Un’estate di fuoco quella del 2003 in Campania. Rispetto all’anno precedente il numero degli incendi boschivi risulta triplicato: si è passati da 963 nel 2002 a 3701 nel 2003. Analizzando una serie storica più lunga si nota che nel 1991 erano appena la metà (1523) e che, attraverso fasi altalenanti, si è registrato un altro picco nel 2001 con ben 3622 incendi. Aumentano anche gli ettari andati in fumo: solo nello scorso anno si sono persi 8.252 ettari che si vanno ad aggiungere ai 92.443 registrati fino al 2002. I dati ci presentano una regione in fiamme nonostante l’ottima campagna di prevenzione messa in piedi dalla Regione Campania che ha permesso di ridurre il numero di ettari incendiati per rogo (da 10 nel 2000 si è passati a 3,6 nel 2000). Un elevato numero di piccoli incendi che solo negli ultimi 3 anni ha bruciato oltre 12 mila ettari, pari al 3 per cento della superficie boschiva della nostra regione. Qualche differenza si coglie tra le singole province. Il primato negativo va a Salerno: primo posto per numero di incendi e secondo per superficie incendiata (26 %), dopo Caserta che ha visto bruciare lo scorso anno quasi la metà (47 %) di tutta la superficie arsa in regione. La provincia di Napoli, invece, detiene il secondo posto per numero di incendi ma è fanalino di coda per superficie incendiata con il 5 per cento sul totale regionale. Purtroppo le cause dei roghi risultano in minima parte attribuibili a cause naturali: la maggioranza degli incendi (71,7 %) è di origine dolosa mentre una parte considerevole (15,4 %) è dovuta a cause involontarie colpose e il 12,3 % a cause dubbie secondo le informazioni diffuse dal coordinamento regionale del corpo forestale. Proprio per scoraggiare i malintenzionati vige il divieto legale per 15 anni di mutamento della destinazione urbanistica dei suoli incendiati e qualsiasi atto di compravendita degli stessi deve contenere questa menzione pena la sua nullità. Sulle aree percorse dal fuoco, inoltre, non è possibile costruire case o insediamenti produttivi per dieci anni, né praticare il pascolo o la caccia per lo stesso numero di anni. Divieti che a quanto pare non hanno scoraggiato gli incendi dolosi. Ed è per questo che Legambiente e il Dipartimento di Protezione Civile organizzano nei fine settimana estivi in molte località della Campania, “Non scherzate col fuoco” campagna di sensibilizzazione dedicata alla salvaguardia delle aree boschive. Volontari saranno impegnati nell’eseguire vere e proprie opere di manutenzione dei boschi per prevenire focolai, rimovendo piccole e grandi discariche, recuperando sentieri, realizzando linee frangifuoco. <>. Legambiente chiede la realizzazione di uno specifico catasto delle zone incendiate e redazione di un albo completo degli ettari percorsi dal fuoco, unico mezzo per
arginare le speculazioni legate alla gran parte degli incendi. Con una sistematica attività di avvistamento e segnalazione, attraverso campagne di informazione della popolazione, con l’identificazione anticipata e precauzionale di un responsabile di protezione civile per gli interventi
antincendio boschivo e mediante la stesura di Piani comunali per la programmazione delle attività di previsione e lotta agli incendi boschivi, come previsto dalla legge 353/2000. (Luisa Maradei, l’Articolo)


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