Notti piccanti al Peperoncino Festival di Diamante, da mercoledì 6 a domenica 10 settembre.

All’insegna della gastronomia e del buonumore, la rassegna che richiama nella cittadina calabrese migliaia di turisti, si articola in vari momenti di musica, cinema, satira, cabaret, convegni medici.
Location ideale, il percorso dal lungomare al lungofiume, dove saranno allestiti gli stand e si svilupperanno gli spettacoli di strada. Borgo di pescatori e meta balneare, Diamante, in provincia di Cosenza, famosa per i giardini di cedri, è posto su una sporgenza della costa tirrenica a sud del golfo di Policastro.
“Curarsi e vivere felici con il peperoncino”, è il motto dell’Accademia Italiana del Peperoncino che organizza l’evento e vanta illustri cattedratici del mondo scientifico fra i suoi seimila soci. Il capsicum, originario dell’America tropicale, coltivato anche da noi nelle regioni temperate, è conosciuto in primis per le sue qualità in cucina. In campo medico è impiegato come revulsivo, in pratica per facilitare reflussi di sangue, una specie di viagra al naturale. Polverizzato dà il pepe rosso o paprica. Da sempre il piccolo ortaggio è usato in modo empirico dai contadini calabresi per curare mal di stomaco e altre affezioni. Ora è all’attenzione di scienziati per valutarne le proprietà curative, in particolare per prevenire il cancro e l’infarto.
Giunto alla quattordicesima edizione, il Festival del Peperoncino di Diamante, si va arricchendo ogni anno di nuove proposte, grazie all’inventiva del giornalista Enzo Monaco. Nelle cinque giornate di happening, ci saranno convegni, tavole rotonde, mostre, cortometraggi, menù afrodisiaci con la partecipazione di studiosi e cultori del prezioso capsicum anuum, il peperoncino rosso portato in Italia da Cristofaro Colombo.
I temi dei convegni medici verteranno su Peperoncino e salute, coordinati dal prof. Bruno Amantea e con i professori Franco Luzza, Franco Perticone, Ciro Indolfi, Edwige Galato, tutti dell’Università Magna Grecia di Catanzaro.
Dodici premi saranno messi in palio per i partecipanti al concorso Piccante Film Festival, presidente Alessandro Benvenuti, regista e attore. Caratteristico il campionato “Vignette sul ring”. Nei due angoli i concorrenti “armati” di lavagne luminose. Al centro il giudice-arbitro. Gli applausi del pubblico determineranno il vincitore del disegno più aderente al tema. Sette le mostre d’arte. Previste dieci lezioni di gusto con chef di fama nazionale. Infine la gara dei mangiatori del succulento frutto, spettacoli di strada con trampolieri, mangiafuoco e danzatrici del ventre. Nella serata di chiusura la consegna del “Premio per la migliore tesi di laurea sul peperoncino” e la poesia.
Con un trenino si potrà raggiungere il museo del peperoncino nel palazzo ducale di Maierà.
Sabato mattina sarà ricordato Corrado Alvaro, il più grande scrittore di Calabria, a cinquant’anni dalla morte. Domenica sera, chiusura con il tour “Comici per la Dreher” in collaborazione con Zeling
Dal 3 agosto al 10 settembre in tutti gli Autogrill d’Italia, l’evento “Amore piccante” con “leccornie infuocate” nell’area market e opuscoli che parlano del peperoncino e del Festival di Diamante.
Folklore, musica, peperoncino e il buon vino calabro nella cittadina trasformata in una sorta di galleria all’aperto, con centinaia di murales, daranno appuntamento al prossimo anno.
L’Accademia dispone del sito www.peperoncino.org e della rivista Pic.
E-mail: accademia@peperoncino.org
Mario Carillo [mcarill@tin.it]

…E SU SUPEREVA ANNA RUSSO SCRIVE CHE IN
Calabria: ci sono i sapori piccanti del Mediterraneo. L’aroma piccante è il sapore che segna i piatti locali, perché versare il peperoncino su tutte le pietanze prima che un gesto alimentare è per il calabrese un atto sacro che esprime la natura e la cultura della sua terra.
C’è un ponte che collega la Calabria al resto d’Italia, e non è quello sullo stretto di Messina. È una corrente sottile e forte allo stesso tempo, che parte dalla Grecia di Eschilo e arriva ai nostri giorni. È la storia del Mediterraneo, la storia di un lungo pellegrinaggio, di crudeltà, intelligenza e disperazione, inaugurato da Ulisse perso tra Scilla e Cariddi e concluso dagli esuli albanesi.

Nella valle dell’Esaro a Spezzano Albanese, fondato dai profughi albanesi nel XV secolo, con un po’ di fortuna si può assaggiare ancora oggi il pecorino degli albanesi. In realtà, i primi naufraghi greci approdati direttamente da Argo sulle coste jonico-calabresi sono stati i bronzi di Riace (forgiati cinquecento anni prima della nascita di Cristo).

Non lasciatevi incantare dal volto bello di Tideo, il più giovane dei due guerrieri in bronzo, anche se ha i capezzoli e le labbra di rame, gli occhi d’avorio e i denti d’argento. Auriga crudele, secondo gli storici dell’arte, il ghigno satanico del guerriero nasconde la ferocia di colui che ha appena divorato il nemico e per questo ha perso l’immortalità che Atena era pronta a regalargli.

Alle prodezze di questi guerrieri fanatici, Eschilo dedicò la tragedia “I sette contro Tebe” e, belli di questa suprema crudeltà, i bronzi scintillano nel museo di Reggio Calabria, vanto di queste terre dove vissero gli ultimi greci d’Occidente. Auriga di intelligenza, invece, Tommaso Campanella, filosofo di origini calabre, sognò di fondare una città perfetta, l’utopia che lo portò all’eresia e al carcere a vita, durante il quale il sogno non lo abbandonò. Molti potrebbero essere i luoghi in Calabria dove edificare la sua “Città del Sole”; astro fondamentale, il sole di Calabria, per la maturazione dei vini Doc della regione, come il Lamezia, Bianco e Rosso, e il Cirò, vino adatto a carni rosse, arrosto, stufati, selvaggina, pollame.
Capolavoro di arte casearia è anche il Caciocavallo silano dop, che si assapora nella provincia di Cosenza. Si tratta di un formaggio a pasta semidura, la cui stagionatura è effettuata appendendo il prodotto a una corda. Ed è proprio da questa usanza che deriva l’espressione napoletana “Farai la fine del caciocavallo!”. Per gli amanti dei buon sapori tappa obbligata è l’area del Parco del Pollino, a partire da Mormanno, dove si produce una pregevole varietà di salumi tipici Dop, come il Capocollo di Calabria, la Soppressata, la Salsiccia e la Pancetta calabrese.
L’aroma piccante è il sapore che segna i piatti locali, perché versare il peperoncino su tutte le pietanze prima che un gesto alimentare è per il calabrese un atto sacro che esprime la natura e la cultura della sua terra.
Il peperoncino, i fagioli, le zucche, i peperoni, le cipolle (note quelle di Tropea) sono la base della cucina calabrese, che ha elaborato primi squisiti come i maccheroni con cavolfiore, la pasta con il finocchio selvatico, le polpette di ricotta in brodo. Il che conferma il detto di Joyce: “Dio fece il cibo, ma certo il diavolo fece i cuochi, e molti di loro – l’aggiunta è nostra – erano calabresi”.

DAL PEPERONCINO AI SALUMI, I SAPORI PICCANTI DEL MEDITERRANEO A cura di Anna Russo
Pubblicato su www.supereva.com educazionealimentare@supereva.it


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