SI PRESENTA A ROMA IL 29 APRILE ALLE 10.30 AL CNR IL PRIMO MANUALE DI SICUREZZA E ANTINFORTUNISTICA NEI CANTIERI FORESTALI.

DAL MONDO FORESTALE UN ESEMPIO
NEL CAMPO DELLA SICUREZZA SUL LAVORO.
Teatro dell’incontro, che avrà luogo il giorno 29 aprile 2009 a Roma dalle ore 10.30 alle 12.30, sarà la sede del C.N.R. : Aula Marconi : Piazzale Aldo Moro , 5.

Quella degli incidenti sul lavoro è certamente una delle piaghe che affligge il nostro Paese.
E’ stato calcolato (fonte ANMIL, Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi sul Lavoro) che
ogni giorno in Italia si verificano 2.500 incidenti, di cui 3 mortali e 27 che determinano invalidità permanenti.
Una sorta di “guerra bianca” che ogni anno miete vittime, determinando perdite sia dal punto di vista umano che da quello economico. Non a caso anche Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica, ha recentemente rivolto un drammatico appello affinché vengano rispettate le
norme di sicurezza sui luoghi di lavoro onde evitare il ripetersi di quelle che troppo spesso
vengono semplicemente rubricate sotto la voce “disgrazie” ma che a tutti gli effetti sono
determinate da carenze normative e regolamentari.
Proprio per questo l’ANARF (Associazione Nazionale delle Attività Regionali e Forestali) in
collaborazione con l’UNIF (Unione Nazionale degli Istituti di Ricerche Forestali) ha curato la
redazione di un manuale sulla sicurezza e antinfortunistica nei cantieri forestali.
“Si tratta del primo lavoro specifico sulla sicurezza nel comparto agroforestale – spiega
Antonino Coletti, Presidente ANARF– un tema che viene abitualmente collegato al mondo dell’industria e della cantieristica edilizia.
Ma anche il settore della cantieristica forestale ha un ruolo determinante nel nostro Paese, basti pensare che oltre il 30% del territorio italiano è ricoperto da boschi”.
Un microcosmo che vede impiegati circa 100mila operatori boschivi ai quali vanno aggiunte
400mila unità occupate nella filiera bosco – legno – arredo. Una forza lavoro importante che
svolge la propria attività in condizioni ambientali spesso difficili come dimostra l’indice di
frequenza degli incidenti sul lavoro, decisamente più alta rispetto a quella riscontrabile nel
settore dell’industria e del terziario. Così come è più alta la percentuale di incidenti gravi che
portano a morte o a inabilità permanente.
“Anche per questo – sottolinea il Prof. Sanzio Baldini, Pres. UNIF – abbiamo riversato la massima attenzione nella stesura di questo manuale che ha richiesto oltre due anni di lavoro e la collaborazione di decine di professionisti del settore. Un impegno doveroso in quanto, a nostro giudizio, la sicurezza sul lavoro è una delle cartine tornasole per misurare lo sviluppo e la civiltà di un Paese”.
La presentazione del manuale, corredato da 300 schede descrittive accurate e da oltre 500 foto esplicative, si svolgerà nel corso di un workshop che vedrà la partecipazione di rappresentanti
degli organi deputati alla sicurezza sul lavoro, dei massimi organismi della filiera forestale e di tutte le parti che costituiscono un settore, quello forestale, determinante anche nell’ambito della tutela dell’ambiente.

ALCUNI DATI
L’indice di frequenza degli incidenti per il settore selvicolturale si attesta sul 38,6, al di sopra della
media del complesso dei casi nel comparto industria e terziario dove l’indice di frequenza è di 26.
Dall’analisi della gravità, la selvicoltura esprime un indice di frequenza dei casi gravi ( inabilità permanente
più morti) pari a 4, contro il dato per il complesso dell’ industria e del terziario attestato intorno a 1,12.
La dislocazione geografica degli incidenti segue la distribuzione della manodopera e il maggior indice di boscosità delle regioni; così il 33,6% è al centro, il 21% nelle regioni alpine, il 24,2% al mezzogiorno.
Tra le regioni, in testa a questo primato negativo risulta la Toscana col 16%, seguita dalla Lombardia 11%, Trentino e Veneto 8%.

TABELLA ARRE BOSCHIVE ITALIANE (ETTARI)
Regioni BOSCO
ALTRE TERRE
BOSCATE SUP. FORESTALE
SUP. FORESTALE SU
TOTALE TERRITORIO
Piemonte 870.594 69.522 940.116 37,01%
Valle d’Aosta 98.439 7.489 105.928 32,46%
Lombardia 606.045 59.657 665.703 27,90%
Alto Adige 336.689 35.485 372.174 50,29%
Trentino 375.402 32.129 407.531 65,66%
Veneto 397.889 48.967 446.856 24,30%
Friuli V. G. 323.832 33.392 357.224 45,47%
Liguria 339.107 36.027 375.134 69,21%
Emilia Romagna 563.263 45.555 608.818 27,52%
Toscana 1.015.728 135.811 1.151.539 50,09%
Umbria 371.574 18.681 390.255 46,15%
Marche 291.394 16.682 308.076 31,78%
Lazio 543.884 61.974 605.859 35,21%
Abruzzo 391.492 47.099 438.590 40,63%
Molise 132.562 16.079 148.641 33,50%
Campania 384.395 60.879 445.274 32,76%
Puglia 145.889 33.151 179.040 9,25%
Basilicata 263.098 93.329 356.426 35,66%
Calabria 468.151 144.781 612.931 40,64%
Sicilia 256.303 81.868 338.171 13,16%
Sardegna 583.472 629.778 1.213.250 50,36%
Tot. Nazionale 8.759.200 (83,7%) 1.708.333 (16,3%) 10.467.533 34,74%

IL MANUALE
Il tema della sicurezza sul lavoro è stato, purtroppo, spesso al centro dell’attenzione dei media e
dell’opinione pubblica. I dati, infatti, destano evidente preoccupazione e, aldilà dei casi che salgono drammaticamente alla ribalta, sono migliaia quelli che costellano la cronaca di tutti i giorni. E’ inutile aggiungere come anche il comparto legato alle attività forestali denuncia, nonostante numeri limitati, una
casistica di tutti rilievo.
Da qui l’esigenza di un manuale la cui funzione precipua è proprio quella di prevenire, nel miglior modo possibile, gli infortuni in questo settore.
Il maggior numero di incidenti nell’industria e nei servizi è stato registrato nel 1963. Mentre per l’agricoltura, forestazione compresa, il picco risulta nel 1992 con uno sfalsamento di circa 30 anni.
Successivamente, grazie al D.L 626 e alla campagna mediatica contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, risulta diminuito il numero egli incidenti mortali. Ma il numero di incidenti nel settore resta comunque elevato. Va sottolineato infatti come l’ausilio dei dispositivi di protezione incida positivamente
sul decremento del rischio di incidente fatale, ma non su quelli più leggeri; la sicurezza che offre un dispositivo di protezione porta infatti molto spesso ad abbssre la soglia d’attenzione!
Nel 1994, in agricoltura, si è avuta una stima complessiva di circa 27 mld € di indennizzi, passati a 45 mld di € nel 2007, a dimostrazione di un positivo riscontro rispetto alle attività di prevenzione.
Il costo degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali è sempre in ascesa mentre è in diminuzione se rapportato al PIL; passando dal 3,29% del 2005 al 3,21% del PIL nel 2007.
Il settore selvicolturale, pur essendo un piccolo comparto, presenta una gravità infortunistica
piuttosto elevata; la cifra gravita infatti intorno ai 200 mln di € di indennizzi l’anno.
Cosa si può fare per diminuire il numero e la gravità degli incidenti?
In primo luogo creare una formazione, o meglio una educazione al lavoro in selvicoltura, che in Italia non
esiste. Ci sono scuole superiori per l’agricoltura in diversi istituti ma senza riscontro in selvicoltura. Alcune materie inserite nei programmi degli I.T.P non bastano. Qualche corso ad ampio respiro, è stato fatto nelle regioni del nord ma con scarso successo per quanto concerne l’affluenza. Occorre prendere esempio dagli altri paesi dell’UE, dove questa attività incentiva anche l’occupazione dei giovani.
Le imprese forestali e gli organi preposti alla sicurezza devono, con l’informazione sulla sicurezza vigilare per farla rispettare in ottemperanza al D.L. 81 del 19 aprile 2008.
Per questo motivo l’ANARF col supporto scientifico dell’UNIF (Unione Nazionale degli Istituti di Ricerca Forestale) presenta il volume sulla “Sicurezza e Antinfortunistica nei Cantieri Forestali”.
Il volume, molto tecnico, dopo una prima parte dedicata all’aspetto legislativo presenta oltre 300 schede (di cui 123 valide anche per il settore agricolo), corredate da 500 fotografie a colori Le schede illustrano con
precisione le valutazioni dei rischi: per ambiente di lavoro, per settori di intervento, per macchine ed attrezzature e per mansioni. Nel penultimo capitolo espone l’analisi dei dispositivi di protezione individuali
da indossare per diminuire la gravità dei rischi. Il manuale conclude con un capitolo dedicato al primo soccorso nel settore forestale, allo scopo di fornire ai lavoratori semplici procedimenti da mettere in atto in
caso di malore e di incidenti, senza peraltro volersi sostituire al personale sanitario.

L’INFORTUNATO
L’Identikit dell’infortunato
Gli operatori boschivi sono circa 100.000 (pubblico e privato)
mentre quelli occupati nella filiera bosco – legno- arredo circa 400.000.
SESSO: MASCHIO
Nel settore solo l’ 1% della manodopera è di sesso femminile ed è concentrato essenzialmente in Basilicata
ETA’ MEDIA: 43 anni
Contro i 37 anni dell’infortunato di industria e terziario;
ciò dimostra che il rischio cresce in maniera piuttosto marcata con l’età
CAUSE PRINCIPALI INCIDENTE
Secondo dati INAIL, da una analisi di 2.898 infortuni avvenuti dal 1 gennaio al 31 dicembre 2006, per
quanto riguarda gli incidenti legati a tronco e terreno, si evince che il 31% è stato causato da strutture e superfici (terreno, piazzali ecc) e nel 61% dei casi sono legati alla caduta della persona (scivolamento).
Gli incidenti dovuti agli organismi viventi, sono invece dovuti a un movimento anormale di animali da lavoro (muli e cavalli) per il 27% , rottura di piante per il 28% o perdita di controllo nella caduta della pianta per il 20%.
Infine, per quanto riguarda le macchine, attrezzature ed utensili, il 30% degli incidenti è dovuto a perdita di controllo del mezzo e il 22% errato utilizzo dello stesso
MOTOSEGA > TRONCO > TERRENO 38%
ORGANISMI VIVENTI (Piante e animali) 17%
MACCHINE, ATTREZZATURE E UTENSILI 17%
ALTRO 28%

SEDE DELLA LESIONE
Per quanto riguarda la gamba, il ginocchio incide per il 40% (caratteristico per il taglio da motosega).
Nella testa, gli occhi sono interessati per il 47 % ed il cranio per il 28%; per il piede, il 30% riguarda le dita (anche questo infortunio è causato dal taglio della motosega).
GAMBA 27%
MANO 22%
BRACCIO 19%
TESTA 14%
TORACE 12%
PIEDE 6%

ANARF
L’ANARF ( Associazione Nazionale delle Attività Regionali Forestali ) è un’associazione presente nel panorama forestale nazionale da quasi 25 anni. Nata come Associazione Nazionale delle Aziende Regionali delle Foreste ha recentemente cambiato denominazione per poter meglio rispondere alle esigenze dei nuovi
assetti istituzionali del comparto forestale nazionale , causa anche la progressiva soppressione delle Aziende forestali regionali. Con il cambiamento dello Statuto dell’Associazione, che rende possibile l’adesione anche di realtà pubbliche diverse da quelle regionali, è in atto un rilancio dell’ANARF, che punta a
svolgere un ruolo di servizio su argomenti di interesse generale per la realtà forestale italiana, sviluppando un ruolo di centro dibattito e approfondimento, rispondendo così alla domanda di confronto tecnicoamministrativo
tra le diverse realtà italiane , attualmente assente e certamente non riconducibile alla stretta
attività politico- amministrativa della Conferenza Stato- Regioni .
L’Associazione , membro della Consulta Nazionale per le Foreste e il Legno, attualmente raccoglie
l’adesione di 8 realtà regionali ma nel passato è arrivata a vedere la partecipazione di 14 e ha rappresentato per molti anni un riferimento per lo sviluppo e le politiche del sistema forestale nazionale. Particolarmente
importanti sono state le iniziative connesse alla formulazione del I Piano Forestale Nazionale, al del comparto vivaistico, alla sperimentazione forestale e allo sviluppo dell’autonomia decisionale e gestionale delle varie realtà regionali , spesso in contraddittorio con il MIPAF. Anche nella formulazione del
Programma Quadro del Settore Forestale, recentemente approvato dalla Conferenza Stato-Regioni,
l’Associazione ha svolto un ruolo importante .
Ma è soprattutto sui principali temi dell’energia, della commercializzazione del legame , delle problematiche della gestione dei boschi pubblici e del coordinamento, oggi scarso, tra politiche ambientali e
gestione forestale che l’ANARF intende focalizzare il suo impegno ,per un proficuo confronto su temi concreti tra i vari attori del mondo forestale italiano e tra questi e i rappresentanti delle diverse realtà sociali ed economiche con cui interagisce. Questo anche per superare i tradizionali confini in cui è relegata la materia forestale e abbracciare per intero la complessità delle interazioni intersettoriali che una corretta
gestione dei nostri boschi comporta. Tra questi anche il tema della sicurezza, strettamente connesso alla gestione dei boschi , che interessa la generalità dei soggetti pubblici e privati che operano nel settore.

INFO
Segreteria organizzativa:
Agra srl telefono 0644254205 – info@agraeditrice.com
Ufficio Stampa: MG Logos – DACAR 2005 srl – Stefano Carboni – Maria Grazia D’Agata
Tel + 39. 06.45491984 – 06.99705682 – info@mglogos.it
UNIF
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da: MG Logos Dacar – Grazia D’Agata [grazia.dagata@mglogos.it]


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