La dabbenaggine dei nostri politici non risparmia neppure gli orsi
di Oscar Grazioli
Dicono che il fondo non esista, perché c’è sempre il modo di scavare di più. Deve essere vero. Pensavo che l’ignoranza (in senso buono) e la dabbenaggine (in senso meno buono) dei nostri amministratori avesse un limite almeno di dignità. Neanche per sogno. Succede che in Trentino, una decina di anni fa, prese l’avvio un progetto che prevedeva la reintroduzione dell’orso bruno ormai ridotto a pochissimi esemplari nella sola Val di Genova.
Il problema è che i soliti nostri pasticcioni hanno portato avanti un programma, senza consultarsi e accordarsi prima con i paesi confinanti, quali l’Austria e la Germania.
Si sono dunque accordati con la Slovenia per importare una decina di orsi dimenticando che il plantigrado non sa ancora usare navigatore e smartphone e non gli è ben chiaro dove siano le frontiere tra le varie nazioni.
Ricorderete di certo l’orso, che sconfinato in Baviera, venne fucilato senza tanti complimenti dai cacciatori tedeschi, con l’avallo del governo, perché in Germania, di orsi non ne vogliono vedere neanche l’ombra.
Adesso lo potete vedere imbalsamato davanti al museo di Monaco. Amen.
Oggi è la volta di Dj3, figlia di Daniza e Joze, che sarà catturata al suo risveglio dal letargo e trasferita presso un centro per “orsi problematici”
vicino a Trento.
L’ordinanza è stata firmata dal presidente della provincia autonoma di Trento Lorenzo Dallai, dopo che Dj3, colta da un languorino allo stomaco, era scesa nel comune di Roncone dove si era mangiata la pecora del parroco, don Igor.
La furia degli ambienti ecclesiastici ha avuto ragione anche sul ministero, contrario alla cattura dell’orsa. Nulla da fare. “Qui comando io ( e don Igor aggiungo io)” deve aver detto Dallai e la popolazione trentina va protetta dalle incursioni e delle possibili aggressioni degli orsi.
Non lo ha convinto neanche la proposta del ministero: catturiamo la svergognata anticlericale e facciamo arrivare dalla ex Jugoslavia un’altra orsa, magari catturata dalle parti di Medjugorie. Niente da fare. Dallai è irremovibile, neanche ci fosse un’emergenza “orsi” in Trentino.
Si tenga conto che in tutta la regione, con le sue straordinarie montagne e vallate, boschi centenari, cascate e ruscelli d’alta quota, la popolazione attuale dell’orso ammonta a ben 30 esemplari.
Roba da rischiare di pestarne uno mentre si va a funghi nelle faggete.
E’ noto che, in tutti i territori, dove storicamente esistono gli orsi, i pastori con le loro pecore o i contadini con le loro galline hanno imparato a convivere assieme ai plantigradi usando i cani e altri strumenti d’avvertimento e dissuasione (reti, recinti, ecc.).
E’ altrettanto noto che non esiste alcuna segnalazione di un contatto fisico (non dico di un ferimento) da parte di un orso a una persona, perché gli orsi sanno bene di che pelo va vestito l’uomo e si danno alla fuga solo a sentirne l’odore.
Inoltre la presenza dell’orso porta in Trentino migliaia di turisti che, muniti di telecamere, sognano di avvistare nel folto della foresta il mitico Yoghi.
Certo che se continua a mangiare le pecore dei parroci, qualcosa mi dice che lo vedranno solo in cartolina.
28 marzo 2011
(da Tiscali Animali e foto)
0 commenti