobilitazione, intanto, prosegue con forza e raccoglie sempre più adesioni proponendosi, in un tempo di crisi della politica, come un esempio di impegno limpidamente orientato al “bene comune” attraverso il metodo della partecipazione democratica.

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Ernesto Mostardi
www.fuoricentroscampia.it
mailto: redazione@fuoricentroscampia.it
cell.: 349 64 54 831

da: ernesto mostardi


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