I lupi del Partenio e le tesi del Wwf.
Abbiamo un profondo rispetto per il lavoro che svolge l’associazione ambientalista Wwf. Ma restiamo almeno interdetti quando – nella più completa ignoranza, addebitata ad altri – i suoi rappresentanti si ergono a paladini indefessi della natura e distribuiscono giudizi e offese a chi si permette di raccontare quella stessa natura sulla base dei fatti di cronaca e delle valutazioni di esperti impegnati sul campo. Ci riferiamo alla questione lupi sul Partenio. Nello stesso giorno in cui il vice presidente per le aree protette del Wwf Campania, Vincenzo Armenante, e il collega della sezione Sannio, Camillo Campolongo, inviavano un offensivo e minaccioso comunicato per affermare – senza neppure sentire il bisogno di verificare quanto era accaduto – che non potevano essere stati i lupi a sbranare 67 pecore sul Partenio, ebbene, nello stesso giorno altri agnelli venivano trovati uccisi e a detta degli esperti dell’Asl, da almeno tre lupi.
Ora, è scontato che il lupo è una specie protetta e va tutelata in qualsiasi modo.
Anche a costo di mettere a rischio qualche gregge (i pastori in questi casi vengono rimborsati). Che nessuno si è permesso di suscitare allarmismi, ma semplicemente di raccontare un episodio. Ci chiediamo: perché mai dovrebbe essere altamente improbabile – come invece afferma (con punti esclamativi) il comunicato del Wwf – l’esistenza in Irpinia di un branco che rappresenta l’un per cento del totale dei lupi appenninici censiti in Italia?
E poi, come si fa a ritenere questo dato “incredibile” e subito dopo ammettere che sui monti del Partenio non è mai stato fatto uno studio approfondito sulla presenza di lupi?
Forse il Wwf fiuta la presenza del lupo. Ma non solo. Nel supponente comunicato degli ambientalisti si aggiunge: ma come si fa a stabilire che sono lupi se non è stato fatto un esame biometrico sulle ferite degli animali uccisi? E chi ha detto che non sono stati fatti. Gli esami ci sono e confermano che ad uccidere pecore ed agnelli sono state le fauci di un lupo.
La cosa che sconcerta davvero è l’ignoranza del Wwf sulla presenza in Irpinia di un animale così a rischio di estinzione. Una ignoranza così totale che se qualcuno – per caso – afferma, prove alla mano, che i lupi ci sono, viene additato come un nemico della natura.Uno che spinge i pastori a disseminare le montagne di polpette avvelenate. Un’ultima cosa.
Gli ambientalisti discettano anche sulla presenza dei cani: avrebbero dovuto reagire – hanno scritto – e tentare di allontanare i lupi. Vero, infatti sono stati azzannati anche loro. E non solo. I randagi, che pure vivono sulle montagne irpine, non hanno mai assalito agnelli. Sempre dati alla mano. Ora la questione lupi in Irpinia è vera.
Il Wwf faccia qualcosa per sollecitare uno studio e la tutela di questi animali piuttosto che coprire la propria ignoranza con la presunta ignoranza altrui.

Luciano Trapanese – 13.03.07, 10:38 am -Da “Ottopagine online”, quotidiano di Avellino e provincia.


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