5 maggio 2005 – Le otto Regioni del Mezzogiorno chiedono al governo di posticipare di un anno le scadenze delle Fondazioni.
Il coordinamento delle Regioni del Mezzogiorno italiano ha prodotto un primo documento che è stato inviato per competenza al governo, a Roma. Ancora una volta, dopo la devolution che si apprestano a varare a Roma, si sta cercando di sottrarre al Sud ciò che le appartiene di diritto, i proventi delle Fondazioni, con una scadenza capestro che non consente di mettere in moto i meccanismi che una riforma normativa potrebbe far slittare al 2006, per consentire alle fondazioni di cogliere il miglior momento di mercato per cedere le proprie partecipazioni. Naturalmente le Regioni interessate non ci stanno, e il documento è solo il primo passo per verificare se il governo-bis davvero intende dare ascolto alle ragioni e alle regioni del Sud. In caso negativo pare di capire che si avvierà di fatto e nei fatti una lunga campagna elettorale che peserà sul governo, sì, ma anche su tutti noi che per un anno dovremo assistere ad una querelle infinita tra maggioranza e opposizione. Di seguito pubblichiamo il documento delle otto regioni.
IL COORDINAMENTO DELLE REGIONI DEL MEZZOGIORNO INTERVIENE SULLE FONDAZIONI BANCARIE.
l testo del documento inviato al Governo e sottoscritto dai presidenti delle Regioni Abruzzo, Ottaviano Del Turco, Basilicata, Vito De Filippo, Calabria, Agazio Loiero, Campania, Antonio Bassolino, Molise, Michele Iorio, Puglia, Nichi Vendola, Sardegna, Renato Soru, Sicilia, Salvatore Cuffaro:
I Presidenti delle Regioni del Mezzogiorno
– visto che la legge impone alle fondazioni bancarie di cedere le residue partecipazioni nel mondo creditizio entro il 2005, con uno sgravio fiscale sulle plusvalenze stimato in 2 miliardi di euro ai valori di Borsa attuali;
– che tale sgravio andrebbe a totale vantaggio delle fondazioni del Centronord ed in particolare di quelle che hanno quote in grandi banche nazionali (Unicredit, Intesa, Sanpaolo, Capitalia);
– che nonostante l’impegno dell’Acri con il “Progetto Sud”, attualmente il 97% delle erogazioni delle fondazioni avviene a vantaggio del centronord, finanziando spese nel campo della sanità, ricerca, istruzione, cultura e assistenza per oltre 1,1 miliardi di euro all’anno, spese che nel Mezzogiorno restano a completo carico degli enti territoriali e in primis delle Regioni,
propongono
– che una riforma normativa faccia slittare la scadenza del 2005 di almeno un anno per consentire alle fondazioni di cogliere il miglior momento di mercato per cedere le proprie partecipazioni;
– che tale riforma confermi gli sgravi fiscali sulle plusvalenze per il sistema delle 88 fondazioni di origine bancaria;
– che il ricavato di tali sgravi fiscali vada a ripatrimonializzare le fondazioni esistenti così come quelle in corso di formazione nelle Regioni del Mezzogiorno, in proporzione alla popolazione dell’area territoriale di riferimento.
3 MAGGIO 2005 – NATO IL COORDINAMENTO DELLE 8 REGIONI DEL MEZZOGIORNO.
I Presidenti delle Regioni Abruzzo (Ottaviano del Turco), Basilicata (Vito De Filippo), Calabria (Agazio Loiero), Campania (Antonio Bassolino), Molise (Michele Iorio), Puglia (Nichi Vendola), Sardegna (Renato Soru, assente per impegni elettorali, ha però manifestato piena adesione) e Sicilia (Salvatore Cuffaro), riuniti a Napoli il 3 maggio 2005, danno vita ad un Coordinamento permanente tra le Regioni. Il Coordinamento si riunisce una volta al mese oppure ogni qual volta ne faccia richiesta uno dei Presidenti, presso le diverse Regioni oppure a Roma.
Il Coordinamento individua le azioni che tutte o parte delle Regioni coinvolte intendano intraprendere in forma coordinata al fine del migliore esercizio delle loro funzioni e competenze, come è inoltre previsto dal comma 8 dell’art. 117 della Costituzione. In seno al Coordinamento ciascuna Regione indica un proprio rappresentante che coadiuva il Presidente e la Giunta nell’organizzare le riunioni di coordinamento e nello stabilire tutte le necessarie relazioni tra una riunione e l’altra. Compito del Coordinamento è verificare lo stato di avanzamento delle azioni svolte in forma coordinata.
Tra le priorità individuate dal Presidente Bassolino “la programmazione dei fondi Ue, le infrastrutture e i trasporti, la difesa del suolo e la prevenzione dei disastri naturali, la ricerca e l’innovazione, la cultura e il turismo, le politiche sociali. E, ovviamente, lavorare insieme per la necessaria svolta nell’attenzione dell’Italia e dell’Europa verso il Mediterraneo”.
”Qui – commenta Del Turco – c’erano presidenti dei diversi schieramenti, che sono stati in grado di fare un ragionamento comune. Questo e’ un fatto politico rilevante; se diventera’ un fatto storico dipende dai risultati”. ”Dopo 15 anni di oblio, sia subìto sia per certi versi programmato, e di scomparsa della questione meridionale, il Sud e’ tornato”, incalza Vendola. ”Un grande passo in avanti per tutto il Mezzogiorno”, secondo Iorio e De Filippo. E Loiero: ”Grazie alla rivolta degli elettori, c’e’ nel Sud una nuova e forte volonta’ di riscatto, non ideologica ma politica”.
Categorie: Ambiente e energia
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