Piedimonte Matese(Ce).

1)Giro archeologico dell’Alto Casertano il 17 e il 18 gennaio 2009.
Momenti archeologici nell’alto casertano proposti da Bag & Dream per il 17 e il 18 gennaio 2009. Terra di passaggio e crocevia tra culture diverse, la Campania ha saputo conservare nei secoli la propria identità, conservando con cura le proprie tradizioni.
In questi luoghi il senso del sacro è ancor oggi il filo conduttore per penetrare nell’animo più profondo del popolo campano, che ha saputo esprimersi attraverso opere architettoniche ed artistiche di estremo valore. Basti pensare alle innumerevoli chiese affrescate, ai santuari e agli eremi.
Il territorio della provincia di Caserta, poi, può essere considerato un museo all’aria aperta poiché, in ragione dell’antichissima frequentazione umana di questi luoghi, suggestive testimonianze architettoniche ed artistiche sono disseminate nelle dolci campagne che circondano i centri abitati.
Visitare la provincia di Caserta permette d’immergersi in un ambiente incantato, dove la storia ha lasciato le sue impronte.
Il paesaggio riporta al Medioevo e, ancor più il là nel tempo, a grandi civiltà antiche.
Paesini arroccati e castelli eretti in posizioni strategi che per il controllo del territorio e, tra la vegetazione, mura diroccate e strade lastricate, santuari costruiti su templi pagani, tombe e necropoli.
L’arrivo nel Parco del Matese è previsto per la prima mattinata. Incontro con i nostri assistenti e trasferimento ad Ailano, paese dalle case bianche, edificato alla sommità di un colle.
Visita delle rovine del Monastero benedettino di Santa Maria in Cingla, fondato nel medio Volturno poco prima del 748 per volontà del duca di Benevento Gisulfo II sui resti di una chiesa privata, San Cassiano, proprietà dello sculdascio beneventano saraceno. Importantissimo monumento medioevale, accoglieva, fino alla venuta dei Normanni, solo fanciulle nobili longobarde e, dopo due secoli dalla sua costruzione, estendeva il suo dominio dalle valli del fiume Lete fino alle contee di Venafro e Teano.
Scavi archeologici effettuati nel XIX secolo e all’inizio del XX, portarono alla luce sepolcri ed ossa, tronchi di colonne, capitelli, cornici e una parte del pavimento a mosaico della chiesa. Attualmente tra i resti del Monastero di Santa Maria in Cingla, si possono riconoscere il recinto e, tra quelli della chiesa abbaziale, larga quasi 20 metri, l’abside laterale destra e quella di sinistra, colonne e pietre. Prima del pranzo in ristorante tipico, sosta alla sorgente di acqua sulfurea, da cui sgorga acqua minerale acido solfidrica, che, prima della II Guerra Mondiale, veniva sfruttata per bagni termali.
Oggi, è meta di visitatori per il caratteristico gusto dell’acqua e, pare, per i suoi benefici effetti dermatologici.
Nel pomeriggio visita della Chiesa e del Convento di San Francesco, monumenti edificati per opera del conte Scipione Pandone nel XV secolo; furono possedute prima dai Frati Minori, poi dai Padri Serviti.
Qui vengono conservate le mummie di Federico Pandone Conte di Cerro, di sua moglie e della figlia, morti nel Castello, nel XVI secolo.
Si proseguirà, poi, con la visita di Alife che sorge sul luogo dove c’era la colonia romana di Alliphae, al centro di importanti vie di comunicazione e di una vasta rete di centuriazione del I secolo a.C. ancora mantenuta nell’attuale tessuto rurale. Visita della Cattedrale di Santa Maria Assunta e della cripta romanica, conservata intatta, a cui si accede da due rampe delle navate laterali.
La cripta è realizzata con l’impianto ad oratorium, a pianta rettangolare, sos tenuta da colonne provenienti dal teatro romano di Alife; ha un abside centrale e due absidiole laterali, e sorge su un’area termale romana i cui resti si possono ancora osservare nel pavimento.
I capitelli sono in parte più antichi, in parte anteriori al sec. XI e imitanti l’antico. Nell’abside centrale si trova l’altare in muratura dove, fino al 1716, furono riposte le reliquie di San Sisto, traslate, poi, nell’altare di una cappella appositamente costruita nel transetto superiore.
Cena in ristorante tipico e pernottamento in hotel.
La mattina successiva, dopo la prima colazione in hotel partenza per l’antica Cales che fu, dal 334 a.C., colonia romana preposta a funzioni di controllo della zona ai confini settentrionali della Campania antica, nel territorio degli Ausoni.
La città, cinta da mura possenti, nel suo periodo di massimo splendore, occupava una superficie di oltre 60 ettari, era racchiusa da mura e difesa da un fossato profondo oltre i 20 metri.
Ma la sua storia è molto più antica. Nel 2500 a.C. Cales era una delle principali città del popolo degli Ausoni. La leggenda vuole che sia stata fondata da Calai, figlio della ninfa Orizia e di Borea, uno dei mitici eroi della spedizione degli Argonauti; secondo Virgilio, Cales accorse in difesa di Turno contro Enea. Relativi alla fase protostorica, arcaica e preromana dell’abitato sono le testimonianze archeologiche emerse nel corso di indagini eseguite negli anni scorsi.
Della città antica, che si conserva in tutta la sua estensione, rimangono, anche se non chiaramente leggibili, interessanti evidenze: la cinta muraria, alcuni tratti della quale sono in opera quadrata, e il cosiddetto Ponte delle Monache, scavato nel banco tufaceo per consentire il passaggio della strad a che si dirigeva verso l’agro Falerno, presso il quale è stato di recente esplorato un edificio pertinente ad un santuario urbano con stipe votiva. Ma tra le più cospicue testimonianze sopravvissute, tutte di età romana, ci sono l’Anfiteatro, risalente al I secolo a.C. con successive fasi di età imperiale, il complesso delle Terme centrali, anch’esso degli inizi del I secolo a.C., che conserva quasi integralmente parte degli ambienti, taluni ancora con la decorazione in stucco, e quello delle Terme settentrionali, databili al II secolo d.C., i cui resti sono visibili lungo l’asse viario principale della città antica.
Non lontano si osservano le strutture del Teatro, forse di epoca sillana, con successivi rifacimenti di epoca imperiale, del quale di recente è stata posta in luce la cavea costruita su gallerie a doppia arcata; ed infine i ruderi di un castellum aquae e di un edificio templare su podio di età imperiale, da identificare probabilmente con il Capitolium del Foro.
Al termine della visita pranzo in ristorante tipico. (Pietro Rossi)
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2)Piedimonte Matese. Tutti a Bocca Della Selva.Meta preferita degli sciatori casertani.
Grazie alla neve caduta in abbondanza negli ultimi giorni Bocca della Selva, piccola località a 1450 m.s.l.m., immersa in un’immensa faggeta, con un sottobosco ricco di funghi, lamponi e fragole è stata presa d’assalto dai turisti e dagli appassionati della montagna e degli sport invernali.
La località è esattamente il crocevia di due regioni – la Campania e il Molise – e di tre province, Caserta, Benevento e Campobasso.
Dotata di impianti di risalita, la località permette ai numerosi appassionati di praticare sport invernali ed è meta preferita dagli sciatori casertani.
Da circa tre anni, grazie alla fattiva collaborazione tra i ragazzi dell’A.S.D. Freestyle Matese Snowboard e la nuova gestione, il resort offre uno dei pochi snowpark del sud Italia: il Pork Park che prende il nome dal monte sul quale sono situati gli impianti, ovvero il monte Porco (1860m.s.l.m.).
D’estate la frescura della faggeta permette agli appassionati di effettuare splendide escursioni a piedi e a cavallo.
Di suggestivo interesse è lo stupendo sentiero che conduce al monte Mutria (1900 m.s.l.m.), percorribile facilmente anche nelle notti di luna piena. Da Sabato 10 gennaio, in accordo con la gestione impianti di Bocca della Selva, sono iniziati i lavori per la realizzazione del park. Ci saranno due jump, di diverse misure. nel cambio di pendenza sulla parte alta della pista, due linee rail, la prima composta da un rail doppio tubo da 4 m, un rail piatto da 6 m un rainbow da 6m , la seconda da un box da 6 m e 2 table box, 1 wallride già posizionato nella parte finale della pista del boschetto. Le linee potranno subire delle modifiche a seconda delle condizioni della neve e della disponibilità del gatto. Questo il Programma dei prossimi appuntamenti di questa stagione invernale: Domenica 25 gennaio ’09, Back Country “Monte Mutria”+ grigliata. Domenica 8 febbraio ‘09: Back Country ”Monte Gallinola” + grigliata. Sabato 7 marzo ’09: Rail contest night. In caso di mancanza di neve il rail contest verrà svolto su neveplast, sfruttando la pendenza della pista in modo tale da rendere accessibile a tutti la partecipazione al contest. Sabato e Domenica 21 22 marzo ’09: Live & Ride. Grande festa di chiusura in collaborazione con l’associazione musicale “Nomenum”, con musica dal vivo. Vari gruppi si alterneranno su un palco montato sulla pista alla fine del park! (Pietro Rossi)
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3)Castello Matese. Sci, piste chiuse, appello al sindaco.
A stagione invernale inoltrata ancora chiuse le piste di sci di località Pozzacchio. Con una lettera aperta indirizzata al Sindaco di Castello del Matese, e per conoscenza al Presidente Regionale della FISI Campania, al Presidente del Comitato Provinciale del Coni di Caserta, al Presidente del Parco Regionale del Matese, al Presidente della Comunità Montana del Matese e al Presidente della Provincia di Caserta, la Prof.ssa Maria Antonietta Antonucci, preoccupata per lo stato di abbandono in cui versano alcune zone m ontane del Matese ricadenti nei territori del comune di Castello del Matese, ha lanciato un preoccupante allarme. “La passione per le nostre montagne, ha dichiarato la Prof.ssa Antonucci, del nostro ambiente e per gli sport della neve e il ruolo di Delegato Provinciale della Fisi (Federazione Italiana Sport Invernali), Delegato Regionale FISI per lo sci di Fondo, Fiduciario Coni per il Matese, Presidente dello Sci Club Fondo Matese di Piedimonte Matese, mi hanno obbligato a rivolgere alcune domande alle autorità competenti. Al Sindaco di Castello del Matese ho domandato: Perchè a un mese di consistente innevamento, con le strade percorribili in totale sicurezza grazie all’impegno degli uomini del servizio neve, con una pista omologata FISI (mi auguro che la sua amministrazione abbia almeno rinnovata l’omologazione) Monte Orso-Pozzacchio è deserto? Eppure risulta che il Progetto di Riqualificazione Ambientale e Valorizzazione della pista di sci di Fondo (330.000 euro, come si legge sulla tabella esposta davanti al rifugio stesso) è concluso. Tanto è vero che durante l’estate ha ospitato le attività di una scuola di Napoli, di gruppi scout e di altre associazioni. Perchè il vecchio rifugio, per la cui ristrutturazione circa tre anni fa furono stanziati e spesi 87.000 euro, a tutt’oggi è chiuso e messo a disposizione solo dei vandali?” In attesa di avere una giusta risposta ai quesiti posti, la Prof.ssa Antonucci, ha tenuto a ricordare che nel Matese ci sono molti appassionati e praticanti lo sci di fondo, che gli alunni delle scuole del territorio, negli ultimi anni, hanno sempre rappresentato la Campania alle Finali Nazionali dei Giochi Sportivi Studenteschi e che nel prossimo mese di febbraio si svolgeranno le Qualificazioni Regionali a Bocca della Selva per lo sci Alpino e anche per il fondo, dal momento che la pista ufficiale è chiusa. (Pietro Rossi)

da: TELERADIO NEWS
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