– L’Istituto di Statistica:tutti gli errori e le sviste nella misura del carovita
Agenews. Le statistiche degli istituti specializzati, da quando l’Istat ha fatto flop in più di una occasione, peraltro scegliendo prodotti lontani dalla spesa del vivere quotidiano, ormai ci si guarda dal prenderle per oro colato. Non c’è solo il problema dei pesi dei prodotti stagionali a rendere dubbia la rilevazione dei prezzi. Il più clamoroso errore nel paniere Istat è sulla spesa farmaceutica. L’Istat non considera quanto paga il cittadino ma quanto è scritto sulla scatola. Così se un farmaco passa dalla fascia gratuita a quella a pagamento senza variare di prezzo, per il paniere Istat c’è inflazione stabile mentre per il consumatore c’è un aggravio. La stessa Istat deve rivedere il suo sistema di calcolo sui farmaci quando comunica i dati a Eurostat, per il quale vale il costo effettivo per il consumatore. Tra le sviste, la più clamorosa è quella dell’assicurazione sui ciclomotori, cioè sul prodotto aumentato di più tra il 1994 e il 2003. Fino al 2004 era fuori dal paniere Istat e vi è entrato solo quest’anno. Ma è un ingresso privo di conseguenze, perché l’istituto guidato da Luigi Biggeri non misura il livello dei prezzi ma soltanto le variazioni, per cui gli aumenti del passato che sono sfuggiti alle rilevazioni restano nell’oblio statistico. Mentre, paradossalmente, un eventuale ritocco al ribasso sarebbe registrato. Sulle polizze Rc c’è anche un problema dei pesi: l’Istat non considera la spesa completa, ma solo la differenza tra la spesa e gli incassi medi per i rimborsi, i quali vanno però a coprire danni subiti e non rappresentano un guadagno.


0 commenti

Lascia un commento

Segnaposto per l'avatar

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *