MARIO CARILLO: il 14 feb. chiude Ospizio Marino Padre Ludovico da Casoria.

Nel mentre padre Antonio Vitiello del centro La tenda ricorre ai numeri della tombola per assegnare un posto-letto ai meno abbienti, altrimenti costretti a dormire all’addiaccio o sotto i portici e il freddo incalzante di questi giorni ha provocato la morte di un povero barbone, conosciuto e sostenuto dai residenti della zona di San Pasquale a Chiaia, un’altra struttura che ospita una cinquantina di indigenti, rischia la chiusura.
Si tratta dell’Ospizio Marino Padre Ludovico da Casoria di Via Posillipo, eretto nel XVII secolo per merito dei Frati Bigi della Carità, a pochi passi da Palazzo donn’Anna. Dapprima convento degli Scolopi e, nel 1833 trasformato in ricovero per la gente di mare, prevalentemente pescatori. Un delegato del Comune, nei giorni scorsi, presentatosi nell’Istituto per ragioni burocratiche, ha invitato gli anziani ospiti a trovarsi, entro pochi giorni una diversa sistemazione, presso parenti o amici in quanto l’amministrazione civica non è più in grado di partecipare alle spese di gestione della struttura.
Ieri sotto un freddo gelido, imbacuccati i vecchietti ultrasettantenni, alcuni su sedie a rotelle, sono usciti su Via Posillipo per manifestare la loro sofferenza, con grossi cartelloni: “L’Ospizio dopo 50 anni chiude, dove andiamo ?” Beato Padre Ludovico, pensaci tu! Presidente Caldoro aiutaci, Cardinale Sepe intervieni tu! Politici servizi sociali dove siete?
E’ intervenuta la Digos che ha rassicurato i manifestanti di informare le autorità del disagio e della preoccupazione di queste persone che oltre al disagio fisico devono subire altre mortificazioni.
L’amministrazione comunale che ha una convenzione con l’istituto dal 2008, non paga i contributi. Agli ospiti è trattenuto il 66 per cento della pensione. Palazzo San Giacomo dovrebbe contribuire con l’altro 33 per cento. L’assessore alle politiche sociali, Sergio D’Angelo, nei giorni precedenti alle sue dimissioni per presentarsi alle elezioni politiche, aveva dato un minimo di speranza, assicurando un sollecito intervento allo spinoso problema. Ora di nuovo in bilico il destino di queste persone che da anni vivono in un ambiente salubre e confortevole e, sono benvolute dai residenti della zona per la loro educazione e dignità e ricordano che l’antica residenza con discesa a mare, fu donata da un’antica famiglia posillipina per fini benefici.
Petizioni sono state inviate, in precedenza al cardinale Sepe, al Sindaco, alla madre superiora della Congregazione chiedendo almeno di rimandare ogni decisione, non avendo gli ospiti, al momento, nessuna possibilità di sistemazione. Molti sono rimasti soli o con parenti lontani dalla città o che non hanno la possibilità di accoglierli in seno ai nuclei familiari che nel frattempo figli e nipoti si sono creati.
Le otto suore francescane elisabettine che dal 1971 gestiscono la struttura e sette dipendenti e un cuoco di una ditta esterna che accudiscono, nel pranzo e nel vestiario, i cinquantacinque anziani, sono all’oscuro delle decisioni degli organi superiori della Congregazione proprietaria dell’edificio che ha affidato la vertenza ad un fiscalista di Roma.
La decisione dello “sfratto”a metà gennaio. Entro il 14 febbraio tutti fuori. Le versioni sulla chiusura della struttura sono discordanti chi parla di lavori urgenti da eseguire in quanto molte camerate sono puntellate e i bagni lesionati con pericolo di imminente crolli; altri paventano la decisione di destinare l’antica villa ad albergo, le suore sussurrano di trasformare l’ospizio che custodisce importanti reperti storici come la raffigurazione con maioliche della via crucis, una cappellina, una chiesa e le spoglie del beato padre Ludovico da Casoria, morto a Napoli il 30 marzo 1885 e proclamato beato da Giovanni Paolo II il 18 aprile 1993 in santuario.
In serata l’intervento del Comune: “Gli anziani saranno ricollocati in strutture adeguate “affinché possano iniziare i lavori di ristrutturazione dello stabile “, dichiara il sindaco De Magistris. Allo stesso tempo il nostro impegno – continua – è quello di sostenere il rilancio della struttura partendo da quanto già fatto con la delibera approvata l’anno scorso”. Infine: “Vogliamo rassicurare gli ospiti che nessuno sarà abbandonato, poiché sempre saranno loro garantiti dimora e sostegno, cosi come garantito, qualora qualcuno coltivasse una ambizione contraria, il permanere della stessa destinazione d’uso della struttura”.
Dall’edificio che si nota per l’obelisco all’ingresso con due dei tre piani di sotto in Via Posillipo con una ampia spiaggia protetta da una scogliera, si gode una bellissima veduta con di fronte Castel dell’Ovo, Capri e il Vesuvio. Una struttura che potrebbe far gola a molti, senza tener conto della sorte di queste persone, ormai avanti negli anni, allontanate da un giorno all’altro e, con la vana speranza di ritornarci.
Mario Carillo


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