Il pianeta di Laura Caico: LE AUTOSTRADE DEL MARE, SEMPRE ALL’AVANGUARDIA
In occasione delle partenze e dei rientri per le festività, abbiamo constatato una volta di più l’inadeguatezza della rete italiana di viabilità ordinaria, strangolata in più punti dal forte afflusso autostradale, penalizzata da nebbie e foschie che dovrebbero rallentare la circolazione ma in realtà non lo fanno, come dimostrano i continui incidenti, imputabili soprattutto all’imprudenza e alla velocità e resi più pesanti nelle conseguenze dal coinvolgimento di carichi pesanti, sempre presenti anche durante le festività. Oltre al problema dell’incolumità dei viaggiatori – che indubbiamente subiscono un danno anche per l’aumentata difficoltà delle condizioni di guida in presenza di Tir, autotreni, camion di mole imponente e spesso guidati a velocità elevata – un altro aspetto che richiede provvedimenti è l’incremento dell’inquinamento atmosferico, imputabile al moltiplicarsi delle emissioni di gas nocivi nell’intero arco annuale, come lamentano gli ambientalisti. La voce “trasporti” è un dato di incontrovertibile importanza all’interno del movimento di merci e viaggiatori attraverso i continenti: lo conferma la crescita esponenziale di problematiche legate all’evolversi delle attività umane e il volume di spostamenti che esse implicano sulla superficie terrestre. Le strade rotabili hanno da tempo dimostrato i loro limiti, con la saturazione del traffico e l’ inquinamento ormai alle stelle, per le inarrestabili emissioni di idrocarburi, che permangono nell’aria depositandosi sui prodotti agricoli e venendo respirati da animali da allevamento, di cui intossicano anche i derivati caseari: una realtà di cui occorre occuparsi senza indugi, vista l’impossibilità di arrestare o diminuire gli spostamenti umani, in continua progressione e che ogni anno fanno registrare terribili percentuali di morti e sofferenze.
Fra i rimedi applicabili con benefici ricadenti sull’intera comunità, l’alternativa delle “autostrade del mare”, acquista sempre maggior autorevolezza per l’effettiva riduzione di automezzi e carichi pesanti sulle strade con percentuali in netto aumento, e per la tutela implicita delle altre tipologie di viaggiatori che affollano le autostrade: le statistiche riportano, infatti, un calo delle percentuali di tossicità e una drastica riduzione di rallentamenti, ritardi e incidenti autostradali, riconducibile appunto alla minor percentuale di mezzi pesanti, spostati nel mondo con l’ausilio di speciali traghetti. Le Autostrade del Mare sono un concetto più volte ribadito dalla Commissione Europea, la cui vicepresidente Loyola De Palacio afferma che “lo short sea shipping è un fabbisogno ineludibile per tutta l’Europa e come tale va ulteriormente favorito con qualche azione di supporto mirata”: liberare la strade dalla presenza massiccia di mezzi pesanti diretti all’estero già aiuterebbe a diminuire sensibilmente l’incidenza dei fattori negativi sopraelencati.
La De Palacio ha anche affermato che “ a Bruxelles abbiamo dato tanti incentivi per promuovere lo short sea shipping ma finora se n’è soprattutto parlato e pochi sono passati all’azione; senza l’iniziativa coraggiosa di imprenditori come Grimaldi, finora le Autostrade del Mare sarebbero solo un progetto sulla carta”.
L’unico esempio europeo di “autostrade del mare” già da tempo in vigore è, infatti, costituito dalla Grimaldi Ferries, società amatoriale partenopea che ha investito capitali imponenti per l’acquisto di navi nuove, da impiegare su tratte già presidiate da forte concorrenza, inaugurando anche il profilo ro/pax, misto passeggeri e merci, con la giovanissima linea Eurostar che consente di viaggiare con la propria auto al seguito e di raggiungere in tempi ottimali località lontane come Barcellona, Valencia, Malta, Tunisi e fra pochissimo, anche Tolone, di cui si inaugurerà a breve la nuova tratta in partenza dal porto di Civitavecchia: a fine mese nella capitale è prevista, infatti, la presentazione alla stampa ( con la partecipazione delle Autorità Portuali di Tolone e Civitavecchia, dell’amministratore delegato del Gruppo Grimaldi Napoli Manuel Grimaldi e del presidente di Louis-Dreyfus Armateurs, partner francese) del nuovo percorso verso la Francia che consentirà a una grande percentuale di autotreni lì diretti di liberare le strade e i valichi ai confini, evitando di aggravare ulteriormente le file interminabili di veicoli alle dogane.
Leader mondiale del settore trasporti marittimi di carichi rotabili (1° posto assoluto), il Gruppo Grimaldi porta avanti un sistema integrato di trasporto intermodale, lo Short Sea Shipping, mirato sull’ l’area del Mediterraneo e il Nord Europa, con un programma di servizio dedicato all’Unione Europea: l’Euro- Med Network comprende i servizi di linea come Euro-Med, Euro-Shuttle, Adriatico, Mediterranean Short Sea Network, East-West Med Service, East-Med Feeder Service e una rete di terminal portuali.
Il Gruppo armatoriale Grimaldi Napoli possiede in Italia terminal dislocati a Salerno, Livorno, Civitavecchia, Ancona, Trapani, Palermo e in Europa, a Barcellona, Valencia, Setubal, Cork, Anversa, Esbjerg: anche in Medio-Oriente è presente grazie ai terminal portuali di Tartous in Siria e Mersin in Turchia ai quali arriva il traffico dal Nord Europa e dall’Adriatico. Il corridoio adriatico, realizzato da Grimaldi con l’utilizzo di due navi, raggiunge Grecia, Egitto, Turchia, Israele, mentre Monfalcone è la porta aperta sui Paesi dell’Est, da cui partono e arrivano i carichi, le merci e i passeggeri. Oggi il gruppo Grimaldi Napoli è leader nel settore roll on/roll off in Europa e il quinto nel mondo: in Italia è il primo operatore assoluto per il trasporto di veicoli e container, con 1,5 milioni fra auto, caravan, camion, tir, 400.000 contenitori e migliaia di tonnellate di altri carichi pallettizzati.
I porti sono un anello fondamentale nella catena dei trasporti regolari di linea, elemento cardine per cooptare nuovi investimenti e promuovere traffici che facciano decollare l’economia dei Paesi senza penalizzarne l’effettiva vivibilità, aumentino il volume del business – shipping e delle attività portuali senza incidere negativamente sull’ambiente, aumentino le possibilità di impiego della forza lavoro, creando occupazione: un’economia globalizzata non può prescindere dalla velocità dei trasporti ma non deve neanche progredire a scapito della qualità della vita, ignorando le più elementari norme di protezione delle aree attraversate, come si verifica tuttora con i trasporti rotabili. Contenere i costi è fondamentale ma anche mantenere la dannosità dell’uso di carburanti: occorre uno studio attento delle vie del mare e dei vettori che le attraversano, per ottimizzare i trasporti, incrementare i rapporti con i partners stranieri, migliorare le tariffe, alleggerire il carico delle vie rotabili con conseguenti benefici per importatori, esportatori, consumatori finali, con l’ottenimento di aria più respirabile, campagne meno intossicate da veleni ambientali, incremento di velocità e capacità di consegne e numero di zone coperte dai servizi marittimi.
Laura Caico


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