L’Orzo e la Birra. Noti i benefici di un consumo moderato in un regime dietetico sano ed equilibrato.
A cura di Anna Russo

Sono ormai noti i benefici di un consumo moderato di birra in un regime dietetico sano ed equilibrato. Questa bevanda, infatti, oltre ad essere OGM Free, è un alimento benefico per la salute, riducendo del 24,7% il rischio di malattie coronariche e del 17% gli incidenti cardiovascolari.

Contro il rischio degli infarti, dunque, come prova anche il dossier realizzato da CBMC (The Brewers of Europe) un consumo moderato di birra è una valida misura preventiva alla stregua del controllo del peso e dell’esercizio fisico.

È un dato ormai acclarato che la birra, bevanda-alimento per antonomasia, è un prodotto sano, apprezzato in tutto il mondo, da secoli, per il gusto, le diverse varietà prodotte – dalle tradizionali lager alle stout – e la salubrità. Rivalutata anche in regimi dietetici ipocalorici, la birra è da sempre una bevanda socializzante che registra, nel nostro paese, un sensibile e costante trend di crescita, grazie soprattutto alle garanzie di qualità offerte dalla produzione in Italia, completamente OGM Free.
I produttori italiani, a garanzia dei consumatori, certificano, infatti, la tracciabilità della materia prima – il malto – nell’intero processo di filiera, non ricorrendo all’utilizzo di organismi geneticamente modificati.
I benefici derivanti da un consumo moderato di birra sono stati provati da una ricerca olandese, pubblicata nell’aprile del 2000, sulla prestigiosa rivista medica Lancet e dal dossier internazionale, intitolato proprio I benefici di un moderato consumo di birra – realizzato, nel giugno del 2000, da CBMC (The Brewers of Europe).

LANCET: LA BIRRA – COME IL VINO – PER LA PREVENZIONE CARDIACA
Da tempo gli scienziati sapevano che qualche bicchiere di vino rosso contribuisce a prevenire alcune delle più diffuse patologie cardiache.
Dallo studio condotto in Olanda dal dottor Henk Hendriks e la sua equipe dell’Istituto di Nutrizione e Ricerca sul Cibo è emerso che anche la birra, consumata con moderazione, può portare alcuni benefici in tema di prevenzione di problemi cardiaci.
La bevanda ricavata dal luppolo è infatti ricca di vitamina B6, in grado di prevenire nel corpo umano l’aumento di un particolare tipo di aminoacidi chiamato ‘omocistrina’, che si ritiene possa provocare un incremento del rischio di attacchi di cuore.

La ricerca olandese, pubblicata su Lancet, è stata condotta su un campione di 111 soggetti sani che, a cena, hanno bevuto per tre settimane birra, vino rosso o superalcolici e acqua. I ricercatori hanno scoperto che i livelli di omocistrina non aumentavano dopo il consumo di birra mentre crescevano quando i soggetti assumevano vino o superalcolici. Inoltre, in coloro che avevano bevuto birra è stato possibile registrare un aumento del 30 % del livello di vitamina B6 nel sangue.

”Un moderato consumo di alcol – ha detto il dott. Hendriks alla Bbc radio- può avere effetti salutari sul corpo umano, e uno di questi è un significativo aumento del colesterolo Hdl (ad alta densità di lipoproteine), quello ‘buono’”.

Sono ormai noti i benefici di un consumo moderato di birra in un regime dietetico sano ed equilibrato. Questa bevanda, infatti, oltre ad essere OGM Free, è un alimento benefico per la salute, riducendo del 24,7% il rischio di malattie coronariche e del 17% gli incidenti cardiovascolari.
Contro il rischio degli infarti, dunque, come prova anche il dossier realizzato da CBMC (The Brewers of Europe) un consumo moderato di birra è una valida misura preventiva alla stregua
del controllo del peso e dell’esercizio fisico.
È un dato ormai acclarato che la birra, bevanda-alimento per antonomasia, è un prodotto sano, apprezzato in tutto il mondo, da secoli, per il gusto, le diverse varietà prodotte – dalle tradizionali lager alle stout – e la salubrità. Rivalutata anche in regimi dietetici ipocalorici, la birra è da sempre una bevanda socializzante che registra, nel nostro paese, un sensibile e costante trend di crescita, grazie soprattutto alle garanzie di qualità offerte dalla produzione in Italia, completamente OGM Free. I produttori italiani, a garanzia dei consumatori, certificano, infatti, la tracciabilità della materia prima – il malto – nell’intero processo di filiera, non ricorrendo all’utilizzo di organismi geneticamente modificati.
I benefici derivanti da un consumo moderato di birra sono stati provati da una ricerca olandese, pubblicata nell’aprile del 2000, sulla prestigiosa rivista medica Lancet e dal dossier internazionale, intitolato proprio I benefici di un moderato consumo di birra – realizzato, nel giugno del 2000, da CBMC (The Brewers of Europe).
LANCET: LA BIRRA – COME IL VINO – PER LA PREVENZIONE CARDIACA
Da tempo gli scienziati sapevano che qualche bicchiere di vino rosso contribuisce a prevenire alcune delle più diffuse patologie cardiache. Dallo studio condotto in Olanda dal dottor Henk Hendriks e la sua equipe dell’Istituto di Nutrizione e Ricerca sul Cibo è emerso che anche la birra, consumata con moderazione, può portare alcuni benefici in tema di prevenzione di problemi cardiaci. La bevanda ricavata dal luppolo è infatti ricca di vitamina B6, in grado di prevenire nel corpo umano l’aumento di un particolare tipo di aminoacidi chiamato ‘omocistrina’, che si ritiene possa provocare un incremento del rischio di attacchi di cuore.
La ricerca olandese, pubblicata su Lancet, è stata condotta su un campione di 111 soggetti sani che, a cena, hanno bevuto per tre settimane birra, vino rosso o superalcolici e acqua. I ricercatori hanno scoperto che i livelli di omocistrina non aumentavano dopo il consumo di birra mentre crescevano quando i soggetti assumevano vino o superalcolici. Inoltre, in coloro che avevano bevuto birra è stato possibile registrare un aumento del 30 % del livello di vitamina B6 nel sangue.
”Un moderato consumo di alcol – ha detto il dott. Hendriks alla Bbc radio- può avere effetti salutari sul corpo umano, e uno di questi è un significativo aumento del colesterolo Hdl (ad alta densità di lipoproteine), quello ‘buono’”.
UN MODERATO CONSUMO DI BIRRA RIDUCE I RISCHI DI INFARTO E DI ICTUS
Una dose giornaliera di birra, pari a 30 gr. di alcol (equivalenti a circa 3 bicchieri da 0,25 cl), riduce del 24,7% i rischi di malattie cardiovascolari, come l’infarto e alcune forme di ictus cerebrale. Il consumo moderato di alcol, infatti, come provano i più recenti ed approfonditi studi internazionali, fa aumentare il livello di colesterolo HDL nel sangue. È stato calcolato che un solo bicchiere da 0,25 cl. di birra al giorno (circa 10 gr. di alcol) aumenta il livello del colesterolo ‘buono’ nel sangue del 4%; mentre 3 bicchieri di birra al giorno riducono il rischio di incidenti cardiovascolari del 17%: segno che la birra, insieme ad uno stile di vita sano, anche abbinata ad altre misure preventive come il controllo del peso, l’assunzione di antiossidanti e l’esercizio fisico, contribuisce al benessere in modo significativo.
Leggendo questi dati in chiave europea, inoltre, si nota che in quei paesi dove si consuma maggiormente la birra, si pensi ad esempio alla Germania in cui è la bevanda nazionale, il valore preventivo di questa bevanda alcolica contro patologie quali l’infarto è ormai condiviso. Un’indagine in proposito, condotta dal prof. Hans Hoffmeister della Freie Universität di Berlino, dimostra che se in Europa i bevitori di birra perdessero improvvisamente quest’abitudine, utile peraltro a bilanciare una dieta troppo ricca di grassi, si registrerebbe un incremento delle malattie cardiovascolari, con una riduzione dell’aspettativa di vita di circa due anni ed una flessione non indifferente della sua qualità in senso generale.
In virtù del potere limitante di una moderata quantità di alcol sulla tendenza coagulante del sangue, inoltre, bere quotidianamente due birre diminuisce l’incidenza di vari fattori della coagulazione. Ma l’azione protettiva di un moderato consumo di birra, inoltre, è stata provata anche contro la formazione di calcoli biliari, contro l’osteoporosi e contro il diabete. Alcuni articoli pubblicati su America Journal of Epidemiology indicano nel basso contenuto di calcio e nella significativa presenza di magnesio propria della birra, i fattori preventivi contro il rischio della formazione di calcoli biliari e renali, che un consumo giornaliero e moderato (0,33 cl) può ridurre del 40%. Nella prevenzione del diabete, la birra consumata ai pasti, grazie alla scarsa quantità di zuccheri in essa contenuti, non influisce nell’innalzamento critico dei livelli di insulina come attestano gli studi pubblicati su British Medical Journal. Anche contro l’osteoporosi la birra si rivela un ottimo preventivo: il luppolo, infatti, contiene principi attivi che prevengono il rilascio del calcio dalle ossa. Chi beve birra, infine, è più protetto dall’Helicobater pylori, organismo responsabile dell’ulcera gastrica e fattore di rischio per il cancro allo stomaco.
Importante, però, per giungere all’esatta valutazione del potere protettivo dell’alcol, e quindi della birra, tenere in considerazione altri importanti fattori variabili, i cosiddetti ‘confounders’, che, se ignorati, possono alterare i risultati della ricerca. Tra essi: lo stile di vita, la dieta alimentare seguita, le malattie pregresse.
SANI E PIU’ IN FORMA GRAZIE ALLA BIRRA
La birra è un long-drink dissetante relativamente povero di alcol, costituito per il 93% di acqua e prodotto con ingredienti naturali e sani: malto, luppolo e lievito che ne fanno davvero una bevanda sana ed equilibrata.
Proprio per il suo apporto di vitamine e di sali minerali essenziali, la birra è parte integrante di una dieta sana e ben bilanciata, soprattutto per l’apporto di potassio del quale, al contrario del sodio, è particolarmente ricca. Oltre ai sali minerali, questa bevanda è anche fonte di fibra solubile che deriva dalle pareti cellulari del malto d’orzo. Un litro di birra, nello specifico, contiene circa il 20% dell’apporto giornaliero di fibra che, oltre ad aiutare la funzione intestinale, rallenta la digestione e, conseguentemente, anche l’assorbimento del cibo.
La birra vanta, inoltre, un alto contenuto di vitamine B, di folati e di agenti antiossidanti, portati sia dal malto che dal luppolo. Addirittura, come prova lo studio Bioavailability of ferulic acid from beer, la quantità di antiossidanti presenti nella birra è il doppio di quella rilevata nel vino bianco. Inoltre, gli agenti antiossidanti della birra – al contrario di quelli presenti in maniera più massiccia nel vino rosso – sono piccole molecole immediatamente disponibili per l’organismo, oltre che potenziali alleati nella lotta contro alcune forme tumorali tra cui anche il cancro al seno e alla tiroide.
Dal punto di vista calorico, è utile ricordare che la birra non ingrassa, ma anzi contiene addirittura meno calorie di altre bevande non alcoliche. Qualche esempio: 250 ml di birra contengono 103 Kcal contro le 120 di un’uguale porzione di succo di mela, le 134 del latte e le 250 di uno yogurt alla frutta. Per non ingrassare, sì ad un moderato consumo di birra durante i pasti, nel contesto di una dieta bilanciata.
MA QUANTA BIRRA SI PUÒ BERE AL GIORNO?
L’importante è non cedere agli eccessi: il che significa al massimo 2 o 3 bicchieri di birra al giorno da 0,25 cl l’uno. In questo modo si assumeranno infatti dai 20 ai 30 gr. di alcol, rimanendo all’interno della dose consigliata dai medici (che è appunto, al massimo di 3 drink al giorno).
Infine, come messo in evidenza da uno studio condotto su un campione di circa 60.000 danesi, uomini e donne, pubblicato su European Journal Clinical Nutrition, chi beve birra dimostra di seguire un drinking pattern (modello di comportamento), ritenuto il più assennato tra tutte le categorie di bevitori.
Fonte: Sole 24 Ore © 2002 – 2006 Tutti i diritti sono riservati. I marchi registrati appartengono ai rispettivi proprietari

L’orzo, simbolo di fertilità e di abbondanza, è anche un mezzo per mettersi in contatto con il mondo soprannaturale. Assieme al frumento anche l’orzo è uno di quei cereali che sono ricchi di significati simbolici. Come il frumento esso è simbolo di fertilità e di abbondanza, ma oltre a questo, l’orzo è anche un mezzo per mettersi in contatto con il mondo soprannaturale. Dall’orzo, infatti, si ricava una bevanda particolare, la birra.
I semi del cereale, torrefatti e triturati, poi messi a fermentare nell’acqua, forniscono una bevanda alcolica e spumosa che è conosciuta fin dall’antichità.
La conoscevano i Sumeri che, nella saga di Gilgamesh, descrivono come la scimmia Enkidu, si trasformi in uomo dopo essersi saziata di pane e aver bevuto sette boccali colmi di birra. La conoscevano i babilonesi che, oltre all’orzo, per produrla usavano anche il farro e altri cereali mescolati assieme. La birra dei babilonesi era particolarmente apprezzata dagli egiziani che, a poco a poco, ne divennero i principali produttori.
La bevanda fermentata degli egiziani si chiamava shekar e aveva un significato simbolico particolare: si usava infatti inserirla nel corredo del morto per aiutarlo ad affrontare il viaggio nell’Aldilà.
Successivamente la birra si diffuse nell’Europa centrosettentrionale – a differenza di quella centromeridionale in cui non riuscì mai a soppiantare la cultura del vino.

La si trova nelle aree di tradizione celtica, in Pannonia, Dalmazia, Illiria. In queste zone la birra viene chiamata sabaia o sabaius, un nome simile a quello del dio Sabazio, una divinità tracio-frigia le cui funzioni erano simili a quelle del dio Dionisio.
Ed in effetti la birra viene usata dai Celti nelle cerimonie religiose e le abbondanti libagioni avevano lo scopo di indurre i partecipanti in uno stato di ebbrezza che permetteva loro di mettersi in contatto con gli dei e di trarne ispirazione per le loro azioni. Ma non solo; in alcuni casi lo stato di ebbrezza si configura come un sacrificio. Il bevitore, infatti, una volta raggiunto questo stato, si poneva come la vittima di un sacrificio. Rinunciava a se stesso e diventava strumento in mano agli dei, che in questo modo potevano manifestare il loro volere.
La birra diventa quindi una bevanda sacra, simbolo di comunanza con gli dei, e viene usata nelle cerimonie evocative e nei riti di preparazione.
Quello che oggi noi chiamiamo “brindisi” era originariamente un rito orale, accompagnato da gesti che volevano offrire agli dei la misteriosa potenza contenuta nella bevanda inebriante per ottenere il loro favore.
Era un tempo in cui gli uomini potevano ancora comunicare con gli dei. Oggi questo filo si è spezzato e l’uomo deve trovare il divino per altre vie, con altri mezzi.
Resta comunque il ricordo di quegli antichi rituali, ma i gesti che li accompagnano sono privi di significato perché svuotati delle loro radici religiose.
Così il brindisi attuale accompagnato dalla formula “alla salute” o “beviamo alla salute” è solo una consuetudine e la propensione al bere e all’ubriacarsi non è più un mezzo per elevarsi ma è solo causa di abbruttimento.
Silvano Parisen

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Il simbolismo della Natura
La storia dell’uomo e i simboli
Simboli e Simbologia
Anna & “BIOLCALENDA”
Anna Russo, educazionealimentare@supereva.it


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