L’Arga per un giorno a Caserta, a casa dei Re, e poi a consumare il loro cibo.
Gianpaolo Necco
La delegazione di Caserta dell’Accademia Italiana della Cucina ha promosso, in coincidenza con la mostra “Casa del re”, in svolgimento negli appartamenti storici della Reggia di Caserta, l’iniziativa enogastronomia denominata “Tavola di Re”, consistente nella elaborazione di un menù tipico dell’epoca borbonica, preparato, presso il ristorante Le Colonne in via Appia a Caserta. Il menù, fatto davvero singolare, è stato anche suggerito ad alcuni ristoranti del capoluogo, e potrà essere degustato dai turisti in visita alla mostra a completamento della immersione negli usi e costumi dei governanti del Regno delle Due Sicilie. Primo appuntamento, organizzato dall’Accademia della Cucina, con il patrocinio della Soprintendenza ai Beni culturali e dell’Associazione Stampa della provincia di Caserta, è stato quello di venerdì 14 gennaio. Il piatto forte, e l’espressione è quanto mai appropriata visto il tema, è stato, però, la visita alla mostra Casa di Re, negli ampi e ancora più splendidi appartamenti del primo piano di palazzo reale, in collaborazione con la società Arethusa. La visita degli oltre 200 invitati, tra cui numerosi giornalisti con il presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Campania, Ermanno Corsi, e quello dei giornalisti della provincia di Caserta, Michele De Simone, e con una delegazione di giornalisti dell’Arga della Campania con a capo il presidente Francesco Landolfo, è stata facilitata dalla presenza della prof.ssa Rosanna Cioffi, docente di storia dell’arte presso la facoltà universitaria di Santa Maria Capua Vetere, che ha avuto l’oneroso compito di allestire la mostra, nonché di fare da dotta ed esperta guida agli ospiti. La Cioffi, lungo un itinerario durato oltre due ore, ha, quindi, raccontato la storia di mobili, suppellettili e ambienti che, dal 1752 al 1860, hanno fatto della Reggia di Caserta non solo la casa del Re e la dimora regale più bella d’Europa, ma il punto di riferimento per scoprire come si viveva, abitava e mangiava in quei secoli ormai lontani. Gli ospiti attraverso gli oltre 200 dipinti, provenienti da collezioni private e musei di tutta Europa, ma anche dai depositi della Reggia, e visitando le sale, tutte restaurate e riportate allo stato originale, hanno potuto apprendere che in fin dei conti si stava meglio quando si stava… peggio. L’allestimento della mostra, infatti, che ha adottato criteri contemporanei per rendere immediato e naturale distinguere l’ieri dall’oggi, ha mostrato agli ospiti i fasti dei personaggi che l’abitarono, il re Carlo Borbone di Spagna; il figlio Francesco, poi Ferdinando I, con sua moglie Carolina e la numerosa figliolanza; Gioacchino Murat e Carolina Bonaparte: tutti rivistati in una veste privata e ma anche pubblica, in un momento in cui la Reggia fu considerata “casa” piuttosto che simbolo di grandezza e potenza politica. Tra le curiosità viste: la macchina per svolgere i papiri di Ercolano; un telaio della manifattura di sete di San Leucio; cannocchiali ed erbari provenienti dall’Osservatorio di Capodimonte e dall’Orto botanico di Napoli e, udite, udite, il primo ascensore a mano, allestito nella Reggia tra un piano e l’altro per portare su uomini, cose, e naturalmente i reali; e non potevano mancare i modellini del primo treno, quello della ferrovia Portici-Napoli e dei velieri della flotta napoletana dell’epoca. La seconda parte della visita ha riguardato la cena borbonica al ristorante Le Colonne di Caserta che, come detto, ha riproposto un menù del 26 maggio 1829, tutto da gustare e ben illustrato dalla scrittrice Nicoletta D’Arbitrio, autrice del volume la “Tavola del Re”, che con il delegato di Caserta dell’Accademia Italiana della Cucina, Wladimiro Abbate ha parlato delle caratteristiche dell’iniziativa e della cena studiata per l’occasione. Una curiosità: il cuoco dell’epoca non ha mai usato la melanzana, pur presente tra gli ortaggi dell’epoca. Si chiamava Giuseppe Lazzaro, napoletano, come il re dei lazzaroni, così veniva comunemente chiamato, infatti, il Borbone dai rappresentanti delle altre monarchie europee. Mostra e pranzo da gustare, dunque e c’è tempo solo fino al 13 marzo.
Il menù del 26 maggio 1829:
Gran buffet di aperitivi: vino asprinio di Aversa, pasticcetti caldi alla francese, galantine di gallinacci, pasticci di fagiani, pasta frolla ai formaggi, bignè di riso al senso di rosa, chaud-froid di mortadella, bottone da prete alla cannella.
Consumè caldo di cicoria con lesso di cinghialotto del real sito si San Silvestro.
Timpano di maccheroni alla re Ferdinando.
Quaglia all’imperiale e pelatello casertano, gattoncini di polenta al profumo di fegatini.
Blancmanger alla vaniglia e pieds d’amour.
Acqua Ferrarelle e naturale
Vini di falerno
After dinner.
Box
Mostra Casa di Re – Un secolo di storia alla Reggia di Caserta, 1752-1860.
Reggia di Caserta, 8 dicembre 2004 – 13 marzo 2005
Orario: tutti i giorni dalle 9 alle 19 – Chiuso il lunedì
Informazioni e prenotazioni: tel.0823448084 – 0823462078 – Fax 0823220847
Biglietti: mostra più visita alla Reggia, prenotazione obbligatoria e materiale didattico euro 6,20 a persona. Lo stesso itinerario più visita al parco euro 8,20.
Tariffe visite guidate: scuole euro 2,58 ad alunno; servizio gratuito per i docenti. Gruppi euro 62,00(max 30 persone, tolleranza fino a 5 unità con un costo aggiuntivo di euro 3,60 a persona). Singoli euro 3,60 a persona.
Il libro”La tavola di Re, cronache dei reali offici di bocca” di Nicoletta D’Arbitrio e Luigi Ziviello, è in vendita presso la Feltrinelli.
Successivamente la delegazione di Caserta dell’Accademia Italiana della Cucina, (tel. 0823326702, 0823 467494), si riserva di organizzare al ristorante Le Colonne in via Appia o in altri locali che aderiranno all’iniziativa, ulteriori appuntamenti di arte e gastronomia, sino alla conclusione della Mostra in Palazzo reale.
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