IL CERCHIO PERFETTO DI RA RISTOVAGO
Di Laura Caico
Il cerchio incantato. Un percorso simbolico, alla stregua di un viaggio interiore, è custodito come messaggio subliminale nella precisa scelta di Raffaella Migliaccio, di dar vita al suo locale puteolano “Ra Ristovago” che già nel nome dichiara il contenuto filosofico di ispirarsi al Dio Sole egizio e che offre alla sua clientela pietanze costruite in forma circolare per richiamare da recessi ancestrali la cognizione dell’Infinito, del Sole, della forma del femminile, della perfezione ciclica, della pienezza e dell’armonia.
“Raffaella da Bologna ha portato la sua esperienza di imprenditrice a Pozzuoli, – sottolinea la responsabile comunicazione Federica Riccio – conservando nel menù da lei ideato i cibi della cucina napoletana, ma rivisitata sia nella cottura che in questa divertente forma sempre tonda.” A sua volta la titolare spiega “Le pietanze cucinate da Chef Raffaele Caputo sono rotonde e piene come le forme delle donne e il mio menù è un richiamo alla terra, alla fecondità, al sole che i nativi americani collocano al centro di un cerchio: non a caso ho inserito Ra il dio egizio nel nome del ristorante, per evocare i sistemi mistici, per esprimere le proprietà simboliche di perfezione e omogeneità, per proporre un ritorno alle origini che si trasforma in un mangiare contemporaneo”.
Ed effettivamente, le pietanze appaino quasi dipinte sul piatto, con profusione di richiami al mare – che si riallacciano all’originale arredo del locale, ispirato alla vita marinara e punteggiato in ogni ambiente da elementi lavorati da mastri d’ascia – e il tema ricorrente del cerchio per una cucina “rotonda” e perfetta: una gustosa navigazione si prospetta a chi si inoltra nel ristorante, incontrando una barca rovesciata trasformata in divano, tavolini come prue pronte a fendere le onde, sedili in legno decapato e funi intrecciate che creano l’illusione di trovarsi in una cambusa. Le tecniche di cucina e di presentazione del ristorante di Pozzuoli mettono in tavola storie diverse, tutte affascinanti come un viaggio verso mete sconosciute ma in qualche modo affini alla sensibilità di chi confida nelle scelte di Raffaella, che ha voluto far realizzare pannelli e mise en place in cui racchiudere il suo amore per i viaggi, la voglia di solcare i mari e la ricerca di un’esperienza umana oltre che professionale: “Il mio sogno – spiega la vivace proprietaria – era aprire un ristorante sul mare, ispirato ad esso in tutto e per tutto, dal menù all’arredo, che raccontasse di me e della mia voglia di avvicinare le persone e quale posto migliore di Pozzuoli per realizzarlo?”. Il menù, ricco e variegato, mantiene le promesse e porta in tavola tartare servite con geleè di aperol, salsa di guacamole, cipolla caramellata e geleè di lime, gamberi con un trittico di panature con pasta kataifi, mais, pastella al pomodoro: la “crosta di Gragnano” ha un ripieno di baccalà e bufala con pomodorini in agrodolce su letto di friarielli, di baccalà con impanatura alle mandorle e impanatura al mais su crema di ceci. Geometrici e squisiti anche il ring di calamari al limone e ricotta, il roll rainbow di pesce spada su crema di latte, le praline al nero di seppia con salsa di finocchio e curcuma, i bignè al salmone su salsa di zucca, i cilindri mediterranei e i tortini di polpo caramellato che rendono vincente la sfida di Raffaella Migliaccio e regalano “il vento in poppa” al suo piacevole viaggio sensoriale.
Laura Caico
Categorie: Gastronomia e Ricette
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