Napoli. Dal 4 al 14 settembre torna Piedigrotta.
Il 14 la ‘nzegna…
Sospesa nel 1995 e riproposta l’anno scorso, la festa di Piedigrotta in programma dal 4 al 14 settembre, punta principalmente sulle canzoni con ventidue brani in gara.
Nino D’Angelo patron dell’evento ha dichiarato, durante la conferenza stampa al Teatro Trianon, che “Tutti i testi delle canzoni presentate parlano dei problemi di Napoli”. “Da molti anni – ha aggiunto il direttore artistico – viviamo una profonda crisi musicale. Non c’è più spazio per cantanti e autori, eppure moltissimi si prendono “’O sole mio” che, come si ricorderà fu lanciata nella Piedigrotta del 1898 e se la portano in giro per il mondo”.
Madrina della manifestazione Sophia Loren, sul palco di Piazza del Plebiscito il 7 settembre salirà anche Josè Carreras che si cimenterà sulla canzone napoletana e sul flamenco.
Le altre location dell’evento dove si esibiranno i cantanti selezionati da una rosa di 97 partecipanti, sono San Martino e la Rotonda Diaz.
La festa ha origini antichissime. Dove oggi si trova il Santuario di Santa Maria di Piedigrotta, luogo eletto per i festeggiamenti, sorgeva un tempio dedicato a Priapo che era festeggiato nel mese di settembre.
Con l’avvento del cristianesimo, il tempio passò alla Vergine, ma i napoletani non si scomposero e continuarono a festeggiare la ricorrenza con musica e fuochi.
La manifestazione, divenuta di largo richiamo già nel Quattrocento – scrive lo storico Franco Mancini, nella bella pubblicazione “Luci di Piedigrotta” – subì nuovo impulso con l’avvento di Carlo di Borbone e la conseguente promozione di Napoli al rango di capitale. Dopo il 1734, l’improvviso rilancio della vita cittadina si fece, infatti, sentire anche sul tono festoso del corteo reale che, accresciuto dall’imponenza delle truppe squadronate lungo il percorso, attraeva un numero sempre crescente di cittadini e di pellegrini provenienti dagli angoli più remoti del regno.
Sul versante popolare, invece, grande importanza aveva assunto l’uso di rustici carri addobbati con frasche e fiori, e ciò non tanto per il loro aspetto gradevole ma privo di qualsiasi pretesa estetica, quanto per il ruolo svolto nella gara canora che tra il 7 e l’8 settembre.
In quella fatidica notte le canzoni cantate sui carri e replicate nella storica grotta, venivano, infatti, sottoposte al sovrano giudizio del popolo che, in un secondo momento, consacrava con il titolo di “Figlia della Madonna” il motivo vincente”.
Una rivista dei primi anni del’900, La maschera di Piedigrotta, oltre a pubblicare spartiti e versi delle composizioni di Bovio-Nardella, Di Giacomo-Borg, Macchia-Capua, De Curtis-Napoletano, scriveva “La verità è che neanche noi abbiamo saputo o voluto resistere energicamente all’uragano canoro che si abbatte sulla nostra città dalla metà di agosto alla metà di settembre e che è designato con un nome che è un simbolo: Piedigrotta.
Spulciando ancora i giornali esposti lo scorso anno, in Palazzo Reale, a cura dell’Emeroteca Tucci, si legge nella “Domenica” diretta da Francesco Mastriani del 1867, anno del colera, con migliaia di morti: “I nostri popolani non intermisero di festeggiare co’ soliti baccanali la notte dell’8 settembre; ed il più strano si è che non mai come quest’anno eglino si abbandonarono ai più deplorevoli stravizi, quasi a cinica disfida della dominante epidemia. A quali tristi riflessioni non debbe indurre un tale stato di selvaggio epicureismo!”
Come appare evidente, sin dalle prime edizioni, la canzone è stata sempre il motivo principale di una festa di bagordi e spensieratezza.
Nei dieci giorni di festeggiamenti sfileranno i caratteristici carri allegorici fatti di colla e cartapesta che dai quattro della scorsa edizione passeranno ad otto, affidati alle mani dei maestri artigiani di Nola, gli stessi che hanno costruito i gigli che hanno sfilato prima in Portogallo e poi a Valencia in Spagna.
L’evento è stato presentato alla Bit di Milano, alle fiere di New York, Berlino e Londra.
Costo dell’operazione un milione e quattrocentomila euro.
La conclusione sarà pirotecnica con i fuochi a mare.
INFO
per saperne di più:
EPT Napoli – Piazza dei Martiri 58 – 80121 Napoli
80121 Napoli
tel. 081.4107211 fax 081.401961
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info@festadipiedigrotta.it
da: Mario Carillo [mcarill@tin.it]
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E Il 14 C’E’ LA ‘NZEGNA…
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Dopo Piedigrotta, la ‘Nzegna
Napoli riscopre le antiche tradizioni con le feste popolari. Dopo un lungo declino, ritorna la Piedigrotta, seguita subito dopo dalla ‘Nzegna, una delle ricorrenze più conosciute e apprezzate dal popolino, che fino agli anni 50 si svolgeva al Pallonetto di Santa Lucia.
L’evento sarà riproposto, la mattina di domenica 14 settembre, dal regista Pasquale della Monaco strenuo difensore della fiabesca Villa Ebe sulle Rampe di Pizzofalcone, abbandonata e semidistrutta e cultore degli usi e costumi del quartiere, citato da grandi scrittori.
Nell’Ottocento, un corteo partiva dai dedali di Santa Lucia, guidato dal classico “pazzariello”, l’omino con la giubba rossa, il poderoso bastone di maresciallo seguito da musicisti che di solito, durante l’anno, si occupavano della promozione di nuove cantine, macellerie, salumerie aperte nella zona, decantandone le virtù con la famosa frase “Attenzione, battaglione è asciuto pazzo o’ padrone”, per far capire ai residenti che la qualità dei prodotti del suo committente, era ottima e i prezzi convenienti.
Nel caso della ‘Nzegna, la banda di musicisti multicolori era chiamata per guidare la processione che, partita dal Pallonetto era diretta a Palazzo Reale. Durante la corsa, il corteo, si fermava nelle due chiese del quartiere, Santa Lucia a mare e Madonna delle catene, la santa venerata dalla gente del posto perchè, secondo la leggenda nel 1860 fu rinvenuta nel porticciolo una cassa legata da pesanti catene; spezzato il ferro venne fuori un quadro della Vergine, subito chiamata dai presenti Madonna delle catene.
Giunto in Piazza del Plebiscito, il corteo di giullari accoglieva tra le sue fila un luciano in carrozza travestito da Ferdinando II di Borbone e seguito da “cortigiani” riprendeva la sua corsa verso il mare per un bagno purificatore, da qui il termine ‘nzegna, vale a dire insegnare a nuotare. Alcuni storici sostengono che ‘nzegna significa indossare abiti nuovi, vale a dire “ingegnare”, ma non ha senso visto il contesto della festa. I reali apprezzavano queste e altre manifestazioni popolari e Ferdinando II era, a sua volta, molto amato dai luciani.
“La festa – dichiara il regista Della Monaco – che risale all’800 durata fino al 1953, quando fu sospesa perché un ragazzo gettato in mare rischiò la vita, vedrà la partecipazione del quartiere, giovani e anziani per ritrovare tutti insieme i valori dell’Oro di Napoli nobilissima. Un viaggio nella città dell’onirico del mito e degli Dei. Un omaggio al cinema alla musica e alla filosofia, con il tema dei personaggi dalle opere di Benigni, Fellini, Marotta/De Sica, Pasolini, Wagner, Wertmuller. Personaggi apparentemente diversi ma accomunati e legati dalla stessa radice e filo conduttore: i valori dell’umanità”.
Come nel film della Wertmuller, il regista metterà sulla carrozza anche una giovanissima regina e Ferdinando guaglione.
Il corteo attraverserà il Pallonetto, sosterrà nella chiesa della Madonna della Catena per un omaggio alla tomba dell’ammiraglio Francesco Caracciolo e ai tanti personaggi della Rivoluzione napoletana del 1799 declamando i valori della giustizia e dell’eguaglianza; altra sosta nella chiesa di Santa Lucia a mare e, attraverso Via Cesario Console raggiungerà il caffè Gambrinus, Palazzo reale e finalmente tutti al Borgo Marinari per un salutare bagno purificatore. Il quartiere vestirà a festa, musiche dai bassi, dai balconi, festa nella festa. Il tutto si realizzerà con la partecipazione dei residenti e delle associazioni della zona, della fanfara dei Bersaglieri e la banda della Nato. Depurata dalle forme di violenza, come purtroppo accadeva anche nelle passate edizioni della Piedigrotta, la ‘nzegna voluta da Pasquale della Monaco, può essere l’inizio di un’antica tradizione, da inserire nel novero dei grandi eventi cittadini.
da: Mario Carillo [mcarill@tin.it]
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