Nando Cirella: Pomodorino del piennolo del Vesuvio verso la D.O.P
E’ stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 2 gennaio 2006, n. 1, la proposta di disciplinare di produzione della denominazione “Pomodorino del piennolo del Vesuvio D.O.P.”.
Completata quindi l’istruttoria nazionale, curata dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, prima che sul definitivo riconoscimento della proposta si esprimano i servizi tecnici della Commissione Europea.
L’iter procedurale prevede ora un intervallo di 30 giorni dalla pubblicazione per eventuali osservazioni o contestazioni su base nazionale. Trascorsi i quali il Ministero, con proprio decreto, potrà autorizzare la protezione transitoria nazionale che consentirà alle imprese produttrici di certificare il prodotto con la denominazione registrata.
Il Pomodorino del Piennolo del Vesuvio va ad aggiungersi ad altre denominazioni campane che hanno già superato le istruttorie nazionali e comunitarie. Ad oggi, sono 15 i marchi IGP/DOP/STG riconosciuti dalla UE e 8 quelli che hanno ottenuto per ora la protezione transitoria nazionale, mentre altri 16 sono ancora in fase di istruttoria ministeriale.
Detto comunemente piennolo, oppure spongillo, per via della tradizionale tecnica di appenderli uniti a grandi grappoli per conservarli fino all’inverno, il pomodorino del Vesuvio cresce sui terreni impervi alle pendici vesuviane. Non va confuso con il classico pomodorino, la sua buccia è spessa, la polpa compatta e soda, ha un basso tenore di acqua, dal sapore dolce acidulo.
La conservazione tipica di questi pomodorini è in “piennoli”: i grappoli interi, detti “schiocche”, raccolti tra luglio e agosto prima della loro completa maturazione, vengono sistemati su un filo di canapa, legato a cerchio, componendo un unico grande grappolo di diversi chilogrammi che verrà mantenuto sospeso da terra in luoghi ben asciutti e ventilati. Sistema questo, che, favorendo una lenta maturazione, consente di mantenerlo fresco fino alla primavera seguente. La lunga naturale conservazione è dovuta al fatto che le piante sono coltivate “in asciutta” e alla buccia piuttosto spessa che limita la disidratazione del frutto.
L’area geografica di produzione del Pomodorino del piennolo del Vesuvio è ristretta a 18 comuni della zona vesuviana, quasi tutti ricadenti nell’area del Parco nazionale del Vesuvio.
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