17 Gennaio Cantine Olivella, Sant’Anastasia,
“FUOCO E VINO , IL FOCARAZZO DI SANT’ANTUONO”
CARI AMICI, ANCORA BUON ANNO A VOI… UN EVENTO DA NON PERDERE, UN AUTENTICO RITO CONTADINO: IL FUOCO DI SANT’ANTONIO PROTETTORE DEGLI ANIMALI E DEL RACCOLTO. UN RITO SACRO E PAGANO CHE FESTEGGEREMO ASSIEME MERCOLEDI 17 GENNAIO CANTINE OLIVELLA A SANT’ANASTASIA ALLE ORE 19. IL CONTRIBUTO PER LE SPESE E’ DI 15€ A PERSONA . POTETE PRENOTARVI AI MIEI N.3398789602 – 0818041841 – VI ASPETTO ….. QUESTE FESTE SONO SEMPRE PIU’ RARE! CARI SALUTI GIULIA CANNADA
Da: giuliacannada [giuliacannada@aliceposta.it
“VINO FUOCO E TAMMORRE”
Il Fucarazzo di Sant’Antuono
Il 17 gennaio 2007, l’azienda vitivinicola “Cantine Olivella” situata a Sant’Anastasia, ai piedi del Monte Somma, nel cuore del Parco Nazionale del Vesuvio, apre le porte al Fucarazzo di Sant’Antuono.
Il culto di S. Antonio Abate, detto anche Sant’Antuono, era ed è particolarmente vivo e sentito nel territorio vesuviano. In molte edicole votive di diverse chiese, il santo è rappresentato in aspetto senile, con un saio nero e bianco ed è identificabile in base agli attributi iconografici tradizionali: il bastone a T con il campanello, il fuoco (il santo è invocato contro l’herpes zoster, detto “fuoco di Sant’Antonio), il maiale, talvolta un libro.
Non sorprende la diffusione del culto di S. Antonio Abate, considerato protettore degli animali domestici, dei macellai, salumai e canestrai, all’interno di una società e di un’economia prevalentemente contadine, in cui animali come il cavallo, il mulo, il maiale rivestivano un ruolo fondamentale.
Ogni 17 gennaio, si celebra la festa dedicata al santo, si raccoglie la legna, che viene accatastata per l’accensione del fuoco, il “fucarazzo”, la sera.
Un tempo si cominciava a festeggiare in tarda mattinata con pietanze e bevande portate dai partecipanti. Aveva poi luogo una vera e propria processione di animali (maiali, asini, muli, capre, cani, conigli e galline), che venivano portati alla cappella del santo per essere benedetti dal prete. Una maiolica recente, situata in via Tommaso Cigliano, in località S. Francesco, a Fori D’Ischia raffigura il santo proprio in atto di benedire gli animali disposti intorno a lui.
Terminato il rito della benedizione, aveva inizio quello delle gare di velocità di cavalli lungo le strade del paese che ripetevano le corse quotidiane per conquistare il trasporto dei barili di vino. Si trattava di un altro rituale propiziatorio, volto alla conservazione e protezione dell’animale, bene prezioso e irrinunciabile.
Ancora oggi la celebrazione della festa in onore di S. Antonio Abate presenta degli elementi ricorrenti nei diversi comuni della provincia di Napoli, legati alle caratteristiche del culto e alle virtù protettive attribuite al santo. Motivi religiosi si fondono con elementi pagani. Gli elementi ricorrenti sono il fuoco e il maiale, spesso attributo iconografico del santo, nonché animale molto diffuso e molto importante nell’economia rurale. La sera del 17 gennaio, vengono infatti accesi alcuni falò, i “fucarazzi”, con fascine raccolte appositamente; gli organizzatori gareggiano nel preparare la catasta più grande o nel far durare il fuoco più a lungo. Intorno ai falò ai presenti sono offerti pane, vino, salsicce, bruschetta con carne di maiale. Nel fuoco si gettano petardi e tracchi, si incendiano pupazzi, talvolta si improvvisano spettacoli di maschere o giochi di destrezza.
L’accensione dei falò, rievocando la vittoria di S. Antonio sul fuoco e sul demonio, assume una valenza propiziatoria e purificatoria, mentre il lancio di petardi, i giochi, l’incendio del pupazzo, i travestimenti e la distribuzione del cibo, aspetti pagani, si collegano all’inizio del Carnevale, coincidente con il giorno della festa del santo. Ciò spiega le affinità tra le due feste. Spesso, appena terminata la festa di S. Antonio, iniziavano le “mascherate” al suono della tofa, comparivano i pupazzi di Carnevale sui tetti delle case e i contadini cantavano le prime strofe della Zeza, in cui uno zappatore ed un contadino si contendevano la figlia di Zeza.
Un’antica abitudine questa del “fucarazzo di Sant’Antuono” che le “Cantine Olivella” hanno recuperato, nell’intento di difendere tipicità e storia di un territorio dalle particolarità uniche.
In questa occasione le cantine danno vita ad un evento denominato:
“VINO FUOCO E TAMMORRE”
Attorno al fuoco
l’agriturismo “La vigna” proporrà piatti tipici vesuviani,
il gruppo di musica popolare tradizionale ”Addò va” coinvolgerà i presenti con canti e balli della tradizione contadina,
verranno letti passi legati all’evento ed a tradizioni locali.
Le Cantine Olivella guideranno i partecipanti in una degustazione dei loro vini:
• Lacrimanero (piedirosso e aglianico per un Lacryma Christi Rosso D.O.C.),
• Lacrimabianco (caprettone e catalanesca per un Lacryma Christi Bianco D.O.C.),
• Campania (aglianico per un Campania I.G.T.)
CANTINE OLIVELLA S.a.s.
Via Zazzera, 14 – 80048 Sant’Anastasia (NA)
Tel e fax 081531388 – e-mail: cantineolivella@virgilio.it
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