Avevamo incontrato il commendatore a Portici durante la manifestazione per i migliori vini campani. Lo avevamo ammirato per non aver perso la sua “irpinitudine”, tant’è che la ditta che aveva rappresentato l’Irpinia, grazie anche alla sua presentazione, vinse numerosi premi; lo ricorderemo anche per questo, oltre che per la sua grande umanità. A Laura Caico il compito di ricordarlo più compiutamente.
AURELIO FIERRO, UN UOMO INDIMENTICABILE
Come dimenticare Aurelio? La sua mancanza si avverte palpabile man mano che passa il tempo, ed è passato ormai un mese: il suo sorriso è spento ma non nella nostra memoria, non nel ritratto da cui invia il suo solare messaggio di gioia e di amicizia, non nell’affetto che perdura immutato nella famiglia e negli amici di ieri e di oggi che si sono ritrovati nella chiesa della Pietà de’ Turchini per commemorarne il trigesimo. Si parla di lui con una tristezza non scevra però del calore dei momenti passati assieme, con un barlume delle serate trascorse mangiando in grandi tavolate, ridendo e scherzando, prima di iniziare lo spettacolo.
Seduti a un tavolo della “Canzuncella”, accanto a Marisa, il suo “sergente di ferro”, sembra sempre di aspettare il suo arrivo e di doverlo vedere apparire da un momento all’altro, con la sua giacca scura e l’immancabile paglietta portafortuna appesa a un gancio, pronta per essere indossata: l’atmosfera intorno è come sospesa, c’è un pensiero latente che stenta a farsi strada nella mente ma che riporta, comunque, a lui, alla presenza che non c’è, all’amico che ci ha sempre ricevuto a braccia aperte, condividendo con noi tanti attimi salienti della sua e della nostra vita. Caro Aurelio e cara Marisa, capaci di far vivere belle sensazioni, di aprire il cuore e la casa, di accoglierti come un’altra famiglia, di volerti bene al di là delle apparenze, su cui oggi si imbastiscono troppi rapporti: affettuosi anche i figli Fabrizio e Flavio, il nipote Aurelio jr, i nipotini Aurelio Scapricciatiello e Marisa Lazzarella, parte integrante di questa bella famiglia Fierro che ha dato tanto lustro a Napoli e alla sua bandiera più conosciuta nel mondo, la canzone napoletana. Passare alla “Cnzuncella” è sempre stato un piacere, anche per un saluto al volo a tarda sera, per un abbraccio e un caffè, chiudendo il locale sulle note di una canzone cantata tutti in coro con Fabrizio alle tastiere e il maestro Mormone alla chitarra: e che vita in piazza S. Maria La nova, per gli anniversari e i compleanni del patriarca, quando tutta Napoli sembrava essersi riversata lì! Folle incredibili nel chiostro, tutt’intorno alla piazza, accomodate sulle sedie o affastellate in piedi per applaudire Aurelio, accompagnato dal Maestro Gianni Aterrano amico di sempre, dai colleghi Nunzio Gallo, Gino Latilla, Giorgio Consolini, Gloria Christian, Miranda Martino, Mario Maglione e tante altre voci d’oro di un’epoca consolidata nella memoria e consegnata alla storia della musica, dai figli Flavio e Fabrizio eredi del suo patrimonio artistico, dal nipote Elio musicista in ascesa, dalla “ToccaFierro Band”.Che serate, che emozioni, che sentimenti. Grazie per tutti questi momenti Aurelio, grazie per il tuo affetto, per saper regalare un sorriso, per vivere col cuore, per esserci vicino: noi non ti scorderemo caro “giovanotto di una certa età” dolce e romantico, che hai saputo apprezzare in pieno la vita e gli affetti, che ci hai accolti nel tuo grande, indimenticabile, abbraccio. Laura
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