Roma – Ritrovati i “genitori” del Sangiovese. la notizia arriva dal simposio internazionale sul Sangiovese, organizzato da ARSIA (l’Agenzia della Regione Toscana per lo sviluppo e l’innovazione in agricoltura) in corso a Firenze. al simposio, i cui lavori sono iniziati mercoledì, e si concluderanno venerdì, sono presenti oltre 250 fra ricercatori, esperti e operatori del settore vitivinicolo provenienti da tutto il mondo. sono in calendario oltre 80 fra relazioni e comunicazioni scientifiche, da parte delle più autorevoli istituzioni di ricerca che operano nel settore, suddivise nelle 4 sezioni in cui e’ articolato il congresso: mercato e comunicazione; innovazione e tradizione; identità e peculiarità; interazione genotipo-ambiente. La scoperta dell’identificazione dei “genitori” del Sangiovese-considerata dagli esperti una primizia mondiale per il settore- è stata comunicata dal ricercatore Josè Vouillamoz dell’Istituto agrario San Michele all’Adige, che ha presentato una comunicazione sul tema “relazioni genetiche del Sangiovese”. secondo quanto risulta dalla ricerca, i “genitori” del Sangiovese sono il “Ciliegiolo” e il “Calabrese Montenuovo”. Il primo è un vitigno antico e ben noto della Toscana. il secondo, ha spiegato Vouillamoz, è un vitigno riscoperto in circostanze fortunate in un piccola azienda della Campania, dove sono ancora coltivate poche decine di piante. “Non è un vitigno iscritto al registro varietale” ha continuato il ricercatoren “ed è stata grande la nostra sorpresa quando, eseguendo le indagini sul DNA abbiamo constatato che la parentela risulta completa”. “Per ulteriore scrupolo” ha precisato ancora il ricercatore che ha rintracciato i genitori del Sangiovese “abbiamo eseguito la ricerca su 50 ‘microsatelliti’ di DNA, ed il risultato ci dice che il Sangiovese ha la metà dei geni (microsatelliti) del Ciliegiolo e metà del Calabrese Montenuovo”. Su questo vitigno che proviene dalla Calabria si appunteranno ora ulteriori ricerche. Tuttavia il ricercatore si è detto assolutamente certo della scoperta. L’amministratore dell’ARSIA, Maria Grazia Mammuccini, si è complimentata per il lavoro svolto ed ha sottolineato l’importanza della scoperta, che rende noti i “genitori del vitigno più celebre e diffuso della Toscana, con il quale sono realizzati vini come il Brunello, il Chianti, il Chianti classico, il Carmignano ed il Nobile di Montepulciano”.
Categorie: Enologia e Viticoltura
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