La Lipu: Europa, uccelli in pericolo. Allarme degli ornitologi delle associazioni ambientaliste.(Nella foto una torre di osservazione)
Molte specie di volatili europei rischia l’estinzione.
A lanciare l’allarme è stata la Lipu che, proprio nei giorni scorsi, ha rilasciato le drammatiche stime sullo stato di conservazione degli uccelli nel Vecchio Continente.
Il rapporto, redatto assieme alla BirdLife International, mostra senza possibilità di errore il reale stato di 226 specie di volatili gravemente minacciati e, in diversi casi, ormai avviati verso un quasi inevitabile declino.
Delle specie prese in esame, almeno 45, che negli ultimi 10anni godevano di buona salute, sono oggi in calo. Per altre specie quali l’Aquila del Bonelli (Hieraaetus fasciatus), il Capovaccaio (Neophron percnopterus), il Falco sacro (Falco cherrug), l’Albanella pallida (Circus macrourus) e la Gallina prataiola (Tetrax tetrax) il declino, peraltro già in atto, si fa sempre più pesante. Secondo quanto spiegato sulla relazione del Birds in Europe II, che segue di 10 anni il rapporto Birds in Europe I, tra le cause principali del fenomeno vi sono l’intensificazione dell’agricoltura, la distruzione delle aree steppiche dell’Europa meridionale e dell’Est e l’inadeguata tutela e gestione delle Zone di Protezione Speciale previste dalla Direttiva europea “Uccelli”.
Limitando l’analisi all’Italia, delle 36 specie cacciabili nel nostro Paese, 8 hanno visto peggiorare il proprio stato di salute e risultano in declino a livello dei 52 Paesi europei: Mestolone (Anas clypeata), Moretta (Aythya fuligola), Moriglione (Aythya ferina), Pavoncella (Vanellus vanellus), Combattente (Philomachus Pugnax), Beccaccino (Gallinago gallinago), Frullino (Lymnocryptes minimus) e Beccaccia (Scolopax ruticola, nella foto).
“E’ evidente – ha commentato Marco Gustin, Responsabile Specie e Ricerca LIPU-BirdLife Italia – la gravità della situazione: invece di proteggere le specie in declino ed eliminarle dalla lista delle specie cacciabili, si vuole addirittura introdurre una riforma della legge 157 che aumenta le specie cacciabili e i periodi di caccia. Si tratta di proposte inaccettabili e illogiche, che contraddicono i dati scientifici e le esigenze di conservazione”. Nonostante qualche segnale positivo, 14 specie di uccelli europei hanno infatti migliorato il proprio status rispetto a 10 anni fa, il complessivo arretramento di altri volatili è un segnale molto preoccupante.”Occorre immediatamente attivarsi – spiega Ariel Brunner, Responsabile IBA e Rete Natura 2000 – con azioni volte a fermare la continua perdita dell’avifauna europea: una seria e puntuale applicazione della Direttiva “Uccelli”, a cominciare dal completamento della designazione delle Zone di Protezione Speciale sulla base delle aree importanti per gli uccelli, le IBA.
Inoltre una rigorosa gestione dei siti della Rete Natura 2000 e la messa a punto dei Piani d’azione, redigendo quelli non ancora realizzati e soprattutto applicando realmente quelli che già ci sono. Poi una sempre più attenta gestione dell’attività venatoria, tenendo presenti i dati negativi di conservazione che emergono dalla ricerca e che riguardano le specie cacciabili. Infine l’integrazione della conservazione della biodiversità nelle politiche settoriali che hanno un impatto sull’ambiente: la Politica Agricola Comune, la politica dei trasporti, quella regionale, la politica energetica”.

Categorie: Ornitologia

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