SRM IL 2 DICEMBRE 2011 PRESENTA IL PRIMO RAPPORTO ANNUALE SULLE RELAZIONI ECONOMICHE TRA ITALIA E PAESI DEL MEDITERRANEO

SRM, Centro Studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo, presenta il 2 dicembre 2011 a Napoli i risultati del Primo Rapporto Annuale su “Le relazioni economiche tra l’Italia e il Mediterraneo”:
 L’Italia è il primo partner commerciale dell’Area Med con 63,3 miliardi di euro, di cui quasi il 30% riguarda il Mezzogiorno; Germania e Francia sono al secondo e terzo posto, rispettivamente con 52,4 e 46 miliardi di euro.
 Al netto dell’interscambio energetico, l’Italia scende dal primo al terzo posto con 35,9 miliardi di euro, preceduta da Germania e Francia con rispettivamente 46,7 e 37,1 miliardi di euro.
 Le previsioni al 2013 vedono l’interscambio italiano con l’Area Med crescere a 82,3 miliardi di euro.
 Secondo stime recenti, anche applicando profili prudenziali e considerando la bassa quota di investimenti in Italia, il nostro Paese potrebbe essere destinatario di un flusso di investimenti dei Fondi Sovrani dell’Area MENA compreso tra i 4 e i 10 miliardi di dollari nei prossimi quattro anni.
 Il PIL dell’Area MENA è stimato in crescita nel 2012 del +3,7%; Algeria, Egitto e Giordania con tassi di crescita sopra la media.
 Il 37% dell’export italiano è realizzato per via marittima, di cui un quarto è diretto ai Paesi del Mediterraneo.

Napoli, 2 dicembre 2011 – SRM-Studi e Ricerche per il Mezzogiorno ha oggi presentato, nella sala delle Assemblee del Banco di Napoli, il Rapporto Annuale 2011 su “Le relazioni economiche tra l’Italia ed il Mediterraneo” .
Il Rapporto 2011 raccoglie i risultati del monitoraggio costante e delle analisi più significative dell’Osservatorio Permanente di SRM sui rapporti economici tra l’Italia (e il Mezzogiorno in particolare) e i Paesi extra Unione Europea che si affacciano sul bacino del Mediterraneo.
Nello specifico, sono tre i “mediterranei” che SRM oggetto dell’indagine: area Southern Med (Marocco, Algeria, Tunisia, Libia, Egitto), area Eastern Med (Israele, Libano e Turchia) e area Adriatic Med (Albania, Bosnia e Croazia). E tre sono le tipologie di relazioni economiche da e verso il nostro Paese analizzate: le dinamiche commerciali, che nel volume sono descritte attraverso un quadro macroeconomico dell’area MENA e un’analisi dettagliata dell’interscambio commerciale con l’Italia; i flussi finanziari, sia in entrata (i Fondi Sovrani) che in uscita (le rimesse degli immigrati) dal nostro Paese; e infine, i collegamenti infrastrutturali, prendendo in considerazione l’analisi dei flussi di traffico marittimo, i sistemi portuali e retroportuali e, sul tema energetico, le nuove reti e corridoi.
I lavori del convegno sono stati aperti dal Presidente di SRM, Paolo Scudieri, e dal Direttore Generale del Banco di Napoli, Giuseppe Castagna. Il Rapporto è stato presentato dal Direttore Generale di SRM, Massimo Deandreis, con un intervento sull’interscambio economico tra l’Italia e i Paesi Mediterranei. Logistica, portualità e fondi sovrani sono i temi dei focus di approfondimento della ricerca. Una tavola rotonda, moderata dal Direttore de “Il Mattino” Virman Cusenza, ha visto confrontarsi esponenti nazionali e internazionali del mondo istituzionale e diplomatico, rappresentanti dell’imprenditoria e della finanza, sulle analisi e sugli scenari economici descritti dal Rapporto. I lavori sono stati chiusi da Marcello Sala, Vice Presidente vicario del Consiglio di Gestione Intesa Sanpaolo.
«Non abbiamo realizzato un lavoro occasionale — sottolinea il Presidente Paolo Scudieri — al contrario SRM ha dato vita ad un gruppo di ricerca stabile, che si concentra sulle relazioni economiche tra il nostro Paese (e il Mezzogiorno in particolare) e il bacino del Mediterraneo. Un’area, come ci dimostrano i dati, dalle grandi potenzialità per la nostra economia, ma ancora non pienamente valorizzata. Certo vi sono molti elementi di incertezza politica e di inquietudine sulle future relazioni con l’Europa. Tuttavia l’economia è un driver importante delle relazioni internazionali e nel predisporre questo Rapporto abbiamo guardato ai tanti imprenditori e operatori economici che non si spaventano delle barriere culturali, ma operano, investono, intraprendono tra le due sponde del Mediterraneo. Con la convinzione che, attraverso l’informazione e l’analisi economica, si possa dare un contributo a costruire più intense relazioni economiche».
«Il Mediterraneo potrebbe essere il nostro Est Europa — spiega Massimo Deandreis Direttore Generale di SRM — La Germania ha avuto tassi di crescita superiori alla media comunitaria e largamente migliori di quelli italiani, anche grazie al fatto che l’Europa dell’Est è un ampio mercato di sbocco, ormai stabilizzato e integrato nel mercato comune europeo. Il Rapporto di SRM ci indica con chiarezza quello che, analogamente, potrebbe rappresentare per l’Italia un’area del Mediterraneo pacificata, democratica e più integrata all’Europa. Le incertezze politiche su questi paesi non ci devono impedire di avanzare su questa strada perché la rilevanza economica del bacino del Mediterraneo va ben al di là dei dati, pur rilevanti, sull’interscambio commerciale. Dagli investimenti dei fondi sovrani dell’area Mena alle rimesse degli immigrati; dalla funzione strategica della portualità italiana ai dati sull’interscambio energetico, emerge con chiarezza il ruolo determinante che può giocare quest’area per l’economia del nostro Paese e del Mezzogiorno in particolare».
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I NUMERI DEL RAPPORTO
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Dinamiche commerciali
L’Italia è al primo posto tra i paesi europei per valore dell’interscambio commerciale con l’Area Med con 63,3 miliardi di euro nel 2010, valore che è quasi raddoppiato nell’arco del decennio 2001-2010. La sua posizione di leadership è dovuta alla forte incidenza dell’interscambio di prodotti energetici (oltre il 43% del totale, pari a 27,4 miliardi di euro) che si concentra per il 60% nell’area Southern Med. Al netto dell’interscambio energetico l’Italia, con 35,9 miliardi di euro, si colloca al terzo posto tra i paesi europei dopo Germania e Francia, una posizione di primo piano, indicativa dell’importanza del Mediterraneo nelle relazioni commerciali dell’Italia.
Le previsioni al 2013 vedono infatti l’interscambio italiano con l’Area Med crescere a 82,3 mld di euro, con un aumento di quasi 20 mld di euro rispetto al dato del 2010.
All’interno del quadro nazionale, il Mezzogiorno ha un ruolo centrale; esso esprime oltre il 28% dell’interscambio italiano con l’Area Med (15,4 miliardi di euro) e quasi il 60% dell’interscambio di prodotti energetici, concentrati in gran parte in Sicilia e Sardegna. Escludendo i prodotti energetici, gli scambi commerciali del Mezzogiorno con l’Area Med sono pari a 4,1 miliardi di euro, il 12% del totale nazionale, con Campania e Puglia al primo posto tra le regioni meridionali.
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Flussi finanziari
Un secondo aspetto delle relazioni indagate dal Rapporto è rappresentato dai flussi finanziari, sia in entrata che in uscita dal nostro Paese. Dal primo punto di vista, si evidenzia il ruolo centrale che i fondi sovrani vanno assumendo quali veicoli di investimento pubblico verso i paesi occidentali: i Fondi dei paesi dell’area MENA gestiscono un patrimonio stimato in circa 1.750 miliardi di dollari, con previsioni di crescita fino a 2.500 miliardi nel 2015. Si stima che l’Italia potrebbe attrarre un flusso di investimenti compreso tra i 4 e i 10 miliardi di dollari l’anno nei prossimi quattro anni.
Per quanto concerne i flussi finanziari in uscita, un ruolo determinante è svolto dalle rimesse dei lavoratori immigrati. Si calcola che esse hanno un’incidenza sul PIL dei paesi di origine dei migranti pari all’1,9% che sale al 3,3% per i paesi del Nord Africa, arrivando fino ad una quota del 6,9% per il Marocco. Nel 2010 gli immigrati africani residenti nel nostro Paese hanno trasferito circa 821 milioni di euro alle proprie famiglie d’origine, pari al 12,5% del totale delle rimesse dall’Italia. Nel Nord Africa sono stati trasferiti 385 milioni di euro, poco meno del totale delle rimesse verso l’intero continente africano. Si tratta di un fenomeno che ha un notevole impatto nelle economie dei paesi di rimessa. La destinazione finale del denaro è infatti il sostegno a spese per consumi, per la famiglia, ma anche per l’avvio di iniziative imprenditoriali nel Paese d’origine (8%), spesso proprio in connessione diretta o indiretta con il nostro Paese. In questo quadro, garantire agli immigrati un accesso più facile ai servizi bancari potrebbe contribuire alla valorizzazione delle rimesse e ad una migliore allocazione delle risorse finanziarie.
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Collegamenti infrastrutturali
Una partita essenziale per potenziare le relazioni economiche con l’area del Mediterraneo si gioca infine sul piano infrastrutturale. A partire dagli anni ’90 del secolo scorso, il Mediterraneo ha ritrovato la sua posizione centrale nei traffici mondiali grazie al progressivo spostamento del baricentro dell’economia globale verso l’Estremo Oriente, arrivando ad intercettare circa il 15% del traffico mondiale di merci.
Le esportazioni marittime dell’Italia verso i Paesi dell’Area Med costituiscono il 25% dell’export marittimo totale. I flussi commerciali si concentrano soprattutto nel Southern Med (per il 55% nel 2010).
In questo contesto vi sono ampi margini di crescita per i porti hub italiani (Gioia Tauro, ma anche Taranto e Cagliari). Questi devono tuttavia attrezzarsi per competere con maggiore efficacia con i porti della sponda sud del Mediterraneo – Port Said in Egitto e Tanger Med in Marocco, soprattutto – che tra il 2005 e il 2010 hanno registrato una crescita delle proprie quote di mercato proprio a spese degli scali italiani. A tal fine, occorre preventivamente affrontare il tema dei sistemi retro-portuali e dell’accessibilità ferroviaria e viaria, attuando strategie precise, sia in termini di investimenti infrastrutturali (fondali e banchine) sia in termini di specializzazioni di trasporto, come ad esempio le Autostrade del Mare e i traghetti Ro-Ro.
Sempre dal punto di vista infrastrutturale, un ulteriore tema di grande attualità nelle relazioni con il Mediterraneo è lo sviluppo della produzione su larga scala di energia alternativa. Autorevoli studi hanno dimostrato che centrali solari termodinamiche, disposte su meno dello 0,3% dell’intera superficie dei deserti del Nord Africa, sarebbero in grado di generare elettricità e acqua potabile in quantità tali da soddisfare la domanda attuale degli stessi paesi MENA e di tutta l’Europa nonché i fabbisogni stimati per il prossimo futuro. Queste prospettive, che potrebbero sembrare futuristiche, rappresentano invece un business concreto, già allo studio di fattibilità, in grado di offrire un forte stimolo all’incremento delle relazioni economiche con il nostro Paese.
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INFO
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IL RAPPORTO SARÀ DISTRIBUITO AI PARTECIPANTI FINO AD ESAURIMENTO COPIE
In allegato: sintesi del rapporto e programma del convegno. Buongiorno,
trasmetto il comunicato stampa del convegno organizzato da SRM, Centro Studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo.
L’evento presenta il Rapporto Annuale 2011 su “Le relazioni economiche tra l’Italia ed il Mediterraneo”.
Si svolge oggi 2 dicembre 2011 a Napoli dalle ore 9.30 alle 13.30 presso la Sala delle Assemblee del Banco di Napoli in via Toledo 177-178.
Il Rapporto 2011 analizza le dinamiche commerciali, i flussi finanziari, e i collegamenti infrastrutturali tra l’Italia (il Mezzogiorno in particolare) e i Paesi extra Unione Europea che si affacciano sul bacino del Mediterraneo.
In allegato: sintesi del Rapporto e programma del convegno.
Per informazioni consultare il sito www.sr-m.it
Grazie dell’attenzione,Marina Ripoli
Studi e Ricerche per il Mezzogiorno
Ufficio Stampa e Comunicazione
Via M. Cervantes, 64 80133 Napoli
Tel. 081 4935232 Fax 081 4935289
m.ripoli@sr-m.it


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