GINO ILLIANO: SOSPESI TRA MITO E STORIA TORNANO IN AUGE GLI ANTICHI VITIGNI AUTOCTONI FLEGREI.
Bacoli. Rivivono come in uno slow –motion gli antichi splendori di Cuma ,di Baia e Miseno che vengono ridestati con slancio dalla riscoperta dei vini doc Falanghina e Piedirosso per il tripudio dionisiaco quotidiano.Artefice di questa nuova aurora culturale è la famiglia Di Meo (Luigi e Restituta )che con il marchio “Vini della Sibilla” e soprattutto con l’amorevole contributo di genitori e figli portano avanti un discorso enologico ,condito di sana passione e requisiti scientifici. Da piu’ di cinque generazioni ,infatti la famiglia Di Meo coltiva amorevolmente i vitigni nel cuore dei Campi Flegrei ,sulla collina che da Baia plana verso Cuma.,mossa dalla passione per la terra e per i suoi prodotti che crescono floridi,grazie ad un ecosistema favorevole : clima mite e terreno collinare di origine vulcanica ,riparato dal mare.
Li’ ,nel vigneto “Cruna del Lago”,che si affaccia sulla Palus Acherusia del Fusaro,sono stati riportati agli antichi splendori viti autoctone di Falanghina e Piedirosso dei Campi Flegrei.Da oltre due anni ,inoltre,è stato avviato il recupero di ulteriori vitigni autoctoni come “a livella”,”à surcella ,”à calabres”,”à marsigliese”e “l’uva è l’isola”per impiantare nuovi vigneti e recuperare il grande futuro “dietro le spalle”.La vigna di Falanghina ,coltivata col Piedirosso è stata scelta dall’Ispettorato Repressione e Frode del Ministero delle Politiche Agricole di Portici in collaborazione con l’Istituto di San Michele all’Adige per la costituzione della banca dati sul DNA del vitigno flegreo.
La signora Restituta Somma ,moglie di Luigi Di Meo ,parte attiva dell’azienda è stata insignita con particolare encomio dal ministro Gianni Alemanno per aver partecipato al primo premio “Le signore delle Vigne”indetto dall’Onilfa e dall’Internazional Wine Academy of Roma.
L’azienda vitivinicola Di Meo si è cimentata dal 2003 nella produzione di un rosato Igt Pompeiano “Baios”,un piedirosso in versione rosato che sta conquistando il mercato ,oltre al passito “Aureum “ ed al cru di falanghina che non poteva che chiamarsi “Sibilla”. Per assaporare i nuovi mosti dell’imminente vendemmia ,gia’ c’e’ il tutto esaurito per degustarli con biscotti di mostarda ,per rinverdire gli antichi fasti l’appuntamento è in via Augusto per rivivere una giornata georgica ed imperiale per il recupero degli antichi sapori ,mai definitivamente scomparsi dagli olfatti e dalle papille gustative dei palati fini.
Gino Illiano


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