A NAPOLI I PRESIDENTI DELLE ASSEMBLEE LEGISLATIVE REGIONALI EUROPEE.
Napoli, Castel dell’Ovo, 5 e 6 luglio.

LA CALRE, CONFERENZA DEI CONSIGLI REGIONALI D’EUROPA
“La cooperazione parlamentare euromediterranea nello scenario mondiale: il ruolo delle Assemblee regionali”

6 LUGLIO
Dopo il G7 si riaccendono i riflettori su Napoli per la Conferenza delle Assemblea Legislative Regionali Europee che proietta la città partenopea come capitale della diplomazia culturale del Mediterraneo.
La relazione conclusiva del Presidente del Consiglio Regionale della Campania Alessandra Lonardo.

Mi onora chiudere le attività di un incontro politico e di studio così prestigioso, come quello che abbiamo tenuto in questi due giorni di lavoro.
Le mie riflessioni conclusive presuppongono tutti gli interventi e le belle suggestioni che essi hanno prodotto sia in me sia nei partecipanti al convegno, per quanto ho avuto occasione di cogliere nell’ascolto dei nostri graditissimi ospiti.
Per ragioni di tempo non li citerò singolarmente ma ne coglierò il senso e ve li trasmetterò nella mia personale sintesi.
La prima conclusione evoca i temi della centralità della politica e della vita del cittadino/persona nelle decisioni da assumere. Se non si parte da tale punto di svolta iniziale si cade nel dibattito sterile e si rinviano alla mediazione burocratica le responsabilità che sono e devono essere esclusivamente della politica.
Tale centralità richiede molta cooperazione istituzionale, una buona dose di senso compiuto per l’efficacia dei risultati e, in particolar modo, la voglia di uscire dagli stereotipi del Palazzo per andare incontro alla gente, all’altro da noi, nel rispetto della sua identità e dei suoi bisogni, come già dicevo al principio di questo nostro incontro. Giustamente si è parlato del bisogno di un nuovo “spazio politico” per il bacino del Mediterraneo, un luogo del dialogo culturale che anticipi i grandi eventi del domani, come la “Unione del Mediterraneo”, ipotizzata dal neo Presidente francese.
Democrazia, valori condivisi, identità della memoria sono solo alcune delle parole chiave per accedere correttamente al mondo di questa auspicata, possibile Unione del Mediterraneo.
Ma, voglio rimarcarlo, perché è stato detto con viva chiarezza espositiva da chi mi ha preceduto, fra le tante opportunità da cogliere, questa del nostro appassionante convegno assume una priorità assoluta, dato il momento storico che viviamo: la pace e la sicurezza si costruiscono nel dialogo continuo tra attori diversi posti su un piano di parità. E gli attori siamo tutti noi. Nessun confine, per quanto militarmente rafforzato, ci può tenere indenni dalle intrusioni. I flussi migratori, infatti, non disgiuntamente dai fattori di incremento tecnologico, hanno relegato in un angolo le pretese nazionalistiche. Ecco perché il documento dell’Organizzazione delle Nazioni Unite sottoscritto ad Istambul non si pone il problema difensivo bensì quello partecipativo, che viene comunemente definito a livello europeo con la bella espressione, pure richiamata in questa sede, della “qualità della vita”.
Purtroppo la paura dell’altro è diffusa, la “politica della paura”, come è stata qualificata, la fa da padrone. Il potere, in special modo quello delle grandi concentrazioni economiche, opportunamente dissimulato, sfrutta tale paura per garantire i propri interessi. Lo afferma un saggio di recente pubblicazione di un notissimo sociologo europeo. Se l’11 settembre ha cambiato il mondo, non lo ha mortificato L’ho già detto: occorre il coraggio, il rinnovato e straordinario coraggio delle azioni collettive, per dar voce ai bisogni profondi e inappagati della gente. Occorre una realtà benefica, che dia fiducia alle persone. L’associazionismo giovanile, le ONG, gli organismi intermedi svolgono un ruolo fondamentale, come dimostra la nostra sensibilità istituzionale nei confronti del movimento associativo in generale, finalizzato nella specie ad una legge regionale sulla cooperazione decentrata, attualmente pendente nella nostra Commissione competente.
L’espansione ad est dell’Europa è un fatto, ma contemporaneamente si sviluppano segnali di attenzione, direi necessitati, verso la riva sud del Mediterraneo, non in termini coloniali di vecchia maniera ma in termini di recupero di innovative alleanze economiche e sociali. L’esempio europeo della coesione regionale rappresenta un modello utilizzabile su più vasta scala.
Le proposte del Presidente del Senato Marini e del Vicepresidente della Commissione Europea Frattini sono state una sollecitazione importante per uno slancio ulteriore verso un futuro migliore, che risiede anche nelle mani dei consiglieri regionali di tutte le regioni d’Italia e – in un’ottica di unitarietà dell’ordinamento – d’Europa, che richiamo ad una unità d’intenti concretizzata da Conferenze stabili e periodiche, per il rilancio, qui a Napoli, quest’oggi, del processo di Barcellona, con un’analisi dello stato di avanzamento dei lavori da tenere qui, tra un anno.
Un primo passo in questa direzione ci può essere offerto dalla proposta di Dichiarazione delle Assemblee regionali sulla cooperazione parlamentare euromediterranea, che presentiamo in conclusione dei nostri lavori, come documento programmatico e anche quale auspicio per una nuova base relazionale di natura politica.
Un cospicuo numero dei concetti illustrati sinteticamente sin qui li ritroviamo nel documento poc’anzi citato.
Quello che colgo l’opportunità di dire e proporre in questa sede è di fare della Campania e della città di Napoli – ma non ci sottraiamo al cortese invito delle Canarie e di chiunque voglia partecipavi – l’anello di snodo di una stagione di vera “diplomazia culturale” posta all’apice della riva sud del Mediterraneo e invito il sistema delle università, dei centri di ricerca e degli istituti scientifici campani, nazionali, europei ed extracontinentali a collaborare fattivamente per mettere in comune le risorse locali euromediterranee in una dimensione di competitività globale.
Concludo con il segno di un’intensa gratitudine manifestata nei confronti dei presenti e di tutti i partecipanti. Confidiamo di accrescerci e di rinsaldarci, mantenendo fede alle idealità che ci uniscono ma anche a quelle che ci differenziano. Grazie, grazie, grazie. Un caro abbraccio.
Ufficio Stampa
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5 LUGLIO 2007
RELAZIONE INTRODUTTIVA di ALESSANDRA LONARDO, PRESIDENTE CONSIGLIO REGIONALE CAMPANIA.

Il Consiglio Regionale della Campania si è candidato, in
seno alla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee Legislative delle Regioni e delle
Province Autonome della Repubblica italiana, a tenere a Napoli, città capoluogo della Regione Campania e sede consiliare, la Conferenza delle Assemblee Legislative Regionali Europee dal titolo:
“La cooperazione parlamentare euromediterranea nello scenario mondiale: il ruolo delle Assemblee regionali”.
Si è trattato di una scelta di
campo,consapevoli dell’innovazione istituzionale da tempo introdotta
nella prassi del Consiglio Regionale della Campania, che ha visto la nostra Assemblea Legislativa crescere in modo progressivo nella considerazione
interna ed esterna in ordine al proprio ruolo politico di indirizzo strategico nei confronti non solo della realtà
territoriale di riferimento ma anche della rete nazionale e
internazionale.
Il Consiglio Regionale della Campania, d’intesa con il
Consiglio Regionale del Molise, presiede la “Commissione di Studio
per lo sviluppo e l’integrazione delle funzioni legislative, di
indirizzo e di controllo nell’ambito delle politiche regionali complesse”, introdotta, in uno ad altre Commissioni di Studio di pari rilevanza, dalla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee Legislative delle Regioni e delle Province Autonome e, in particolare, dal suo
Presidente, Alessandro Tesini, per rielaborare criticamente il ruolo
consiliare in una dimensione armonizzata e di grande impatto
funzionale, anche alla luce della riforma del Titolo V della
Costituzione italiana.
Con spirito di viva gratitudine e di grande amicizia il Consiglio Regionale della Campania augura il benvenuto agli illustri Relatori, in special modo a quelli stranieri, nonché agli Enti, agli Organismi, alle Associazioni, alle Persone, a tutti gli
intervenuti, tutti ugualmente indispensabili per la buona riuscita del nostro progetto di partecipazione democratica al processo di cambiamento in atto sulla scena planetaria.
Non sono solo i cittadini d’Europa, infatti, a dover svolgere una funzione promozionale
della identità culturale che li contraddistingue da secoli, ma questi insieme a coloro che ne sono stati i veri progenitori e compagni diviaggio sin dall’origine della celebrata civiltà occidentale: i continenti europeo, africano e asiatico convivono nel multiforme caleidoscopio mediterraneo; il primo senza gli altri due sarebbe monco di una buona parte della propria storia e, quindi, del proprio futuro.
L’europeo Platone – come ci ricorda uno studioso in un suo recente saggio –imparò l’arte suprema, di cui diede illuminato insegnamento al
mondo intero, dai sacerdoti egiziani.
L’iniziativa odierna, perciò,
non intende limitarsi a registrare lo stato delle relazioni politiche
euromediterranee ma si propone di rilanciarle in una versione nuova,
umanitaria e unitaria, ponendo al centro di questi negoziati “aperti”
la città di Napoli, come ‘novella’ capitale morale del dialogo
interetnico, interreligioso, inter-generazionale. Forte del suo
passato, oggi Napoli, anche se sofferente, è una città vitalissima, dove le barriere preconcette cadono al cospetto della realtà e della solidarietà tra i popoli.
E voglio ricordare come nel V secolo avanti Cristo già Napoli e l’intero Mezzogiorno illuminavano, per cultura, filosofia, arte, il mondo intero, al punto da essere definiti ‘Magna Grecia’.
Il Consiglio Regionale della Campania, che ha sede qui a Napoli, si candida a testimoniare la mediazione politica tra
istanze geograficamente differenziate da tradurre nella prospettiva di una cultura della pace duratura.
Se “la politica è l’arte della
decisione e della responsabilità in un contesto storicamente dato” –
continuo nella citazione del saggio in precedenza richiamato – il nostro compito è quello di smuovere le coscienze ad esaltare il coraggio silenzioso delle azioni collettive e dei valori che esse condividono per una piena contestualizzazione delle idee.
Non si tratta di imporre un modello di sviluppo, quello europeo, a soggetti ad esso estranei, ma di dare un senso, un’anima, alla storia di cui tutti
noi siamo protagonisti.
Il poeta Paul Valéry, nei suoi scritti “quasi politici”, definì l’Europa “parte più preziosa dell’universo terrestre”, “perla della sfera” e “cervello di un vasto corpo”, ma il grande intellettuale francese non poteva di certo immaginare, nelle sue
riflessioni sulla crisi del pensiero occidentale, un’opportunità più significativa di quella che ci è offerta, secondo un diffuso punto di
vista, dall’abbattimento delle barriere fisiche tra Stati nazionali, a seguito della profonda rivoluzione tecnologica e delle accresciute dinamiche commerciali, e, al contempo, dalla necessità di ritrovarci,nella solitudine globale, dinanzi all’altro da noi, in posizione
immanente di ascolto e, più mediatamente, di cooperazione reciproca.
Il rispetto dell’altro, fondato sulla conoscenza non occasionale, è il fatto vero sul quale abbiamo costruito l’incontro odierno.
Abbiamo messo insieme le diverse anime del dibattito in corso per capire e far capire verso che cosa stiamo andando, usando registri metodologici molto variegati, allo scopo di evitare un approccio monocorde e scontato ancor prima d’essere sperimentato.
Non sappiamo se siamo riusciti nel nostro intento.
Di certo, ci abbiamo provato, mettendo in gioco tutto il nostro impegno.
Gli attori sul palco e quelli dietro le quinte costituiscono il primo nucleo di una squadra che può e vuole continuare a vivere l’esperienza contingente come un fenomeno dotato di stabilità e di adeguata organizzazione.
Noi lanciamo la sfida, la nostra sfida, sulla legislazione
euromediterranea per una convergenza non solo e non tanto di strumenti di tecnica legislativa, quanto e soprattutto di contenuti, da mettere in comune, a partire dalle risalenti e munifiche tradizioni culturali
alle quali si faceva poc’anzi cenno.
Di “politica e cultura”
parlava il compianto filosofo torinese Norberto Bobbio in un saggio del 1962.
Il popolo (l’espressione è usata nella fondamentale impostazione che ne ha delineato la dottrina tedesca del diciannovesimo secolo), il nostro popolo, al quale dobbiamo dar conto del nostro operato, non è chiuso tra le quattro mura domestiche, né ridotto alle astratte e
mortificanti schematizzazioni di genere, ma pulsa di una passione autentica che trasfonde i confini regionali e si conforma, muta, comprime ed espande, in una visione empirica, come materialità ideale, plasticamente coerente con se stessa.
Il nostro popolo, ce lo insegnano le vicende della CALRE, non parla una sola lingua ma molte
lingue, non rivendica un solo obiettivo ma molti traguardi, non teme di retrocedere perché confida di andare avanti nella moltitudine delle spinte concentriche.
E la legge, come formula parlamentare, appena trasfigurata, del diritto vivente, si coniuga in rapporto a tale concezione di popolo, senza il quale anche il nostro esercizio legislativo locale sarebbe privo di significato e di efficacia. Perciò
dobbiamo evocare e rinsaldare il rapporto con il popolo – nell’accezione cara al Savigny (il famoso giurista tedesco, fondatore della scuola storica del diritto) –che noi tutti ‘siamo’, abbattendo gli steccati degli interessi corporativi ed esaltando il patrimonio delle regole come beni pubblici al servizio del politica e non pericolosamente prevalenti su di essa, fino al nichilismo distruttivo di cui ha dato drammatica prova lo scorso secolo.
La nostra fierezza rivendica un’affermazione netta di appartenenza al popolo
euromediterraneo. La chiarezza della nostra presa di posizione non potrà non rischiarare la strada, lunga ed irta di difficoltà, da percorrere insieme.
Buon lavoro!
Siate fieri, e siamo fieri! di
questo momento e producete, da esso, i risultati ai quali vi sentite chiamati. Sentitevi come tra le cose e le persone a Voi più care. Grazie d’essere qui con noi.

LA NOTA PRELIMINARE
La città di Napoli ospiterà per la prima volta la Conferenza delle Assemblee Legislative Regionali Europee (CALRE) e si candida a diventare capitale del Mediterraneo.

OBIETTIVI DELLA CONFERENZA

“La Cooperazione parlamentare euromediterranea nello scenario mondiale: il ruolo delle Assemblee Regionali”, è questo il tema che verrà affrontato il 5 e 6 luglio nella storica e prestigiosa sede di Castel dell’ Ovo, su iniziativa del Consiglio Regionale della Campania presieduto da Sandra Lonardo, dai Presidenti delle Regioni Europee appartenenti al CALRE: l’associazione interistituzionale che raggruppa le Assemblee Legislative Regionali dell’Unione Europea nata con l’obiettivo di rafforzare i meccanismi di cooperazione legislativa tra le regioni europee, esaltando il ruolo del cittadino nell’ambito della democrazia rappresentativa, insieme ai valori di libertà, capacità ed uguaglianza, aprendo nuove forme di democrazia partecipativa.

L’obiettivo ultimo della Conferenza promossa dalla Presidente è quello di garantire la continuità del dialogo e l’istituzione di una Conferenza permanente tra le Assemblee legislative regionali e gli organismi istituzionali omologhi nella riva sud del Mediterraneo.
Per iniziativa della Presidente Lonardo è stata scelta la città di Napoli per ospitare la conferenza della CALRE.
La Città di Napoli si candida ad essere all’interno di un sistema di forti contrapposizioni nord-sud, il luogo naturale per un riequilibrio territoriale e per una ricomposizione dei conflitti internazionali: città diplomatica e capitale del Mediterraneo, nella triplice accezione politica, socio-culturale ed economica.

Nel corso della due giorni viene affrontato il tema della cooperazione legislativa euromediterranea dal punto di vista dei diritti umani, di quelli socio-culturali e di quelli economici ed intende fare di questi tre aspetti una sintesi emblematica per il progresso intercontinentale, per la pace internazionale e per la giustizia globale.

I LAVORI ASSEMBLEARI

I lavori saranno aperti da Sandra Lonardo, Presidente del Consiglio Regionale della Campania, e si articoleranno in tre Sessioni.
Ciascuna Sessione sarà presieduta da un Presidente di Consiglio Regionale italiano.

IL PROGRAMMA

I SESSIONE.
La I Sessione è dedicata al processo di democratizzazione.
Sarà riservata particolare attenzione al ruolo delle Assemblee Regionali, a quello della società civile e del partenariato nella prospettiva euromediterranea.
Parteciperanno illustri cattedratici esponenti del mondo associativo economico e politico, sia a livello nazionale sia a livello internazionale.

Le conclusioni della Sessione saranno riservate al Presidente degli Affari esteri della Camera dei Deputati, On. Umberto Ranieri.

II SESSIONE
La Sessione è dedicata all’integrazione sociale e culturale del Mediterraneo.
Si approfondiranno i temi del dialogo interculturale per l’individuazione dei valori condivisi e la dimensione culturale del partenariato euromediterraneo nelle Amministrazioni regionali e locali e si concentrerà l’attenzione sullo scambio di esperienza per la definizione di un’identità euromediterranea tendenzialmente unitaria.
Parteciperanno esponenti universitari e del mondo della ricerca e illustri politici di particolare rilievo, espressioni delle diverse anime coinvolte nell’iniziativa.

Le conclusioni sono affidate al Presidente del Senato Sen. Franco Marini.

III SESSIONE
La Sessione è dedicata all’integrazione economica.
Si approfondiranno gli spunti delle sessioni precedenti e si analizzeranno, più nel dettaglio, le questioni imprenditoriali e quelle dello sviluppo e della sicurezza nell’ottica della globalizzazione.
A tale sessione parteciperanno tecnici dei massimi livelli istituzionali e politici fortemente impegnati sui temi oggetto della sessione.

Di particolare rilievo l’intervento del Vice Presidente della Commissione Europea, On. Franco Frattini.

A conclusione della Sessione, tenuta dal Presidente della Conferenza delle Assemblee Regionali, Alessandro Tesini, sarà presentata la Carta delle Assemblee Regionali.

CONCLUSIONI DELLA CONFERENZA

Le conclusioni della Conferenza sono riservate alla Presidente del Consiglio Regionale della Campania, Alessandra Lonardo.

INFO
CALRE NAPOLI PRESS
Uff.stampa tel. 0817783626 – 0817783618
rif. Teodorico Boniello cell. 3389253287
rif Leila Ricci cell 3475743143

da: calrenapoli.press@gmail.com


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