13 novembre 2004 – Il Noce in Campania: V Simposio Internazionale sul Noce, Sorrento 9-13 novembre 2004
Il punto quadriennale sul noce, che si è concluso il 13 a Sorrento con la partecipazione di numerosi ospiti ed esperti stranieri, ha sancito una previsione rosea: il noce tira, porta sviluppo e la richiesta di IGP per quello coltivato nella penisola sorrentina è pienamente legittimata dal fatto che la produzione campana del noce in generale è tale da rappresentare la metà della produzione nazionale. Logico che si parli di IGP per il territorio sorrentino che ha già un fiore all’occhiello con gli agrumi e, più in particolare, col Limoncello.
Siamo certi di fare cosa gradita ai nostri lettori internet pubblicando una nota scritta a tre mani, Michele Bianco, Italo Santangelo, Alfonso Tartaglia, esperti del settore, in forza all’Ersac della Regione Campania, nella quale si trova la scheda del Noce di Sorrento ed altro.
“La Campania con una produzione media annua di 11mila tonnellate circa, di cui oltre 8mila della sola cultivar Sorrento, è la prima regione produttrice italiana di noci, a fronte di un totale nazionale che nel 2001 è stato stimato dalla Fao in 16.500 tonnellate circa.
L’ambiente pedoclimatico campano, particolarmente favorevole alla coltivazione del noce, sia da frutto che da legno, ne ha consentito una larga diffusione nei secoli nella maggior parte degli areali di pianura e di collina della regione.
Non a caso la cultivar italiana più pregiata in assoluto, la Sorrento, è nata in Campania. Originatasi in particolare nell’area da cui trae il nome, si è andata poi col tempo diffondendo in tutti i principali ambienti di coltivazione della regione, soprattutto attraverso la riproduzione da seme. Tale modalità di propagazione ha dato luogo ad un’ampia gamma di ecotipi, tutti riconducibili alla cultivar madre e commercialmente noti come Noce di Sorrento.
I due ecotipi più diffusi sono: uno allungato, regolare, leggermente appuntito all’apice e smussato alla base, l’altro rotondeggiante, più piccolo. Le valve, in entrambi i casi, sono lisce, di ridotto spessore, il frutto è costituito dal gheriglio di sapore gradevolissimo, poco oleoso di colore bianco crema. Una delle principali caratteristiche della Sorrento è che a differenza delle altre cultivar, il gheriglio può facilmente essere estrattoo integro, cosa che la rende particolarmente apprezzata dall’industria dolciaria e dai consumatori.
Dalla cultivar-poopolazione Sorrento deriva anche la Malizia, i cui frutti per molti esperti posseggono caratteristiche commerciali superiori a quelli del tipo Sorrento standard: calibro superiore e migliori qualità gustative.
La noce di Sorrento è oggi particolarmente richiesta anche nell’industria liquoristica, non solo campana, per la produzione del Nocino, elisir in pieno trend di crescita di consumo che secondo alcuni potrebbe ripetere lo straordinario exploit del limoncello degli anni ’90.
Ma la nocciolatura campana, pur a fronte di un’ottima potenzialità qualitativa offerta dalle peculiari caratteristiche della sua principale cultivar, è caratterizzata ancora da elementi strutturali di arretratezza complessiva che costituiscono il punto debole del comparto.:
– la coltivazione del noce da frutto è diffusa ancora prevalentemente in zone di pianura sempre più urbanizzate, dove l’agricoltura va collocandosi nel tipo di attività a part time, con funzione di integrazione di reddito;
– il prodotto non sempre è omogeneo per la presenza di più ecotipi riferibili comunque alla cultivar madre Sorrento;
– a fronte di pochi impianti specializzati, la maggioranza delle piante si trova in coltura promiscua con altre specie arboree o erbacee;
– scarsa è ancora la meccanizzazione della raccolta e delle altre operazioni agronomiche e di post-raccolta, lavorazione del prodotto, cernita, ecc.
Il rinnovato interesse del mercato e dei consumatori verso le noci di Sorrento, come è testimoniato dal fatto che tutte le espressioni della filiera, dai coltivatori, agli intermediari, ai trasformatori fino ai confezionatori, si sono costituiti in un Comitato promotore per la registrazione della IGP Noce di Sorrento, potrà senz’altro stimolare quei processi di ammodernamento degli impianti e di razionalizzazione delle tecniche colturali da tempo auspicate.
L’istanza formale per chiedere il riconoscimento del marchio ai sensi del Reg.CE 2081/92 è stata presentata al competente Ministero nel giugno scorso. Sull’iniziativa vi è stata la massima attenzione ed impegno propositivo della Regione Campania che ha fornito ai proponenti anche il necessario supporto tecnico e procedurale.
Eguale impegno la Regione ha espresso nella promozione della coltura del noce da legno, atteso il grande successo riscontrato presso gli operatori agricoli del Regolamento CE2080/92 e dell’attuale PSR che prevedono uno specifico regime di sostegno per l’imboschimento delle superfici agricole, tra cui il noce che è la specie prevalentemente utilizzata.
Dal 1995 al 2003 sono stati infatti impiantati oltre 2700 ettari di noce, in alcuni casi misti con altre latifoglie, attraverso le risorse messe a disposizione da questi strategici strumenti di sviluppo rurale”.


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