LA RICETTA DEL BUON UMORE? PROVATE A GUARDARE A TAVOLA!
Il buon umore, il tanto bramato e, a volte, carente buon umore…C’è chi, spesso, avrebbe voluto chiederne una dose da farsi prescrivere dal proprio medico, magari in pillole, o una pozione magica! Risposta sempre negativa: non è possibile procurarsi nessun rimedio del genere contro l’inquietudine da cui può capitare di farsi sopraffare in momenti di scontentezza della vita. E se ci mettessimo alla ricerca di una ricetta da realizzare senza l’aiuto di dottori o fate? Allora saremmo sulla pista giusta. La parola-chiave è proprio ricetta, perché la prima cosa a cui fa pensare è il cibo. Ed, infatti, per quanto possa apparire strano, per assicurarci una bella dose di felicità non dobbiamo fare altro che metterci a tavola. L’espediente non è poi così curioso, dato che ci sono cibi che, in particolar modo, fanno stare bene, e l’allegria non richiede innanzi tutto il benessere? Si potrebbe iniziare pensando ai famigerati cibi afrodisiaci: ostriche e champagne, astice e caviale, per esempio, garantiscono un’assoluta alchimia per un perfetto incontro romantico. Con lo svantaggio, però, di costi stellari e di un’esorbitante cifra di animali, 150miloni, tra cui molte specie in via d’estinzione, uccisi per produrre afrodisiaci ricavati dalle ghiandole degli stessi. A dispetto di ciò, un dato positivo è offerto da recenti statistiche, che rilevano che dal ’98, anno dell’uscita del Viagra sul mercato, questo tipo di distribuzione alimentare è nettamente scemato. Almeno la pillola blu ha permesso ai signori maschietti di salvare tante creature, più che le proprie tasche, che pure si ritrovano forate per l’acquisto di generi farmaceutici! Ma, tornando alle tavole allestite, tutti gli alimenti che consumiamo quotidianamente sono capaci di darci gioia. Partiamo dal mattino: la prima prescrizione è una colazione ricca di carboidrati, che consente di cedere, se pur con la consueta moderazione, alle dolci tentazioni. Quindi, via libera a croissant, marmellata, succhi di frutta e chi più ne ha più ne metta. Ricordiamo, poi, che il brio passa anche per pasta, verdura, pesce azzurro, prezioso in proteine e ferro, legumi, ricchi di fibra, e patate, cariche di potassio. E non dimentichiamo uno dei frutti dell’amore per eccellenza: il fico d’India. Come, non ne conoscete l’antica tradizione? Si diceva che, anni addietro, fosse il simbolo fondamentale che un uomo doveva utilizzare per chiedere la mano di una donna. Il pretendente faceva trovare a casa del padre dell’amata una torta con il fico d’India, rappresentante la proposta di matrimonio, che, se accettata, convogliava a nozze. Finale della favola: brindisi con due coppe di liquore al fico d’India e vissero tutti felici e contenti! Marina Capparelli
Agrocepi porta al Macfrut “La community dell’ortofrutta made in Italy”
RIMINI. La Federazione Agrocepi porta al Macfrut di Rimini (8, 9 e 10 maggio 2024) “La community dell’ortofrutta made in Italy”, 10 Filiere che uniscono il Paese, per coniugare business, conoscenza e qualità dei prodotti. Particolarmente Leggi tutto…
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