«Amianto all’ex Sip -risarcite gli impiegati» Condanna per l’Inps. Fino a ieri, (26 giugno), era solo un sospetto, ora una sentenza lo trasforma in certezza: i dipendenti della Sip che lavorarono negli uffici di via Generale Francesco Pinto, all’Arenaccia, furono esposti ai rischi dell’amianto. La lunga vicenda contrassegnata da allarmi e denunce trova dunque il suo epilogo nella decisione presa dal giudice del Lavoro Antonio Robustella, che ha accolto il ricorso presentato da cinque impiegati condannando l’Inps ad un risarcimento contributivo per gli ultimi dieci anni lavorativi. I cinque dipendenti – tutti rappresentati dagli avvocati Luciano, Leopoldo ed Ermanno Spedaliere – avevano presentato ricorso contro l’Inps, che la legge indica come soggetto responsabile della copertura assicurativa nel caso di lavori esposti al rischio ambientale. I cinque chiedevano «l’accertamento della sussistenza del diritto a godere del beneficio della rivalutazione dell’1,5 per cento delle settimane di contribuzione relative al periodo di esposizione al rischio amianto». «La domanda dei ricorrenti è fondata – scrive nei motivi della sua decisione il giudice del Lavoro – Dalla relazione tecnica rilasciata dalla Asl numero 1 di Napoli emerge una considerevole presenza di amianto nelle strutture lavorative, in contesti logistici nei quali non era impedita la dispersione di fibre nell’ambiente. In questo contesto è evidente che gli attuali ricorrenti sono stati soggetti all’esposizione al rischio amianto, e tutto questo oltre i termini previsti dalla legge». E non è tutto. Perché nel successivo passaggio il giudice stigmatizza aspramente l’assenza di misure tese a tutelare e garantire la salute dei lavoratori. «Tale esposizione – prosegue – è avvenuta per la totale mancanza di forme di prevenzione e di protezione individuale e/o collettiva nell’ambito dell’ambiente di lavoro». Fin qui la sentenza. Ma le vicissitudini dell’edificio di via Pinto non sono finite: ora sorge il problema della destinazione. «Temo che la storia infinita prosegua – dichiara il presidente della circoscrizione San Lorenzo-Vicaria, Giuseppe Tortora – anche perché non si riesce a individuarne i proprietari». L’edificio, originariamente di proprietà del Tesoro, sarebbe poi stato acquisito dall’Inpdap. «Un fatto è certo – prosegue Tortora: abbiamo chiesto al sindaco di acquisire al patrimonio comunale la struttura perché ospiti un centro polifunzionale per i ragazzi a rischio del quartiere». (Giuseppe Crimaldi, Il Mattino del 27 giugno 2004)


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