IN ESAME LE REGOLE PER IL ‘BEAUTY CONTEST’ E’ IL MOMENTO PER ‘MEDICARE’ IL MALANDATO MERCATO

Dopo un’interminabile attesa che ha provocato non pochi danni alle emittenti nazionali indipendenti sia in termini economici che di immagine, si apprende direttamente dal presidente Calabrò che L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) comincerà giovedì prossimo ad esaminare gli eventuali aggiustamenti a disciplinare di gara per i multiplex per la tv digitale terrestre, dopo il via libera della Commissione europea alla partecipazione di Sky alla competizione che avverrà in c.d. ‘beauty contest’. Non finisce qui perché dopo aver varato il regolamento, sarà il Ministero dello Sviluppo Economico – Dip. Comunicazioni (MSE-Com) a bandire la gara.
ReteCapri, emittente nazionale indipendente dal 1982, ribadisce fermamente che attraverso il beauty contest le potrà essere assegnata il secondo mux per ripristinare un legittimo diritto negato dalla famigerata delibera Agcom N. 181 (già impugnata) che generò squilibrio di mercato rafforzando il duopolio Rai- Mediaset e la posizione di Telecom. ReteCapri ricorda che la questione delle frequenze si è aggravata con l’assegnazione sperimentale del canale 58 a Mediaset prima del varo del bando conferendole di fatto un settimo mux (tra DVB-t e DVB-h) in assoluto mancato rispetto della libera concorrenza e del pluralismo. In tale contesto l’emittente caprese ha, a sua volta, chiesto l’assegnazione di altro canale per la sperimentazione dell’HD delle televisioni in 3D.
“Considerato l’attuale assetto non pluralista del mercato DTT, la nostra posizione – sostiene l’editore Costantino Federico – non potrà non essere esaminata positivamente, e cioè garantendoci il secondo mux che peraltro abbiamo già operativo. Vogliamo ricordare che i nostri legali sono già sul campo su altri fronti, quello dell’LCN e quello del nuovo Piano Frequenze per i quali è già stato fatto ricorso. Sono, quindi, pronti ad agire anche in merito al beauty contest che, ricordiamo, è davvero l’ultima occasione che può sfruttare il Governo per medicare il malandato settore televisivo. Non dimentichiamo che anche la Commissione Europea sta attentamente monitorando la questione”.

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