21 ottobre 2004 – Limoncello amalfitano: contributi dal governo per non morire.
Il limoncello della penisola amalfitana rischia di non poter essere più prodotto perché i coltivatori stentano ad andare avanti. Ci vogliono soldi per mantenere i limoneti e non bastano mai, anzi stanno per finire. Di qui l’appello al governo attraverso il deputato locale, Edmondo Cirielli, che ha convinto il ministro Gianni Alemanno ad intervenire e la soluzione è stata presto trovata. Siccome il limoncello è un bene comune, non solo locale, siccome è fonte di reddito per numerose famiglie, siccome è possibile che uno dopo l’altro i coltivatori a terrazza smettano la produzione, vendendo baracche e burattini (e la speculazione edilizia è dietro l’angolo, nonostante il Put locale) lo Stato pagherebbe annualmente 10 euro per ogni albero di limoni. C’è un inghippo, però: i soldi non li caccerebbe il ministro per le politiche agricole (come sarebbe logico attendersi) ma ben due ministeri: ambiente e beni culturali, cioè Altero Matteoli e Giuliano Urbani. Coi tagli che il premier ha suggerito per i vari ministeri, e i tre sono stati già ridimensionati, vien da chiedersi dove li prenderanno i soldi quei due ministri, che hanno già le loro gatte da pelare, dopo tutte le grane (proprio di carattere economico) nei rispettivi settori. La cosa è appena agli inizi e certo una soluzione dovrà pure arrivare. Se la richiesta, dicono i coltivatori più pessimisti, non dovesse essere accolta, potrebbe configurarsi un altro tipo di intervento. Un caso così particolare, infatti, potrebbe essere anche risolto dalle istituzioni locali. Una via di mezzo ci sarebbe: la Regione Campania. C’è una legge regionale, firmata dal consigliere regionale salernitano Gerardo De Prisco, ed approvata dal Consiglio anni fa, che già concede contributi ai coltivatori di limoni della penisola amalfitana per ammodernare i loro impianti (ascensori, montacarichi, funivie, ceste particolari), tutto per raggiungere senza troppa fatica i terrazzamenti che dal piano stradale salgono verso i monti. Basterebbe aggiungere un solo articolo, che prevede quanto suggerito dal deputato salernitano al governo, e il problema potrebbe dirsi risolto. Oppure, per tagliare la testa al toro, un articolo ad hoc al collegato al bilancio che la Regione ancora non ha approvato ma che farà nei prossimi giorni. Ne terrà conto chi di dovere o c’è la solita manfrina tra i partiti, col risultato ormai classico che mentre si discute sulla scelta del “medico”, l’ammalato muore? Assessori all’agricoltura(ma Aita è dimissionario), al turismo, ai beni culturali, all’ambiente, all’industria, e quanti altri interessati, se volete, questo è il momento di interessarsi anche dei limoni amalfitani, prima che qualcuno parli di disinteresse regionale, della Regione matrigna e lontana.


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