BASILICATA. A MATERA DAL 9 AL 12 LA 5° FESTA NAZIONALE DELL’AGRICOLTURA ORGANIZZATA DALLA CIA NAZIONALE CON LA CIA REGIONALE.

IL REPORT DELLA MANIFESTAZIONE
di Iranna De Meo

L’APERTURA DELLA FESTA
Matera capitale contadina. Una forte pioggia beneaugurante ha aperto la 5 Festa nazionale della Cia di Basilicata.
Una porta d’ingresso, simbolo del Mediterraneo, ha introdotto i visitatori nel villaggio agricolo con oltre una sessantina di stand per conoscere il meglio del “made in Italy” agroalimentare.
Un corteo festoso, accolto con lanci di coriandoli, con al seguito la banda musicale, le istituzioni, il carro vascello raffigurativo del carro della Bruna e i gonfaloni dei comuni lucani, ha sfilato per il villaggio.
Dopo il saluto del sindaco, Salvatore Adduce, è toccato al presidente della Cia Basilicata, Donato Distefano, introdurre la cerimonia d’apertura.
“Matera porta bene all’agricoltura – ha detto Distefano. Proprio nei giorni scorsi, la dieta mediterranea è diventata patrimonio dell’umanità ed è fatta di tanti prodotti della terra. Chiediamo maggiore attenzione per un settore dimenticato dalle politiche del Governo e un buon governo anche delle risorse a disposizione. Vogliamo lanciare la proposta di un grande progetto agrario a trent’anni dalla riforma agraria e oltre trenta dalla carta di Irsina-Taccone”.
La senatrice Maria Antezza, ha sottolineato il calo del reddito agricolo, in Italia pari al 25%, parlando non solo di un’agricoltura in crisi, ma mostrando l’altro aspetto, quello della distintività e della qualità dei prodotti sempre più richiesti sul mercato.
Il presidente della giunta regionale, Vito De Filippo ha ribadito
“un’esigenza oggettiva, di tipo politico istituzionale di riprendere il dibattito anche nazionale sull’ agricoltura”.
Non è mancato il passaggio sulla necessità della conferenza nazionale sull’agricoltura, il luogo dove ridiscutere di un’agricoltura multifunzionale. Ha parlato della festa “come laboratorio di pratiche e incrocio di riflessioni”, l’assessore regionale all’Agricoltura, Wilma Mazzocco.
“C’è l’attenzione e la volontà di sviluppo in agricoltura perché senza questo settore non si può parlare di strategia Europa 2020”.
Nel concludere i lavori, il presidente della Cia nazionale, Giuseppe Politi ha lanciato il grido d’allarme per il settore primario. “Ormai è piena emergenza: costi alle stelle, prezzi in caduta, redditi falcidiati – ha detto. Occorrono misure immediate e una nuova politica agraria. Indispensabile la Conferenza nazionale per delineare un reale progetto che rilanci sviluppo e competitività. Da Matera vogliamo far ripartire un messaggio positivo sul settore primario che può dare risposte all’economia. Pensare alla forza e non alle debolezze”, ma anche alle necessità di attenzione”.
A seguire il laboratorio “Donne in campo” su come imparare a fare fusilli e strascinati.
L’arte delle nonne in piazza per non dimenticare le tradizioni culinarie del passato. Non sono mancati momenti di animazione e folkloristici.
Degustato anche un ricco buffet preparato dall’Unione regionale cuochi lucani con il meglio delle “made in Basilicata”.
Fino a domenica, sarà possibile degustare, conoscere e apprezzare l’agricoltura italiana, i suoi prodotti di eccellenza, ma anche momento di proposte, analisi e confronto.

GLI APPUNTAMENTI NEL VILLAGGIO
Seconda giornata ricca di appuntamenti, convegni e laboratori nella città dei Sassi. Tante le iniziative nel villaggio dell’agricoltura allestito dalla Cia che fino a domenica festeggia la 5 Festa nazionale, mettendo in mostra il meglio del “Made in Italy” agroalimentare.
In mattinata, l’iniziativa di “Donne in campo” per parlare del ruolo sociale e della sicurezza alimentare.
“Un’azienda su tre è donna – ha detto Rosanna Bollettino, presidente regionale di Donne in Campo. Il trend di imprese rosa è in crescita, ma non mancano le difficoltà strutturali come la mancanza di asili rurali di fondi. Sarebbe opportuno il rifinanziamento della 215 per sostenere gli investimenti dell’imprenditoria femminile. Le donne sono maggiormente impegnate in attività connesse all’agricoltura multifinzionale come valore aggiunto per lo sviluppo delle aziende agricole e per le aree sottosviluppate. Tra le attività quelle agrituristiche, ricettive, fattorie didattiche, nel risanamento ambientale, contribuendo al processo di innovazione e diversificazione”.
Nello stand dell’associazione diversi i laboratori del gusto e delle tradizioni, come quello dell’uso e riciclo dei materiali per dar vita a fiori coloratissimi o a quello della cardatura della lana.
Sicurezza alimentare e qualità e controlli sono stati i temi discussi nel workshop organizzato in collaborazione con l’Inea.
Dall’aspetto legislativo affrontato dal direttore generale della Direzione della prevenzione e repressione frodi, Emilio Gatto, ai servizi per la sicurezza e la qualità presentati da Pino Cornacchia del dipartimento impresa Cia nazionale.
Sul sistema di qualità ha relazionato Valeria Curcio, direzione Qualità Coop Italia. “La coop – ha spiegato – ha standard qualitativi molto alti e un controllo continuo sui prodotti a marchio. È l’unica realtà che ha all’interno un laboratorio per le analisi rischi emergenti. Ogni anno, infatti, spende direttamente 10 milioni di euro per i controlli. Inoltre, punta molto a intessere rapporti con il mondo scientifico. Altro aspetto importante la comunicazione con il consumatore. Otto le regole per una buona comunicazione riportando in etichetta informazioni sugli ingredienti, sull’aspetto nutrizionale, sullo stato di conservazione, con un numero verde a cui chiamare e leggibili”. Sull’importanza di aggregare le imprese, di dare forza alle Op e essere attenti ai servizi si è soffermata l’assessore all’Agricoltura Wilma Mazzocco.
“Più agricoltura perché nel mondo non c’è cibo a sufficienza – è questo il messaggio lanciato dal presidente nazionale dell’Organizzazione sindacale, Giuseppe Politi. La sicurezza è un vantaggio per tutti i soggetti del sistema. Da Matera partirà una fase di sindacato forte nei confronti della società. Chiediamo al Governo di programmare nel settore e di intervenire con la defiscalizzazione degli oneri sociali, le riagevolazioni del gasolio e la semplificazione burocratica”.
Presentato dalla Cia il progetto di un distretto delle agro-energie.
“Bisogna investire sulle agro-energie – ha detto il presidente della Cia regionale, Donato Distefano – guardando soprattutto a tre elementi: le attività connesse all’agricoltura, al centro l’azienda agricola e capitalizzare il rapporto agricoltura-ambiente-territorio. Bisogna pensare a un piano energetico e a un distretto per le produzioni agro energetiche, privilegiando le energie da biomasse gassose e legnose, mini eolico, solare e mini idroelettrico guardando all’abbattimento del fabbisogno diventando fattore di competitività”. Tra momenti di riflessione e animazione, spazi dedicati alle mostre, il clima di festa si respira anche di sera percorrendo piazza Vittorio Veneto.

FOOD TRANSFER
Non solo piante e fiori per un’idea regalo, ma presto anche un pasto a distanza. Insomma, idee per il business. Così, gli agricoltori italiani inventano il “food transfer”. Sarà possibile regalare un pranzo a distanza in un ristorante che garantisce qualità e soprattutto tipicità dei prodotti agricoli che provengono da un orto di prossimità. Nasce il servizio “food transfer”. Si tratta di un progetto attraverso il quale si sposano i principi della sana alimentazione di altissima qualità partendo dalla ricerca delle materie prime, prodotti fortemente legati al territorio circostante l’attività di ristorazione. Non si tratta di un ticket da spendere per consumare un semplice pasto, ma una scelta consapevole di condividere un pranzo sostenibile con una persona lontana. Entro il 2011 si partirà con una rete affidabile di 80 ristoratori. Giovani chef garantiranno una cucina di qualità e servizio di pregio ai clienti. Ecco come funzionerà: contestualmente alla presentazione del conto, nei ristoranti aderenti, verrà sottoposta al cliente l’opzione “Guida al Transfer food”. Utilizzando un piccolo notebook, il cliente troverà una dettagliata lista e presentazione sia dei vari ristoranti (per il moneto in Italia, ma diventeranno oltre 9 mila in Europa) che dei menù. Oltre alla scelta del ristorante, si potrà optare per uno specifico menù a distanza. “Gli ingredienti ci sono tutti – hanno anticipato i giovani dell’Agia: la semplicità , il know how e soprattutto perché “Food transfer” è il vero momento di sintesi e compromesso tra gli strumenti economici global e l’unicità del tipico e local”.

ORTO DI PROSSIMITA’
Non mancano le tendenze anche nel mondo agricolo. Da quello della Casa Bianca, fortemente voluto da Michelle Obama, all’orto-giardino dell’ospedale pediatrico Meyer di Firenze, dall’orto-vigneto di Cremisan in Terra Santa agli orti ”affidati” agli anziani dalle amministrazioni comunali di grandi citta’ e piccoli centri, fino agli orti adottati dai ristoratori. Si chiama l’orto di prossimità, l’iniziativa lanciata dalla Cia per ristoratori attenti a una ristorazione sostenibile e di qualità. Questa mattina, sarà mostrato un esempio pratico in piazza Vittorio Veneto. Uno chef farà degustare i piatti preparati con ortaggi coltivati in modo genuino.
Un patto tra giovani per offrire e garantire a tavola tipicità, qualità e freschezza. Un progetto che nasce dall’intesa tra sottoscritta dai Jeunes restaurateur d’Europe (Jre), sezione Italia, e dall’Agia, l’Associazione dei giovani imprenditori agricoli della Cia.
Un vantaggio per tutti i soggetti interessati: l’agricoltore può pianificare e ottimizzare le sue produzioni grazie alla richiesta preventiva del ristoratore in fase di semina, il ristoratore può disporre di materie prime di grande qualità a prezzi convenienti e il consumatore è garantito al 100%. Un esempio di filiera “ultra-corta” per assicurare un cibo veramente genuino. A tavola garantite produzioni fresche e locali a prezzi promozionali. Non solo moda, ma modello educativo per un’alimentazione sana.

ARGA
Comunicare l’agroalimentare. E’ questo il titolo dell’iniziativa che si svolgerà questa mattina presso la Mediateca. Appuntamento alle 10 per la presentazione del coordinamento provvisorio per la nascita dell’Arga Basilicata (Associazione regionale della stampa agroalimentare). Il gruppo di specializzazione si occuperà di tematiche relativa all’agricoltura e al sistema agroalimentare, ma anche di ambiente e promozione del turismo rurale. Piu’ informazione in agricoltura: è questo uno degli obiettivi principali.
All’iniziativa parteciperanno il presidente dell’Assostampa, Serafino Paternoster, la presidente dell’Arga Campania, Geppina Landolfo, il presidente dell’Unaga,(Unione delle Arga) Mimmo Vita, il consigliere nazionale Unaga per l’Arga Campania-Calabria-Basilicata Gianpaolo Necco, il presidente della Cia Basilicata, Donato Diestefano, il fiduciario di Slow Food Matera, Giovanni Schiuma, il responsabile comunicazione della Cia nazionale, Alfredo Bernardini e la referente per la Basilicata dell’Arga Campania-Calabria-Basilicata, Iranna De Meo. Un saluto di augurio è stato inviato al nascente coordinamento da Luciano Pignataro, giornalista enogastronomo, responsabile per la guida Slow Food per la Basilicata, nonché vicepresidente dell’Arga Campania.
“Purtroppo – è scritto nel messaggio – per impegni lavorativi non potrò essere presente a questo evento in una regione a me molto cara dove vengo spesso per eventi enogastronomici. In soli 4 mesi, l’Arga Campania che assunse l’incarico di formare l’associazione sia in Basilicata che in Calabria, ha raggiunto il compito rafforzando il ruolo e la presenza degli operatori dell’informazione agricola”

L’IRSINA-TACCONE
Il ricordo del passato per ripensare al futuro. A oltre trent’anni da Irsina-Taccone, la storia si ripete. Ieri, come oggi, come domani, la situazione agricola presenta analogie e sfide da affrontare. Una folta rassegna racconta le lotte di quell’ottobre 1977.
Se ne è parlato durante la 5 Festa nazionale della Cia che si conclude oggi a Matera. Furono tre giorni di dibattiti e di manifestazioni organizzate dalla Costituente contadina per richiamare l’attenzione del Paese e soprattutto delle nuove generazioni sulle possibilità d’impiego che l’agricoltura poteva offrire. Un’occupazione delle terre per discutere dell’emigrazione dalle campagne e sullo sviluppo economico. Così migliaia di giovani di tutt’Italia si diedero appuntamento lì per progettare la rinascita contadina. Riflessioni contenute nella “carta d’Irsina”, in cui si riconobbe la necessità di stabilire forme permanenti di coordinamento regionali e nazionali tra le esperienze di cooperazione giovanile in agricoltura, le organizzazioni, le cooperative e le leghe dei disoccupati.
“Irsina Taccone va letta in chiave attualizzata – ha detto il presidente della Cia Basilicata, Donato Distefano. Fu un grande movimento di opinione per parlare di agricoltura come sbocco occupazionale. A trent’anni l’agricoltura vive gli stessi limite: scarso appeal nelle nuove generazioni, difficile e più complessa capacità di fare ricambio generazionale e situazione e capacità di investimento superiore. L’insegnamento è di recuperare la legislazione di una grande idea che fu la legge 285 e aprire una nuova stagione per fare impresa e agricoltura in linea con la politica agricola europea. Un’agricoltura non solo come produzione alimentare, ma multifunzionale e a servizio, guardando alla produzione di energie rinnovabili, al turismo rurale e all’attività agro-meccanica”.
“I problemi posti a Taccone – ha detto il senatore Angelo Ziccardi che visse quell’esperienza – sono ancora tutti aperti come la disoccupazione giovanile, il problema del ricambio generazionale”. Ieri i giovani si organizzavano per parlare di disoccupazione e dopo 30 anni? “Senza giovani non realizziamo programmi – ha concluso. Il riformismo dall’alto non funziona se non si coinvolgono le forze sociali direttamente interessate”.
Nel documento di Irsina Taccone c’erano le indicazioni della legge 285. “Irsina Taccone – ha detto Giovanni Bulfaro, allora presidente dell’Alleanza contadina e oggi dei pensionati della Cia Basilicata – rappresentò una proposta di rinnovamento in agricoltura di come far acceder le nuove generazioni dopo aver raccolto il parziale fallimento della riforma agraria e l’esodo biblico dalle campagne. La carta dei diritti che ne scaturì fu il frutto di una sinergia tra nuove generazioni, forze politiche, economiche e del mondo scientifico. Oggi siamo tornati al degrado delle aree interne, con la fuga dei giovani. L’attualità sta nel riproporre un’agricoltura rinnovata nelle funzioni con un modello forte di agroalimentare collegato alla ricerca, all’innovazione e alla qualità. Agricoltura come fatto di coesione e di sviluppo, mentre i protagonisti dell’imprenditoria sono le nuove generazioni”.
Ieri come oggi ci vorrebbe un manifesto della terra.

GIUSEPPE POLITI, PRESIDENTE NAZIONALE CIA
Un messaggio di unità nel settore agricolo. In occasione dei 150 anni delle celebrazioni per l’unità d’Italia, anche la Cia si prepara ai festeggiamenti.
In primavera o in autunno si svolgerà a Torino l’edizione straordinaria della Festa nazionale dell’Agricoltura. È stato annunciato ieri, dal presidente della Cia nazionale, Giuseppe Politi che ha concluso la quattro giornate della 5 festa nazionale a Matera che ha cadenza biennale.
Ma non è stata l’unica proposta del sindacato agricolo. Si chiamerà
“manifesto di Matera” perché dalla città dei Sassi parte l’idea del coinvolgimento di tutti i sindaci per creare un movimento delle arre rurali e trasferire questi suggerimenti ai livelli più alti.
Dopo oltre 33 anni, sulla scia del grande movimento nazionale di Irsina – Taccone per progettare la rinascita contadina.
Un comizio come d’altri tempi. Sotto uno scottante sole di mezzogiorno, una piazza Vittorio Veneto gremita di gente. Sul palco i quadri dirigenti della Cia regionale e nazionale.
“Da Matera – ha detto il presidente della Cia Basilicata, Donato Distefano – vogliamo lanciare un messaggio: investire in agricoltura. Chiediamo un progetto vero per un settore strategico”.
Politi tra l’altro ha annunciato la redazione di un documento di preparazione sulla riforma della Pac e l’utilizzazione delle risorse finanziarie anche quelle di competenza dello stato nazionale che sarà alla base di un confronto con il Governo italiano e quelli regionali.
In questo confronto rilevante sarà il coinvolgimento delle autonomie locali attraverso l’Anci e le assemblee elettive regionali da coinvolgere attraverso la conferenza dei presidenti dei Consigli regionali.
“Il Consiglio regionale della Basilicata – ha detto il presidente Vincenzo Folino – sarà la sede più alta del confronto e delle decisioni per assicurare all’agricoltura lucana e soprattutto agli imprenditori una prospettiva di futuro. Sicuramente anche le assemblee elettive delle altre regioni eserciteranno il proprio protagonismo e il coordinamento dei Presidenti dei Consigli regionali sarà un valido interlocutore anche della Cia per promuovere il più ampio e produttivo confronto”.
Non sono mancate parole di apprezzamento per la festa nazionale,
“occasione per rimettere le questioni dell’agricoltura al centro dell’opinione pubblica e delle istituzioni lucane. Il confronto serrato di queste giornate risulterà utile in questo momento di dibattito e mi auguro la migliore concertazione tra il governo regionale e le associazioni di categoria”. Nell’appassionato discorso, Politi ha parlato della festa come “vetrina delle capacità imprenditoriali degli agricoltori. E’ stata un’esposizione del saper fare delle imprese”.
Una lunga parentesi sul futuro agricolo nel breve e lungo termine.
“Denunciamo – ha continuato – ciò che non viene fatto, delle proposte che non trovano risposte. Chiediamo attenzione e interventi immediati per un’agricoltura che soffre tra ciò che viene corrisposto all’agricoltore e ciò che paga il consumatore.
Quando lanciammo nel 2004 il campanello d’allarme ci fu risposto che non c’era molto differenza tra il prezzo all’origine e quello al consumo. Chiedevamo trasparenza nelle filiere e di accorciare la forbice dei prezzi dai campi alla tavola. Ora non è semplice intervenire e qualche sigla sindacale ha cavalcato l’onda. Chiediamo al Consiglio dei Ministri di intervenire sulla fiscalizzazione degli oneri sociali e la riduzione sui costi del carburante.
Oggi si chiede di produrre a sufficienza, di fare un’agricoltura di qualità, tenendo conto delle esigenze del territorio, di riempire le carte, di essere sottoposti a controlli, ma vogliamo capire anche i diritti. Non chiediamo barriere, ma frontiere libere con regole. C’è la necessità della concertazione in una situazione di forte cambiamento a livello europeo, di capire come l’Italia si presenta a Bruxelles. Basta con gli aiuti a tutti, in maniera indistinta, ma bisogna dare i finanziamenti comunitari a chi investe, produce e fa ricchezza.
Il 7 ottobre a Lecce nella conferenza economica della Cia presenteremo il documento unitario siglato da Cia, Confagricoltura e Copagri, mentre la Coldiretti non ha ritenuto opportuno sedersi al tavolo”.
Distribuiti grappoli di uva simboli di diritti, coltivati sui terreni cofiscati alla mafia e raccolti nelle vigne di Cerignola da immigrati. Grappoli che testimoniano la lotta per la legalità, per il lavoro e la cultura come ha detto Davide Pati di Libera, associazione che con la Cia è impegnata alla lotta alla legalità.
Asse Matera – Puglia – Bruxelles per rilanciare il sistema agroalimentare con la riforma della Pac.

INFO
Iranna De Meo
giornalista free lance
Mobile + 39 347-9553076
iranna77@gmail.com
referente Basilicata per l’Arga Campania-Calabria-Basilicata


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