“LA DIFESA DEL MADE IN ITALY E’ UNA BATTAGLIA CULTURALE”
E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Campana Gennarino Masiello “Dobbiamo denunciare a gran voce chi “annacqua” il Made in Italy perché compromette il futuro del nostro Paese”
“La difesa del Made in Italy agroalimentare è, prima di tutto, una battaglia culturale: non siamo per difendere interessi corporativi ma un patrimonio collettivo e un principio. Dobbiamo denunciare a gran voce chi “annacqua” il Made in Italy perché compromette il futuro del nostro Paese”.
E’ quanto ha affermato il presidente di Coldiretti Campania, Gennarino Masiello che ha confermato che gli agricoltori italiani si sentono in prima linea nella battaglia per la difesa della tipicità agroalimentare e dell’identità dei prodotti italiani.
“Prima che un problema normativo la lotta alla contraffazione è un fatto culturale. – ha proseguito Masiello – Nell’agroalimentare ci trovano a fare i conti con una zona grigia molto vasta, dove gli interessi si infiltrano anche nelle leggi. E’ giusto ricordare che fino a poco tempo fa bastava aggiungere un po’ di sale e acqua nel pomodoro importato dall’estero per farlo diventare italiano.
Poi, finalmente, a smontare questo immaginario collettivo ci ha pensato la sentenza che ha sancito che questa operazione è illegale.
Per questo non dobbiamo mai perdere la capacità di indignarci, se non c’è qualcuno che la alimenta questa capacità va nel dimenticatoio. Ovviamente dobbiamo operare anche sul fronte normativo e applicativo ma la battaglia si gioca nella cultura della legalità alla quale non possiamo rinunciare”.
Il numero uno di Coldiretti Campania ha espresso l’apprezzamento ed il concreto sostegno di Coldiretti nei confronti del “modello campano” per la lotta alla contraffazione in tutti i settori produttivi, che coinvolge istituzioni e forze dell’ordine, e ha ricordato come l’agroalimentare esporti 20 miliardi di euro l’anno a fronte dei 70 miliardi di falsi che sfruttano il “made in Italy”. Ha confermato, inoltre, che Coldiretti continuerà a battersi per l’etichettatura obbligatoria per tutto l’agroalimentare.
In seguito alla mobilitazione popolare il Parlamento ha approvato due leggi sull’etichettatura, mai applicate.
“Non dobbiamo smettere di denunciare ciò che è dichiaratamente ingiusto, di difendere ciò che distingue e dà valore ai nostri prodotti.
Di questo anche i cittadini consumatori sono consapevoli e non vogliono vedersi privare di un pezzo di qualità della vita”, ha concluso Masiello.
Coldiretti ricorda che le esportazioni agroalimentari potrebbero addirittura triplicare con una radicale azione di contrasto al falso “made in Italy”.
Per questo valuta con interesse e grande favore tutte le strategie, come il modello di collaborazione interistituzionale che si sta sperimentando in Campania.
Nicola Rivieccio, giornalista associato all’Arga Campania [nicola.rivieccio@coldiretti.it]
0 commenti