Le malattie del cane. La displasia dell’anca è un problema di razza
(nella foto un dobermann)
La displasia dell’anca è una malattia ben conosciuta ( e temuta) dagli allevatori.
E’ la causa più frequente di osteoartrite a carica dell’articolazione coxofemorale (anca) che può portare, negli anni, a forme infiammatorie e degenerative croniche molto dolorose e invalidanti che compromettono la deambulazione.
La malattia non riconosce una sola causa, ma esistono dei fattori genetici predisponenti che si associano a fattori ambientali.
Le alterazioni genetiche riguardano soprattutto la muscolatura che favorisce una condizione di lassità muscolare che, alla fine, distanzia la testa del femore dalla cavità dell’acetabolo dove è collocata.
Questa patologia è caratteristica delle razze di taglia medio gigante: pastori tedeschi, boxer, alani, dobermann, labrador. Pastori di ogni tipo ne sono soggetti e, trattandosi di una malattia ereditaria, necessita di un’accurata selezione genetica per avere riproduttori che mettano al mondo prole esente.
Tipicamente in soggetti delle razze predisposte si effettuano radiografie, cosiddette
“preventive” a tre mesi di età, per osservare segni precoci di alterazione, altre, a sei – sette mesi e una “definitiva” a circa un’anno, che viene inviata a una centrale di lettura dove si rilascia la certificazione di soggetto esente o con alterazioni di vario grado.
Vi è da dire che l’esasperazione della selezione genetica per questo o quel carattere, degli ultimi decenni, ha portato, ad un aumento di questa alterazione articolare e a conseguenti veri e propri eccessi sia nella “pulizie etnica” che nell’interventismo chirurgico. Se in un cane adulto, con gravi alterazioni dolorose, è da prendere in seria considerazione la protesi d’anca, nei cuccioli si è assistito ad una “esondazione” di chirurgia preventiva non priva di dubbi.
Oggi è molto in voga un intervento, la cosiddetta sinfiodesi pubica, che si effettua a soli tre mesi di età nei soggetti con qualche alterazione. A parte le considerazioni tecnico scientifiche su un tipo di chirurgia che non tutti ritengono efficace, nascono molti dubbi se si pensa che il soggetto operato, quando farà la lastra “definitiva” apparirà esente e verrà messo in riproduzione, pur avendo geneticamente le “stigmate” della patologia che magari apparirà negli anni successivi e poi nella prole. Questo per chi gioca sporco ovviamente.
Non è poi raro vedere cuccioli operati di sinfisiodesi pubica a tre mesi e, visto il persistere delle alterazioni, di TPO o dartroplastica a otto mesi, in un susseguirsi di interventi dolorosi e talvolta dettati da eccesso di zelo dell’allevatore del veterinario. Si tratta di segare ossa, rimodellarle, girarle e ricompattarle, tutti interventi complessi che implicano possibili conseguenze sul temperamento del cane, operato magari più volte appena svezzato o in giovane età. Alla fine ciò che premia è sempre la moderazione.
La tendenza di allevatori e proprietari) ad avere cani
“perfetti” conduce inesorabilmente a fare i conti con la natura, che stupida proprio non è.
Oscar Grazioli*
CHI E’
Oscar Grazioli
Da oltre 20 anni si occupa principalmente di anestesia, terapia intensiva e medicina interna dei nostri amici a quattro zampe. Giornalista pubblicista e scrittore è autore di centinaia di articoli e di diversi libri sul rapporto uomo animale.
(da Tiscali animali e foto)
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