Ma abbiamo proprio bisogno di razze come Pitbull e Dogo?
di Oscar Grazioli
Leggo che, poche ore fa, un Dogo argentino ha assalito il proprietario e gli ha inferto morsicate devastanti.
E’ successo ad Albenga (Savona) dove il grosso cane, non è ancora dato sapere il perché, si è scagliato contro il padrone ferendolo gravemente.
Per fortuna due amici sono riusciti, rischiando la vita, a sottrarre l’uomo alla furia del cane e a salvarlo. All’arrivo della polizia il Dogo era talmente inferocito che a un agente non è rimasto altro da fare che estrarre la pistola d’ordinanza e sparargli. Ovviamente le spoglie sono ora all’attenzione dell’Istituto Zooprofilattico dove verrà eseguita un’accurata autopsia che, ve lo dico in anteprima, non porterà ad alcun risultato utile e l’aggressione sarà definita “sine materia” come capita nella quasi totalità dei casi di aggressione improvvisa e inaspettata da parte di un cane di grossa taglia.
Questa notizia mi ricorda di avere letto, pochissimi giorni fa, che in Australia, dopo che lo scorso agosto è morta una bimba di soli 4 anni, sbranata dal Pitbull a casa della cugina tutta la comunità della zona è rimasta scioccata e in preda alla psicosi.
A spaventare i proprietari di cani Pitbull è un emendamento che prevede la responsabilità, civile o penale, dei danni eventualmente compiuti dall’animale del proprietario stesso. Il provvedimento prevede, in casi particolarmente gravi, anche la detenzione in carcere.
Le autorità hanno compilato una lista delle dieci razze considerate pericolose e soprattutto hanno iniziato con la soppressione di Pitbull e relativi incroci in tutti i casi di manifesta aggressività e lesioni conseguenti all’attacco di questi molosso idi molto discussi nel mondo intero.
Si tenga conto che i dintorni di Melbourne hanno registrato numerosi incidenti: a inizio anno, solo a Hume, sono stati riportati 50 casi di attacchi da parte di Pitbull e incroci.
Nel 2010, i casi sono stati 203 (non solo mortali o gravi).
Tutto questo ha portato, come conseguenza, la formazione di una lista di dieci razze (la nostra famosa black list di sirchiana memoria, ora cassata dal sottosegretario Martini) e un allarme nelle persone, talmente serio da consigliare ad alcuni proprietari di questi cani la soppressione “preventiva” anche se non avevano ancora attaccato nessuno. In sostanza, l’Australia, si sta ponendo come obbiettivo la sparizione del Pitbull e delle razze affini o meticciate (Amstaff, Dogo ecc.).
Come è noto si tratta di razze che hanno una esagerata reattività (se non aggressività) congenita, che deriva da una loro selezione ed uso sbagliati. Questo, con buona pace di chi vorrebbe che tutte le razze di cani abbiano la stessa indole. Come dire che i cavalli purosangue arabi hanno la stessa indole di un Lipizzano.
Quello che mi ha stupito (ma fino a mezzogiorno) è che in una votazione on line sul Corriere, l’80% degli intervistati ha manifestato il proprio favore verso la sparizione di queste razze anche da noi.
La domanda è provocatoria ( ma non tanto). Ma abbiamo proprio bisogno di razze come Pitbull e Dogo, responsabili della stragrande maggioranza degli incidenti mortali in bambini e anziani? O potremmo benissimo fare a mano di loro?
09 settembre 2011
da: Tiscali animali
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