Il Veliero dei delfini a Cagliari
Marco Bonato: “Tanti delfini rallegrano il mare sardo”.

Il frizzante maestrale, che ha reso più sopportabili le temperature “africane” che nei giorni scorsi hanno sconvolto la vita dei sardi, fa stormire allegramente le bandiere del Veliero dei Delfini, approdato a Cagliari dopo molto vagabondare nei mari italiani.

Il frusciare dei drappi Ministero dell’ambiente, del Comando Generale della Capitanerie di Porto e di tanti assessorati regionali all’ambiente, sono stati la colonna sonora della conferenza stampa organizzata da chi professionalmente si preoccupa della salute del mare dei suoi abitanti.

Si è disquisito soprattutto di cetacei – di delfini in particolare – di tartarughe marine, di reti killer e del possibile coinvolgimento dei pescatori nella salvaguardia delle specie marine. “Il Tirreno e i parchi naturali sono in buona salute, ma non bisogna abbassare la guardia”, si commenta a bordo. Insomma, i velisti che – non per caso – si sono imbarcati in questo splendido scafo di 24 metri faranno di tutto per piegare resistenze e incomprensioni di chi dovrebbe – con la collaborazione delle istituzioni – tentare di cooperare per la salvaguardia della fonte dei propri redditi. Soprattutto perché sarebbero loro i primi a soccombere se ci fosse un irreversibile depauperamento delle specie marine.

La parola d’ordine dell’equipaggio del Veliero è “armonizzare” il prelievo di pesce con le esigenze di chi ha un costante rapporto
“ravvicinato” con il mare.

La barca dei delfini per dare gambe al suo progetto questa volta si è fermata nel molo di Cagliari. Nell’ex porto commerciale della capitale sarda non c’era ad attendere i naturalisti l’assessore regionale all’ambiente della Regione Cicito Morittu.

Una assenza notata, ma pienamente giustificata dall’esigenza di far sentire la sua presenza in un’altra parte della Sardegna, dove l’emergenza incendi si è fatta in questi giorni più che drammatica.

“In queste ore – hanno spiegato i biologi del Veliero – l’assessore è impegnato a sovrintendere gli interventi contro il fuoco che nell’isola sta devastando 20 mila ettari di foresta”.

Le brutte notizie che provengono dalla terra ferma sono per fortuna parzialmente mitigate da quelle che vengono dal mar Tirreno e dalle coste sarde.

“Il Mediterraneo – commenta Marco Bonato, biologo e capo spedizione – sta discretamente bene. Un toccasana per tutti i cetacei del nostro mare che da molto tempo sopportano il peso dell’inquinamento e di un traffico marittimo troppo intenso”. Comunque, nel corso della lunga regata, abbiamo osservato, e osserveremo, migliaia di chilometri di coste.

“Abbiamo levato le ancore il 3 luglio a Ostia, contiamo di portare a termine i nostri studi il 25 agosto. Successivamente lavoreremo sul materiale raccolto sul nostro computer di bordo. Le nostre conclusioni diventeranno materia di studio per il Ministero dell’ambiente e per gli assessorati competenti di Sardegna, Lazio, Liguria, Sicilia, Calabria e Campania”, spiega ancora Bonato.

Se il mare pulito dà un mano alle specie sotto osservazione, un po’ più problematico è far osservare le leggi ai pescatori. “Anche se – dice Bonato – da qualche tempo stiamo assistendo ad un attenuamento del fenomeno delle spadare”.

Le reti killer sono il peggior nemico dei cetacei e delle tartarughe. Le capitanerie di porto, il carabinieri e i finanzieri dei nuclei ambientali stanno agendo in modo deciso contro ogni forma di pesca illegale. “Ma c’è ancora tanto da fare”, spiegano le forze dell’ordine.

Per questo la biologa Chiara Luciani e “clown dottore” Lorenzo Lo Polito si impegnano nei porti in cui ormeggiano a sensibilizzare su questi argomenti bambini e adulti. “I bambini – con interrogativi che solo all’apparenza ingenui – ci mettono sovente i difficoltà”, commenta Lo Polito. “Gli adulti sono invece molto preoccupati per il cambiamento del clima, per il futuro della terra e per il depauperamento delle specie marine”, rileva Luciani.

Paolo Salvatore Orru’
(Da Tiscali animali)

Categorie: Mare e Pesca

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