Mariarosaria Russo,diario di viaggio. La giraffa, questione di stile. Da sognare e portare in… giardino.
Fin da quando iniziai a muovere i primi passi, ho sempre chiesto ai miei cari, che mi fosse regalata una “giraffina” tutta maculata (di quelle vere per intenderci), piuttosto che il “solito” cagnolino. Ma la richiesta, veniva puntualmente vanificata : “Non è un animale domestico”. Questo vero e proprio sogno è cresciuto con me, al punto tale che un giorno, giuro, avrò sicuramente una casa con il giardino, dove la “mia” giraffa potrà brucare serenamente!
Da sempre, quindi, sono affascinata dall’animale più alto e allungato del mondo, forse perchè la sua vista mi riporta in tempo reale alla Savana africana, alle origini, ossia alla bellezza dell’ esistenza. Credo infatti, esattamente come accade per gli alberi, che hanno bisogno di radicarsi nella terra, così come l’uomo, che ha bisogno di radicarsi nell’esistenza per assaporarne la sua bellezza e per sviluppare la giusta sensibilita’ per conoscerla.
La parola Giraffa, deriva dall’arabo Zerafa, variante fonetica di Zarafa, che significa “bello” o meglio “affascinante”. Infatti è già nei suoi eleganti movimenti che la Giraffa mi è sempre apparsa un animale molto speciale, con uno stile unico. Particolarmente piacevole è la sua tranquilla andatura, che le conferisce un aspetto particolarmente dignitoso, aggraziato e squisitamente raffinato. Il suo passo lento, misurato ed ondulatorio, per il fatto che sposta contemporaneamente entrambe le zampe dello stesso lato, mi riporta al moto delle onde del mare.
Cambia completamente quando poi fugge al galoppo, raggiungendo in corsa circa 50/60 km orari, spostandosi leggiadra come il vento. Proprio per la sua andatura particolare, ho sempre pensato che la Giraffa cammina, ma soprattutto vive a ritmo della natura . Il suo lunghissimo collo le consente di “sentire” più da vicino, il profumo di Dio, di “ascoltare” il battito di angeliche ali, di guardare negli occhi le stelle; mi piace immaginare che a questo è da attribuire il suo essere romantica e sensibile.
Per il fatto che è il piu’ alto tra gli animali viventi (un giraffino appena nato raggiunge gia’ i 2 m di altezza), per questo naturale tendere al cielo, talvolta appare con la “testa tra le nuvole”, ma in fondo non credo sia affatto svampita, tutt’altro. Oltremodo la sua vista scavalca i normali orizzonti , il suo campo visivo è notevolmente ampio. Tutto ciò direi che è una autentica virtù, per cui è l’animale più saggio tra gli Ungulati Africani.
Si racconta, che più di una gentil donna, avvicinatasi ad una Giraffa, sia stata poi derubata dei fiori sul capello. Questo sottolinea come la Giraffa , spesso si lascia guidare dalla vista (il senso più sviluppato per questo mammifero), non meno dal suo animo romantico, piuttosto che dall’olfatto.
Animale socievole e pacifico per natura, nonostante le sue dimensioni; vive in buon accordo non solo con i suoi simili ,ma anche con tutti gli altri animali; naturalmente fino a quando questi ultimi non le arrecano fastidio o si mostrino pericolosi per la sua vita. Quindi possiamo affermare che anche nel regno animale proprio come accade spesso tra gli uomini ‘l’apparenza inganna.’
Tra i giovani “Giraffini” la determinazione del ruolo gerarchico si realizza attraverso dei movimenti sinuosi del collo, l’uno contro l’altro e questo e’ un comportamento ritualizzato e non violento detto necking (da neck collo). Le Giraffe interagiscono quindi pacificamente e con grande dignità, si distinguono sempre, anche per la loro “intelligenza”. Amabili e dolci; dolcezza che traspare attraverso i loro grandi occhi, limpidi, color ambra,vivaci, lucidi ma allo stesso tempo estremamente miti.
E‘ un verro spettacolo della natura, già nasce ornato di criniera, la sua maculazione particolare le conferisce un fascino tutto suo. Il manto della Giraffa è caratterizzato da macchie di colore rosso , arancio, marrone e nerastre “dipinte” su uno sfondo color crema:, la vera particolarità è che la disposizione, il colore e la forma rimangono gli stessi per tutta la vita dell’animale, al punto tale che ogni esemplare può essere sempre facilmente riconosciuto. Vederle in gruppo, in grandi schiere è ormai uno spettacolo purtroppo raro, considerato che sono state un tempo oggetto di caccia spietata, al punto tale che per “conservarle” le abbiamo catalogate come “specie protetta”.
Solo in Africa à ancora possibile incontrarle in branco ed io tempo fa ebbi questo privilegio, in Sudafrica, nel regno floristico del Capo (uno dei 6 Regni Floristici del mondo) che abbellisce la Provincia del Capo Occidentale. Come una foto tatuata nella mente, resta l’immagine di un armonioso branco di giraffe, sparso qua e là nella sconfinata Savana, a rosicchiare con infinita grazia i ramoscelli piu’ alti di straordinarie piante. Spettacolo unico ed irripetibile naturalmente immortalato anche con la mia macchina fotografica. Solo gli “aridi” e i privi di sentimento resterebbero impassibili davanti alla bellezza della natura per non trovare questo “dipinto”, estremamente poetico ed emozionante. Intanto, spesso amo circondarmi di uno sconfinato campo di girasoli e grazie alla fantasia, vederlo attraversato da una dolce ed elegante Giraffa, rivivendo cosi’ delle sensazioni davvero uniche ed irripetibili.
Molto particolare ed affascinante è anche la storia dell’arrivo della prima Giraffa in Europa, legata ad un mitico personaggio storico, Napoleone Bonaparte. Nell’ottobre del 1826 sul molo del porto di Marsiglia attraccò una nave con un carico straordinario: la prima Giraffa mai vista nell’Europa moderna,un prodigio di natura offerto in dono del vicerè d’Egitto Mehmet Ali’ al re di Francia Carlo X. Il viaggio di questa creatura realmente particolare, fu una vicenda curiosa e piena di sorprese, propiziata dalla spedizione africana di Napoleone che innescò un’autentica mania egittologica. La conclusione del viaggio della misteriosa ed affascinante creatura con l’arrivo a Parigi, la vide sfilare attraverso tutta la città, ancor prima di essere presentata al sovrano; questo fu semplicemente l’inizio della celebrità che la giraffa avrebbe raggiunto nella capitale francese. Qui infatti, il nobile esemplare fu lo spunto per signore alla moda che la “imitavano” con alte pettinature chiamate “a’ la girafe”, mentre gli uomini, sia per le strade che nei famosi salotti, sfoggiavano vistosi cappelli e cravatte, chiamati “giraffique”. Ricordata per ora come una bella ma vaga leggenda, la prima Giraffa vivente vista in Francia divenne una sorta di icona nazionale, invidiata da tutta l’ Europa, nonché fu spunto per canzoni e poesie. Col suo nome furono battezzate strade, piazze, taverne e addirittura una forma influenzale.
Nel mondo, ognuno ha la sua storia, ma l’essere unici e particolari, come la Giraffa, spesso ha un prezzo troppo elevato considerato che l’uomo, per natura, tende a distruggere quello che lui non è.
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