Mele bio nei terreni tolti ai clan. La Campania che produce in Inghilterra.
Mele annurche, biologiche al 100%, coltivate con cura e con le moderne tecniche agrarie per sfidare prodotti industriali e destinate a consumatori interessati alla qualità: è il progetto che vede la luce nel Casertano, su terreni sequestrati ai clan della camorra che hanno insanguinato negli anni il territorio. Il progetto è stato promosso dall’associazione Acli Terra di Benevento, affidataria di decine di ettari di terreno sequestrati alla criminalità organizzata nei comuni di Pignataro Maggiore, Teano e Sessa Aurunca, e l’Istituto sperimentale per la frutticoltura di Caserta. L’iniziativa è stata presentata a fine ottobre, presso il Belvedere di San Leucio a Caserta, alla presenza del ministro per le Politiche Agricole, Gianni Alemanno, e del sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano.
Intanto in Campania non solo cucina: tra ceramiche e vini, la regione fa tendenza. Alla esposizione londinese dei prodotti agroalimentari e artistici, tutta la Campania, per dirla con Harrods, dallo spillo all’elefante, gli ingles, infatti, hanno potuto degustare dalla mozzarella alla pizza, dalla delizia al limone di Salvatore De Riso di Minori, dell’accademia maestri pasticceri italiani, al limoncello di Villa Massa, azienda della costiera sorrentina. Ma, anche con un semplice clic sul sito del megastore, possono acquistare penne rigate o linguine dell’azienda Setaro di Torre Annunziata, il Radici Taurasi di Mastroberardino o sughi alla bolognese. Ma la Campania non ha messo in mostra solo i suoi prodotti enogastronomici. Tra vetri di Murano e macchinette espresso, per esempio, spiccano le ceramiche vietresi. Di più non si poteva e il mercato ha risposto bene.


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