COMUNICATO STAMPA N.3 del 30 maggio 2005 – A Cremona, lo scorso 26 maggio, nella sala del Tetro di Palazzo Trecchi si è tenuta l’assemblea generale dei soci, della Cooperativa Laboratorio di Genetica e Servizi, nella quale, tra l’altro, è stato eletto il nuovo organo Amministrativo per il triennio 2005-2007.
Raffaele Garofalo – presidente dell’ANASB- è stato rieletto consigliere di amministrazione, unico rappresentante del Sud Italia.
“Insieme all’LGS in questi ultimi anni abbiamo portato avanti un progetto di ricerca sull’accertamento della paternità bufalina – dice Garofalo, che aggiunge – tale metodo ci permette di avere un’attendibilità elevatissima sui disconoscimenti parentali. In altre parole con questo moderno metodo possiamo attribuire la paternità con un margine di certezza del 99,993% .”
La LGS ha compiuto 25 anni, l’anniversario è stato festeggiato alla presenza di numerose autorità
Segue una scheda sulla LGS
Laboratorio di Genetica e Servizi società cooperativa
La società cooperativa Laboratorio di Genetica e Servizi, è stata fondata nel 1980 con il patrocinio dell’Associazione Italiana Allevatori e da alcune Associazioni Nazionali di razza e specie per soddisfare l’esigenza di un laboratorio di analisi al servizio della zootecnia italiana.
L’L.G.S. dispone di due strutture: la sede principale a Cremona, con una superficie di circa 1.000mq. Situato alla periferia della città, nella stalla ristrutturata di una tipica cascina cremonese dai pregevoli contenuti architettonici, il Laboratorio si trova all’interno di un polo zootecnico comprendente l’A.N.A.F.I. , l’Associazione Provinciale Allevatori, l’Associazione Produttori Latte, la CAFRI, l’Italservice e gli uffici dei supercontrollori dell’AIA.
La sede staccata si trova a Potenza, presso l’Associazione Provinciale Allevatori.
Lo scopo principale dell’ L.G.S., a partire dalla sua fondazione è da ricercare nell’analisi di parentela attraverso la metodica dei gruppi sanguigni, trasferita all’ L.G.S. dall’Istituto di Zootecnia Generale della Facoltà di Veterinaria dell’Università di Milano.
Tale servizio è stato richiesto direttamente dalle Associazioni di razza, interessate a mantenere in questo modo, con la massima attendibilità, i propri libri genealogici, cardine fondamentale della selezione e del progresso genetico.
La routine è sempre stata di notevoli proporzioni con una media di oltre 25.000 campioni. Significativo è lo sforzo per coniugare qualità, quantità e tempestività, caratteristiche indispensabili per soddisfare le necessità delle associazioni, sforzo basato anche sull’impiego dei servizi informatici offerti dalla ditta Italservice e sulla introduzione di apparecchiature tecniche appositamente progettate.
Fino al 1988 la routine dei gruppi sanguigni è stata la sola attività svolta dal Laboratorio: a partire da questo anno è stata introdotta la routine della determinazione del genotipo al locus K-caseina per i bovini.
Nel 1993 è stata costituita a Potenza, in stretto contato con l’Università (in particolare con il Dipartimento di Produzione Animale della Facoltà di Agraria), una sezione staccata L.G.S..
Tale sezione è stata implementata ai fini della ricerca e dell’applicazione della biologia molecolare nel campo della diagnostica per le specie di interesse zootecnico.
In seguito, le sempre maggiori conoscenze acquisite a livello di ricerca nel campo dei marcatori genetici, unitamente ad un decisivo progresso tecnologico finalizzato all’automazione di alcune fasi analitiche, hanno permesso all’L.G.S. di introdurre tecniche basate sull’analisi del DNA (genotipo) anche per il disconoscimento di paternità e/o maternità.
Seguendo tale tendenza, affermatasi a livello internazionale, dal 1995 il laboratorio è stato in grado di offrire diagnosi di parentela basate sul DNA, prima per la specie ovina, in seguito per la caprina, equina, suina e bufalina ed ultimamente anche per la specie canina.
Inoltre, nel corso del 1999, è in atto la sostituzione della metodica dei gruppi sanguigni con la metodica basata sul DNA, anche per la specie bovina.
L.G.S. aderisce all’I.S.A.G. (Inernational Society for Animal Genetics, l’organizzazione internazionale ai cui standard si attengono i laboratori di servizio di tutto il mondo) e partecipa costantemente ai diversi incontri e prove valutative interlaboratorio (Comparison Test) che si tengono ogni due anni.
BUFALINI
Dal 1999 la diagnosi parentela viene eseguita con l’analisi del DNA. Gli animali da testare sono allevati soprattutto nelle provincie italiane vocate per la produzione di mozzarella: SA, CE, LT e FR, per un totale di oltre 3.000 prelievi l’anno.
Mimmo Pelagalli [pelagall4@domenicopelagalli.191.it
COMUNICATO STAMPA N.2 del 24 maggio 2005 – L’Assemblea del Consorzio Mozzarella di Bufala Campana. Il comparto tiene (+ 4% il fatturato), ma soffre per un’ulteriore compressione dei prezzi al caseificio. Ancora bene l’Export (+7%) trascinato dal Giappone(+120%) e dalla Svizzera (+51%).
Il Consorzio Tutela Mozzarella di Bufala Campana ha tenuto oggi ll’assemblea ordinaria dei soci al Grand Hotel Vanvitelli di San Marco Evangelista (CE).
Alla presenza dei soci e del presidente Francesco Serra, il direttore del Consorzio Vincenzo Oliviero- come di consueto – ha fornito i dati essenziali sul comparto, leggendo la Relazione.
1 – Economia della Mozzarella di Bufala Campana a Denominazione di origine protetta.
La produzione, dati a confronto: cala solo il dichiarato.
Nel 2004 la produzione di Mozzarella di bufala campana Dop dichiarata dai caseifici di Campania, Basso Lazio e Foggia al Consorzio tutela, per la prima volta dal 1996, registra una flessione del 2,3% sul 2003, attestandosi a 27,6 milioni ci chilogrammi, contro i 28,2 del 2003.
Il dato produttivo reale di generica “mozzarella di bufala” fatta nell’area Dop, rilevato da Databank per il 2004, è di oltre 41 milioni di chilogrammi ed in netta crescita (+ 2,4%) sui 37,9 milioni di chilogrammi del 2003.
E’ bene precisare che Databank elabora il dato sommando la Mozzarella di Bufala Campana Dop, alla semplice mozzarella prodotta con latte di bufala ed alla mozzarella mista.
“Nonostante ciò la forbice tra la quantità di Mozzarella di Bufala Campana dichiarata al Consorzio tutela e la mozzarella di bufala effettivamente prodotta in area Dop rilevata da Databank è eccessiva – dichiara Oliviero, che annuncia – abbiamo presentato al Mipaf una proposta per sanzionare i caseifici che si sottraggono alla dichiarazione del prodotto Dop e premiare quelli che invece dichiarano la produzione effettiva, facendo leva sul prezzo della bollatura e ottimizzando il controllo della destinazione d’uso del latte di bufala.”
Il Consorzio Tutela stima un’evasione della bollatura di oltre il 30% in termini di produzione dell’intero comparto. Oliviero scrive nella relazione: ”Infatti, secondo Databank, (anno 2004) la produzione di mozzarella di bufala è stata pari a 41 milioni di chilogrammi, di cui 13,4 (+13% sul 2003) classificata come ”mozzarella di latte di bufala” e “mista”. Questo valore – sempre secondo Oliviero – rappresenta grossomodo quel 30% di evasione di cui abbiamo sempre parlato.”
Il Fatturato 2004 ed il confronto con il 2003
Il fatturato del comparto Mozzarella di Bufala Campana in area Dop è stimato dal Consorzio Tutela intorno ai 280 milioni di euro.
A tale cifra si perviene depurando il dato produttivo complessivo di Databank dalla mozzarella mista e da produzioni legittime non Dop, e considerando un prezzo di cessione percepito dai caseifici poco superiore ai 7 euro al chilogrammo.
Il fatturato al caseificio del comparto, tra 2003 e 2004 cresce modestamente (+4%) in relazione alla crescita reale della produzione. Tanto è il frutto di una ulteriore compressione dei prezzi di vendita al caseificio, spinta – per altro – da un fatturato della produzione complessiva al consumo che segna un – 5,3% (Databank).
Lo scorso anno il valore del fatturato del comparto era stato di 270 milioni, anche se inizialmente era stato attribuito ai soli soci del Consorzio, per un errore di comunicazione.
In pratica per “Comparto Mozzarella di Bufala Campana DOP” deve intendersi la somma di tutti i soggetti fruitori del marchio, detti “Consorziati”.
Per un equivoco, si era attribuito inizialmente al termine “Consorziato” il valore corrente del significante: “Socio del Consorzio”, cosa che in realtà non è per i Consorzi Tutela. Quindi, nelle successive trascrizioni dei comunicati del 2004 e dei primi di questo anno l’errore: il consorziato era divenuto socio tout court.
Pertanto, si è provveduto a correggere ed aggiornare la serie storica più recente.
Mozzarella di Bufala Campana DOP: 2004, il fatturato rialza la testa
Mozzarella di Bufala Campana 2000 2001 2002 2003 2004
Produzione Dichiarata, in milioni di Kg * 18, 0 24, 6 26, 6 28,3 27,6
Produzione Esportata ( in % rispetto alla Produzione Dichiarata) 10 13 14 16 17,5
Fatturato Totale dei Caseifici Consorziati ** in milioni di Euro 206,5 258, 2 270, 0 270,0 280,0
Fonti: Relazioni all’Assemblea generale dei soci Consorzio Tutela formaggio Mozzarella di Bufala Campana 2001, 2002, 2003, 2004 e 2005.
*Produzione dichiarata al Consorzio, e quindi sottostimata dal 30 al 45 per cento a seconda degli anni.
** Tale fatturato è frutto di stime del Consorzio tutela, basate sui prezzi di mercato franco caseificio e sulle quantità realmente commerciate, rilevate da soggetti indipendenti (Databank ed altri)
La produzione dichiarata al consorzio, alcune tendenze.
I 134 caseifici che nel 2004 hanno prodotto Mozzarella di Bufala Campana Dop hanno concentrato la produzione tra Caserta e Napoli (49,41%), con un dato in flessione in questa provincia del 5,6%. A Salerno produzione dichiarata in crescita del 7,5%, che fa il 38% del comparto. Caserta e Napoli scendono sotto il 50% della produzione di Mozzarella di Bufala Campana DOP dichiarata.
Produzione Quantitativa di Mozzarella di Bufala Campana DOP, come dichiarata al consorzio Tutela, suddivisa per aree geografiche. Dati in tonnellate. Tra parentesi il peso produttivo percentuale di ogni singola area.
Anno 2004 Anno 2003 Var (%)
Totale Area DOP 27. 632 (100%) 28.278 (100%) – 2, 3
Caserta e Napoli 13. 548 (49,41%) 15.952 (55%) – 5,6
Salerno 10. 553 (38,5%) 8. 767 (31%) + 7, 5
Basso Lazio 3. 307 (12, 06%) 3.958 (14%) – 1, 94
Foggia 11, 229 (0, 04%) – –
Fonte: Consorzio Tutela Mozzarella di Bufala Campana DOP – Anno 2004
L’Export, la Mozzarella Dop avanza nel Sol Levante del 120%
L’export si conferma quale elemento capace di trascinare la crescita del comparto Mozzarella Dop, mettendo all’incasso una crescita assoluta del 7%.
Infatti, volendo dare per buoni i dati dichiarati al Consorzio, su 27,6 milioni di chilogrammi di mozzarella prodotta e venduta nel 2004 ben il 17,5% (oltre 4,8 milioni di chilogrammi) vengono esportati. Tale dato è maggiore rispetto allo scorso anno: nel 2003 si registrarono esportazioni pari a oltre 4,5 milioni di chilogrammi, che rappresentavano il 16% della produzione dichiarata.
Nel 2004 tutti i mercati tradizionali sono in fase di assestamento, ma a spingere c’è la Svizzera (che passa dal 2003 al 2004 dal 4,7 al 6,64 delle esportazioni totali per destinazione) ed il Giappone, che nello stesso periodo porta la quota di export dal 3,5 al 7,19%.
La Svizzera, in valore assoluto passa a 321.084 chili di Mozzarella Dop acquistata nel 2004, contro i 212. 650 importati nel 2003, con un tasso di crescita del 51%.
Il Giappone realizza un vero balzo in avanti: nel 2004 importa oltre 347. 679 chilogrammi di mozzarella dop contro i 158.356 del 2003, registrando un tasso di crescita dell’importazione pari al 120%.
I Prezzi
L’effetto della svendita del prodotto senza marchio e della compressione dei prezzi al caseificio da parte della Grande distribuzione organizzata, prezzo che si aggira poco sopra i 7 euro al chilogrammo, lascia irrisolto il nodo della distribuzione.
Continua a farsi sentire duramente il peso della GDO sulla dinamica dei prezzi al caseificio. Tanto che secondo Oliviero: “tranne rari casi siamo ormai alla evidente svendita del prodotto Dop.”
Certo è che la mozzarella in Italia si vende sempre di più nel canale della Gdo: dalla relazione di Oliviero si evince che se nel 2001 il 41% della mozzarella passava nelle mani del cliente nei supermercati, tale quota sale al 46% del 2003, per assestarsi al 44% nel 2004.
Secondo un’indagine del Consorzio, il 68% dei produttori non è soddisfatto del prezzo di vendita della Mozzarella Dop: ”Resta con tutta evidenza, la necessità di rafforzare il comparto attraverso la concentrazione dell’offerta- dice Oliviero, che aggiunge – ormai lo ripeto di anno in anno, ma a quanto pare è la sola via di uscita credibile a fronte della forza della Gdo, se è vero che anche il presidente di Federalimentare al Cibus Med di Bari ha sostenuto la stessa cosa: Consorzi di commercializzazione per sostenere le piccole aziende dell’agroalimentare che rischiano di essere schiacciate da i grandi compratori della Grande Distribuzione.”
Tra i nodi da sciogliere resta, secondo Oliviero: “Un unico prezzo del latte di bufala legato alla qualità in tutta l’area DOP, al fine di evitare speculazioni.”
2 – Le attività di Promozione del Consorzio
Investimenti ed azioni
Vasta ed intensa l’attività di promozione del Consorzio tutela, che nel 2004 ha investito quasi 400mila euro, marcando la presenza in 13 fiere ed esposizioni nazionali ed internazionali, oltre alla consueta attività di promozione del marchio d’origine, che si svolge con la cartellonistica, presente sulle strade, in porti ed aeroporti.
Tra le attività di promozione del 2004 svetta l’operazione QuiPizza.
QuiPizza è un marchio commerciale ed è al contempo un’iniziativa del Consorzio che tende a riunire le pizzerie che vorranno utilizzare la Mozzarella di Bufala Campana Dop quale ingrediente per la pizza.
Il Consorzio si impegna con questa iniziativa a promuovere le pizzerie QuiPizza.
Naturalmente il vantaggio è reciproco. L’utilizzo del logo è concesso a chi prepari una pizza con la Mozzarella Dop, sicuramente, ma che si attenga anche ad altre regole. Dovrà essere cotta nel forno a legna, condita con olio extra vergine di oliva e pomodorini freschi. Il tutto per assicurare alla preparazione un sicuro successo. Con ovvio ritorno per il pizzaiolo oltre che per il Consorzio.
L’idea è quella di costruire una catena delle pizzerie capaci di produrre una pizza di altra qualità, legata all’utilizzo di Mozzarella di bufala campana.
Il Consorzio ha realizzato un elenco delle pizzerie QuiPizza, consultabile su internet all’indirizzo www.mozzarelladop.it”
Già oggi le 117 pizzerie che espongono la vetrofania luminosa del marchio QuiPizza si impegnano a garantire alla clientela la presenza nel menù della QuiPizza realizzata con Mozzarella di Bufala Campana DOP. Altre 55 stanno stipulando il contratto, mentre 65 hanno appena presentato la richiesta di adesione.
“Da una nostra indagine – rileva Vincenzo Oliviero, direttore di consorzio Tutela – i caseifici produttori di Mozzarella di Bufala Campana già avevano una quota di fatturato crescente verso il settore delle pizzerie; tale trend è favorito da questa iniziativa, che presto potrebbe contare su quasi 240 pizzerie convenzionate in Italia, Francia e Germania.”
Secondo Databank nel 2003 in Italia le pizzerie hanno acquistato un milione di quintali di comune mozzarella e solo il 2% di questa può qualificarsi come Mozzarella di bufala campana DOP.
3 – Le attività di Tutela del Consorzio e i dati sulla Certificazione
L’attività ispettiva del Consorzio Tutela Mozzarella di Bufala Campana
Dati aggiornati al 31 dicembre 2004.
Questa attività è la più delicata tra quelle svolte dal Consorzio: si tratta di assicurare al consumatore finale che il prodotto pervenga integro, che siano state osservate le norme del disciplinare di produzione relative alla preparazione (a cominciare dall’utilizzo del 100% latte di bufala da area DOP), all’incarto, all’utilizzo della denominazione e del marchio DOP.
Fino al 31 dicembre 2004, il servizio ispettivo del Consorzio, ha effettuato 219 prelievi di mozzarella DOP in attività commerciali. Sono stati tutti sottoposti ad analisi per riscontrare l’eventuale presenza di latte non bufalino: solo 22 campioni sono risultati positivi alle analisi di prima istanza (10%), con conseguenti denunce all’Autorità Giudiziaria. Quest’ultimo dato risulta in calo rispetto al 2003. I campioni risultatti positivi sono attualmente sottoposti ad analisi di seconda istanza.
Nel corso del 2004, l’attività ispettiva si è così distribuita: 135 campioni sono stati prelevati in punti vendita della Campania, 21 nel Lazio ed i restanti 64 nel resto d’Italia.
Nel corso del 2004 sono stata elevate 5 denunce all’autorità giudiziaria per uso abusivo della DOP e si provveduto ad effettuare i dovuti interventi, di concerto con l’Istituto centrale repressione frodi del MIPAF, le Asl e il NAS del Carabinieri.
Sono stati invece 8 gli interventi della sezione ispettiva coordinati con l’Ispettorato Centrale Repressione Frodi del MIPAF, relativi al sequestro di incarti irregolari.
La Certificazione
Nel corso del 2004, a seguito di una enorme mole di controlli, avvenuti di concerto con l’ente certificatore della Mozzarella di Bufala Campana Dop – il CSQA di Tiene – ha comportato la sospensione temporanea di 15 aziende dalal produzione, la revoca della certificazione per 10 caseifici, mentre si annoverano 15 nuove aziende certificate.
4 – Un Regolamento di Alimentazione per le bufale, il patrimonio bufalino della Dop
Una nutrizione appropriata della bufala per una migliore qualità della mozzarella
Nel 2002 era stato emanato dal Consorzio Tutela un “Modello di Regolamento per la gestione igienica ed alimentare dell’allevamento bufalino in relazione alla produzione di mozzarella di bufala campana DOP”.
Nel 2003 il Consorzio ha individuato un tecnico per la divulgazione del Regolamento. Attualmente il Regolamento del Consorzio, sta attraversando la necessaria fase di divulgazione, propedeutica ad una implementazione che in futuro, potrà portare ad includere il Regolamento di alimentazione della bufale nel “Disciplinare di produzione della Mozzarella di Bufala Campana DOP.”
I primi risultati dell’applicazione del Regolamento sembrano incoraggianti.
L’attività svolta dal tecnico divulgatore del Consorzio tutela nel corso del 2004 ha dato vita a 178 consulenze, sul 10% delle aziende bufaline dell’ara Dop.
Gli obiettivi di questa azione sono sostanzialmente due.
1) Si punta ad escludere una serie di alimenti inadatti, a cominciare da quelli OGM, rafforzando al tempo stesso il legame della mozzarella di bufala campana con il territorio, con la valorizzazione delle produzioni foraggere del comprensorio DOP.
2) In questo quadro ottimizzare l’allevamento in relazione al periodo di lattazione delle bufale è fondamentale.
In particolare, sia nelle mandrie che tendono alla riproduzione naturale (parti nella fase autunno invernale), che in quelle dove si opera la destagionalizzazione dei parti (primavera estate), si osserva una forte concentrazione di parti in pochi giorni, ed un relativo innalzamento dell’acidità del latte di massa (fino a 12 °SH contro un valore normale di 8), dovuto alla compresenza di molte bufale da poco partorite; il che ha una ricaduta negativa sulla facilità di caseificazione.
La bufala ha anche il problema inverso: quello di presentare, in una mandria tutta protesa verso la fine della lattazione, la produzione di latte ipoacido (6 – 6,7 ° SH). Il che abbassa la resa in caseificazione per il basso tenore proteico. In entrambi i casi un buon management della somministrazione di alimenti può contribuire a rendere l’acidità titolabile in caseificazione più orientata al livello normale.
Patrimonio Bufalino dell’area Dop in numero di capi e numero di aziende, disaggregato per province
Provincia Numero di Capi Numero di Aziende
2001 2002 2003 2004 2001 2002 2003 2004
CASERTA 75.619 81.649 80.935 84. 981 664 709 745 790
SALERNO 36. 011 38. 561 38.499 40. 423 298 313 349 372
LATINA 20.580 22.209 22.409 23. 152 274 286 311 318
FROSINONE 9.419 10.139 9.834 10. 326 279 284 297 302
ROMA 900 945 900 945 2 2 2 3
BENEVENTO 380 399 380 772 2 2 2 2
NAPOLI 350 367 350 367 2 2 2 3
FOGGIA – – – 1. 920 – – – 7
TOTALE 143.259 154.269 153.307 162.886 1.521 1.598 1.708 1. 797
Fonte: Consorzio Tutela Mozzarella di Bufala Campana e CSQA di Thiene. I Dati sono relativi alle sole aziende certificate quali fornitrici di caseifici produttori di Mozzarella di Bufala Campana DOP.
COMUNICATO STAMPA N. 1
Assemblea Ordinaria dei Soci Consorzio Tutela Mozzarella di Bufala Campana DOP
Martedì 24 maggio 2005, ore 17:00, Grand Hotel Vanvitelli
Durante la parte pubblica dell’assemblea, presente il presidente Francesco Serra, il direttore Vincenzo Oliviero darà lettura della Relazione Annuale all’Assemblea dei Soci.
Il documento, come di consueto, contiene tutti i dati aggiornati del comparto Mozzarella di Bufala Campana DOP al 31 dicembre dell’anno precedente.Il 24 maggio alle ore 17:00, nel Grand Hotel Vanvitelli di San Marco Evangelista, si terrà l’Assemblea Ordinaria dei Soci del Consorzio Tutela Mozzarella di Bufala Campana.
Mimmo Pelagalli
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