Coronare i vini d’Italia, una missione possibile da compiere a occhi bendati

Si sono chiuse nel tardo pomeriggio di sabato, con una batteria di cinque Vin Santo, tre dei quali da fuochi d’artificio, i lavori della superfinale dell’edizione 2009 dei Vini Buoni d’Italia, la due giorni a porte aperte con la quale il TCI ha individuato i Coronati del Centro Sud della Guida dedicata agli autoctoni italiani.
Ad annunciare i nomi delle prime 83 etichette premiate, alla presenza delle istituzioni, dei giornalisti e dei produttori arrivati al quattrocentesco Convento dei Lattani di Roccamonfina, sono Mario Busso e Luigi Cremona, curatori della Guida. Solo due ore prima si concludevano le ultime selezioni presso la Tenuta Terre Conca di Berardino Lombardo, che tra degustazioni, un rinfrescante tuffo in piscina, una chiacchiera sotto gli alberi con i produttori venuti per assistervi e la cucina di territorio, saporita e autentica come mai, è stato il quartiere generale delle operazioni.
Dopo la cerimonia di annuncio dei Coronati, la cena di gala con gli chef Enrico Pierri, Angelo D’Amico e Giampiero Albanese, nel suggestivo refettorio del Convento con affaccio sul chiostro, rigorosamente a lume di candela. Tra canti a cappella della locale tradizione contadina e una contagiosa posteggia napoletana che ha finito per coinvolgere tutti.
Il clima che si respira venerdì mattina, nel gruppo dei coordinatori e delle regioni Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna, suona un po’ come “vado l’ammazzo e torno”: bello carico. Da missione speciale. Si avverte che, chi più chi meno, ognuno sente il dolce peso della responsabilità di essere rappresentante di una rosa selezionata di prodotti che ambiscono a proporsi come eccellenza, ai lettori del Touring. Dietro ogni ambasciatore, c’è un popolo di viticoltori che esige massimo rispetto. Premiati o non premiati che siano alla fine della due giorni, con il loro lavoro testimoniano ogni giorno l’Italia del Lambrusco, del Sangiovese, del Verdicchio, del Sagrantino, degli Aglianico, del Negroamaro, del Cannonau, del Nero d’Avola ma anche del Gaglioppo, della Tintilia, della Cococciola, del Bombino nero, del Nerello Mascalese e così via.
Attorno al tavolo della giuria, ci sono alcuni dei più esperti degustatori professionisti di ogni regione – Laura Franchini, Guido Ricciarelli, Gianni De Bellis, Andrea De Palma, Alma Torretta, Ignazio Francesco Spano – e ben tre Premi Veronelli: il gastronomo Luigi Cremona e i giornalisti professionisti Antonio Paolini e Luciano Pignataro. Con Giulia Cannada Bartoli e Michela Guadagno, sono tra le componenti di quella che abbiamo scherzosamente definito la “giuria ombra” o “a righe gialle”, una fortunata combriccola che ha raccolto l’invito ad assistere all’evento e che ha come unico diritto di godersi senza ansie questa sfilata di campioni e di osservare, in religioso silenzio, i passaggi attraverso i quali si consuma l’ultimo atto di una selezione che, in Italia, ha visto in degustazione ben 16000 campioni. Mesi di lavoro. Con noi stabilmente a degustare ci sono anche Kruger Agostinelli, Walter Forrer e Andrea Gori. Mentre Lorenza Vitali e Dante del Vecchio lavorano alla comunicazione e agli ultimi dettagli organizzativi.
C’è grande concentrazione ed un po’ di tensione fra i coordinatori presenti. A loro, a turno, spetta il compito di introdurre, con brevi pennellate di descrizione, la regione e l’area di provenienza delle etichette candidate, l’andamento produttivo, l’annata e le novità salienti. Ma non hanno diritto al voto sui vini che accompagnano in giuria. Una scelta, questa, dettata dalla volontà di premiare il vino che, nel bicchiere, a prescindere dalla conoscenza profonda, o esperienza quasi affettiva che può averne chi sul territorio ha provveduto alla sua selezione, si faccia apprezzare da chiunque lo degusti in assoluta libertà. Esattamente come accadrà, una volta uscita la guida, a chi lo acquisterà in enoteca o lo consumerà in qualche ristorante.
Un colpetto al bicchiere di cristallo di Busso o di Cremona, per richiamare l’attenzione, e si va avanti, di batteria in batteria, con la degustazione dei campioni serviti a bottiglie coperte. Si vota per alzata di mano: “si”, “no”. Nelle pause si dibatte, ma, soprattutto, ci si rilassa, si beve l’acqua delle sorgenti locali, si addenta un frutto raccogliendolo direttamente dagli alberi che danno sull’aia, si posa per una delle foto che documenteranno i lavori e si coccolano i cani. Tra la giornata di venerdi’ e quella di sabato, in breve, i giochi sono fatti. La Basilicata,che si mette in mostra con i suoi Aglianico del Vulture, porta a casa 4 Corone; la Calabria, che conferma l’affidabilità dei suoi Cirò classico, 2; e la Campania, in gran spolvero con i suoi bianchi irpini, 9 (qui l’elenco). Un risultato che, a fronte di una selezione che si fa, di anno in anno, sempre più dura, conferma la buona salute del comparto in queste regioni. Rispettivamente, 3, 3 e 11, infatti, erano state per loro le Corone dell’edizione 2008.
A notte inoltrata si festeggia a Terre di Conca con i vini del forziere di Berardino Lombardo, l’andamento dei lavori. Montepulciano d’Abruzzo Villa Gemma Masciarelli 1992; Naima Paestum igt De Conciliis 1997, 50 e 50 Avignonesi e Capannelle 1993 e Barbaresco Bricco Asili 1985, si accompagnano a un pezzetto della caciotta di Giuseppe Iaconelli di San Pietro Infine e una “affettata” di Stringata di maiale nero casertano del padrone di casa. il vero marcatore gustativo nella memoria di tutti. Le ultimissime battute di questa cavalcata dionisiaca ormai agli sgoccioli, si consumano la domenica alla tavola de “Il Castagneto” di Roccamonfina dove proviamo ancora qualche piatto della pindarica cucina del giovane chef Giampiero Albanese accompagnati dai Pallagrello Nero e Casavecchia dei Poderi Foglia di Conca della Campania.
Si spengono i riflettori della Guida che hanno illuminato il Parco di Roccamonfina e Foce del Garigliano, partner dell’iniziativa insieme alla Camera di Commercio di Caserta, per riaccendersi qualche chilometro più su nello Stivale: a Torino, nello storico King Kong di Via Po, il 31 luglio prossimo. Prossima missione possibile dei Vini Buoni d’Italia è individuare i Coronati del Nord.
Buon lavoro.
27 luglio 2008, Monica Piscitelli

(dal sito: www.lucianopignataro.it)


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