LA UE NON BLOCCA L’IMPORTAZIONE SENZA DAZI DI POMODORI DALLA CINA
Il presidente campano dell’associazione degli agricoltori Pietro Micillo:
“Bruxelles crea un danno gravissimo ed ingiustificato alle imprese italiane”
Napoli, 5 ottobre 2005 – Confagricoltura Campania critica duramente la decisione del Comitato del Codice Doganale, presa ieri a Bruxelles, che ha detto no alla richiesta del ministero delle Politiche agricole e forestali italiano di un riesame delle condizioni economiche del regime di importazione temporanea (TPA) del concentrato di pomodoro dalla Cina.

La richiesta italiana, fortemente caldeggiata da Confagricoltura, era finalizzata al blocco delle importazioni di concentrato cinese che viene importato, senza pagamento del dazio, da alcune industrie italiane, lavorato sul territorio nazionale e riesportato verso Paesi terzi.

“Questo sistema – afferma Pietro Micillo, presidente di Confagricoltura Campania – non è più giustificato, dal momento che stando ai prezzi corrisposti agli agricoltori per il pomodoro da industria nel corso dell’ ultima campagna, i costi di produzione del concentrato italiano sono paradossalmente inferiori a quelli cinesi. Confagricoltura Campania auspica che ci sia una presa di posizione unitaria del Governo italiano che appoggi il ministro Alemanno negli sforzi che sta compiendo per fermare la valanga di importazioni di concentrato dal Paese asiatico. Continuiamo ad invitare Istituzioni, industrie trasformatrici e consumatori sul pomodoro campano prodotto di grande qualità, riconosciuto a livello internazionale.”

Ad oggi nel 2005, secondo i dati in possesso di Confagricoltura, sarebbero state importate circa 180.000 tonnellate di concentrato cinese in regime TPA, che va a scapito delle vendite di prodotto nazionale, in particolare di quello campano, in flessione del 30% circa rispetto al 2004.

Nel frattempo si è in attesa, dopo il primo decreto che definiva le caratteristiche della vera “Passata di Pomodoro italiana”, del secondo decreto interministeriale che dovrebbe sancire l’etichettatura di origine della materia prima per la passata di pomodoro, sperando che Bruxelles non bocci per l’ ennesima volta la proposta italiana “creando – conclude Micillo – un ulteriore danno gravissimo ed ingiustificato alle imprese italiane.”
Per comunicazioni: Michele M. Ippolito (Responsabile Comunicazione Confagricoltura Campania) – 3403008340


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