La prima giornata mondiale delle api. Il 75% delle colture dipende dalla loro impollinazione e possiamo dire che il futuro del nostro cibo dipende da loro…

Oggi, 20 maggio 2018, è la prima Giornata mondiale delle api
È stata istituita solo nello scorso anno, e oggi vede la sua prima edizione: la Giornata Mondiale delle Api nasce per puntare l’attenzione sull’importanza della salvaguardia di questi insetti. Il 75% delle colture dipende dalla loro impollinazione e possiamo dire che il futuro del nostro cibo dipende da loro.

«Se l’ape scomparisse dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita» Albert Einstein
Oggi è la prima Giornata mondiale delle Api. Fortemente voluta dalla Slovenia, il cui governo è all’avanguardia nella lotta per la salvaguardia delle api (nel 2011 già vieta l’uso di pesticidi sul territorio nazionale) e istituita nel giorno anniversario della nascita di Anton Jana, pioniere dell’apicoltura moderna, è un ennesima tappa necessaria per la consapevolezza che dobbiamo lottare per la salvaguardia di ogni specie vivente per preservare i delicati equilibri del nostro ecosistema che con l’attività umana abbiamo messo a repentaglio.

Questi incredibili insetti sono solo necessari per la sopravvivenza di moltissime specie vegetali, ma anche ovviamente di tutte quelle animali che si cibano di esse, compreso l’uomo: due terzi delle colture utilizzate per la nutrizione umana sono infatti impollinati dalle api, che inoltre svolgono un ruolo decisivo per mantenere la biodiversità e contrastare la desertificazione. Alcuni studi di neurologia hanno addirittura suggerito come lo studio dei loro sciami possa aiutarci nella comprensione dei meccanismi di trasmissione delle informazioni nel nostro cervello (a questo proposito si ricorda il libro «L’intelligenza delle api. Cosa possiamo imparare da loro» di Randolf Menzel e Matthias Eckholdt).

Fortunatamente, a tal punto i movimenti ecologisti e l’opinione pubblica si sono mossi nei confronti della protezione di questi magnifici insetti che la FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) stessa ha esortato paesi e singoli individui a impegnarsi per proteggere le api e gli altri impollinatori per non rischiare un brusco calo della diversità alimentare. “Proteggerle è tutelare il nostro cibo. Non possiamo continuare a concentrarci sull’aumento della produzione e della produttività basandoci sull’uso diffuso di pesticidi e di sostanze chimiche che minacciano le colture e gli impollinatori.” ha direttore Generale della Fao, José Graziano da Silva, che ha sottolineato come si debba muovere le politiche agricole ed alimentari verso sistemi di produzione più sostenibili, che non nuocciano alle api.

Oltre il 75% delle colture alimentari mondiali necessitano in una certa misura dall’impollinazione delle api, appartenenti alla famiglia degli Imenotteri, che rimangono gli insetti impollinatori più “efficienti” in natura. In appena trenta anni, dal 1980 al 2010, la popolazione mondiale di api e vespe si è ridotta del 36 per cento. Grandi morie d’api sono state segnalate negli ultimi anni in Europa, Cina e Nordamerica. Le api, come purtroppo abbiamo appreso nelle campagne portate avanti dalle associazioni ecologiste negli ultimi 20 anni, sono gravemente minacciate dalla combinazione nefasta degli effetti del riscaldamento terrestre, dell’inquinamento, dell’agricoltura intensiva e dell’aumento delle monocolture, dei pesticidi. La riduzione delle api ha creato, insieme ad altri fattori sempre legati all’inquinamento, al riscaldamento globale e alla deforestazione comporta una riduzione della biodiversità. Riduzione della biodiversità che se sparissero questi impollinatori, diverrebbe molto drastica al punto che le colture di caffè, mele, mandorle, pomodori e cacao, per citare solo alcune, andrebbero a sparire.

Un mondo senza api potrebbe essere spaventosamente simile a questa veduta.
Esistono varie specie di animali ed insetti che attraverso il loro approvvigionamento quotidiano di cibo ed altri comportamenti fungono da impollinatori, come le famose api, alcune specie di uccelli, pipistrelli, farfalle e coleotteri. Purtroppo le stesse cause che stanno decimando le api, principalmente e quasi esclusivamente per conseguenza delle attività umane, stanno riducendo il numero e la diversità degli altri impollinatori animali. A protezione delle api sono stati fatti piccoli ma importanti passi in avanti: alcune settimane fa è stato vietato l’uso negli stati dell’Unione Europea di fertilizzanti a base di neonicotinoidi, altamente dannosi per la fauna selvatica, e soprattutto per le api, dal momento che hanno come effetto su di esse di ridurre il loro olfatto, memoria e senso dell’orientamento. Inoltre, le pratiche agricole sostenibili, come l’agricoltura biologica certificata e la permacoltura sono in costante aumento, e sono un valido modo per proteggere l’ambiente e insieme ad esso le api riducendo l’esposizione ai pesticidi. La Fao ha inoltre sviluppato il Codice di condotta internazionale sulla gestione dei pesticidi, di concerto con l’Oms, sempre a tutela di questi insetti.
Non solo gli effetti del clima, però, uccidono le api. Nelle pratiche di apicoltura, sia per l’estrazione del miele dai favi melliferi sia in molte altre procedure standard, le api vengono uccise o menomate. Se si pensa che in media una singola ape, visita circa 7000 fiori al giorno e ci vogliono quattro milioni di visite per produrre un chilogrammo di miele, possiamo renderci conto di quanto sia prezioso questo alimento, che dovrebbe servire alle api stesse, e di come l’industria apiaria non sia una soluzione per la salvaguardia delle api, ma in buona parte, l’opposto.

Questo sarebbe lo scenario nel reparto ortofrutta di un supermercato se sparissero le api.
Lungi dal sostenere le pratiche di apicoltura, che prevedono sempre in una certa misura, crudeltà e sfruttamento delle api, è altresì auspicabile creare dei giardini ad hoc per attirare e nutrire le api, o un lasciare a qualche centinaia di metri da case e strade un alveare a uso non commerciale, non per produrre miele ma per creare uno spazio di ricovero e protezione per le api durante l’inverno. “Ognuno di noi ha una responsabilità individuale nei confronti della protezione delle api e dovremmo tutti fare scelte rispettose degli insetti impollinatori.” ha infatti dichiarato infine da Silva “Anche la crescita dei fiori a casa per nutrire le api contribuisce a questo sforzo” ricordandoci come un piccolo gesto, come quello di mettere fiori che possano attrarre e nutrire le api sul nostro balcone o scegliere prodotti biologici, possa fare la differenza.
Joela Laghi 0Attualità 20 maggio 2018
Pubblicato da Joela Laghi
A 14 ho deciso che non volevo più mangiare qualunque cosa avesse occhi. Da lì ho proseguito il mio percorso di studi e di vita, tra attività artistiche, attività per il sociale e l’ambiente, giornalismo e blogging. Nel tempo libero adoro stare ai fornelli e cucinare leccornie vegane e ovviamente coccolare i miei 5 gatti trovatelli!


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