Claudio Gubitosi: “La rassegna che conquista la mente”
Ci siamo! Il programma è sotto i vostri occhi: nella sua proteiforme natura, nella sua complessità, nella sua pienezza. Basta sfogliare questo speciale per rintracciare la filigrana della festa che innerva il Giffoni Film Festival. Raccontare questo programma, allora, mi appare come un abuso di potere. Ma qualche notazione devo pur farla. Quella che prima era un’ambizione si è trasformata in sensazione, per poi farsi certezza: si guarda al Gff con stima e rispetto, elevandolo ad esempio. Mai come quest’anno ci sono un’attenzione straordinaria e una capacità di attrazione che quasi mi stupisce. Basta vedere il numero di contatti che abbiamo avuto in un solo giorno di questo periodo pre-festival sul nostro sito Internet: oltre centomila, una cifra che supererà i sei milioni considerando l’intero anno. I sentimenti che accompagnano questo successo? Paura, reoccupazione e naturalmente soddisfazione, tanta soddisfazione.Ma qui vorrei piuttosto tracciare delle riflessioni che abbiano il sapore di una strategia tesa al rafforzamento di quella che è considerata una vera e propria industria culturale. Investire sulla cultura mi sembra una necessità impellente, in linea con ciò che da anni il fine sociologo Domenico De Masi ripete: ambiente e cultura sono i nostri più ricchi patrimoni, è nostro dovere salvarli ed eleggerli al primo gradino delle priorità. Proviamo a pensare questo flusso enorme come a un importante import-export di coscienze, e non in termini di numeri bensì di singoli, di persone, di ragazzi appunto, che in tutti questi anni hanno fatto per la prima volta ingresso in Campania. Con la nostra formula abbiamo «importato» futuro: la freschezza dello sguardo dei giovani, la loro preziosa individualità acerba, i loro stimoli immediati. E al contempo abbiamo «esportato» il nostro futuro: facendo conoscere il territorio. Siamo entrati così nei loro occhi e negli innumerevoli racconti che, una volta tornati alle loro case al Centro, al Nord, all’estero hanno fatto alle famiglie, agli amici. Tutto questo va inquadrato in quella cornice che definisco «cultura del territorio». Cornice che si compone di più elementi. Innanzitutto di un feeling stretto con il territorio che cresce grazie all’evento che lo caratterizza e a sua volta lo supporta e lo alimenta. Giffoni Valle Piana è un paese che si trasforma non solo per ospitare al meglio chi viene da fuori, ma soprattutto per se stesso. Si fa bello per piacere ai suoi abitanti, per promuovere il proprio spirito civico. Secondo elemento della cornice, legato al primo, è la capacità del territorio di esprimersi attraverso l’evento catalizzatore intorno al quale far orbitare tutto il sistema dei satelliti culturali. Altro aspetto, culturale e non politico, è la simbiosi del progetto col sistema istituzionale: Comune, Comunità Montana, Provincia e Regione. È insieme che si promuove l’idea e la si sostiene, favorendo la lievitazione della Campania nell’ambito delle regioni-imprese italiane ed europee. Non dimentico, però, di essere un direttore di festival di film. Il Gff si è posto questo obiettivo: sviluppare la cultura del marketing legato ai film. Propone nuovi autori, scopre talenti, distribuisce attraverso le sue iniziative in Italia e all’estero opere altrimenti destinate a polverosi magazzini. Dalle sette sale della piccola Albania al fulcro mondiale del cinema – gli Usa – passando per le lande immense dell’Australia. Sempre nell’ottica di una promozione del cinema e avendo trovato una piena disponibilità della Regione ora chiedo, con quella sincerità spesso equivocata come arroganza, di recuperare il tempo perduto e passare al varo definitivo di una Film Commision capace, come quella del Piemonte, di dare visibilità a un territorio e di creare migliaia di posti di lavoro. Chiedo di dare una spinta immediata per l’avvio della Cineteca regionale e di sostenere con decisione l’espansione della Cittadella del cinema nell’ambito del progetto Giffoni Multimedia Valley, con il Campus, con il museo, con i nuovi spazi creativi. A questo proposito abbiamo lanciato il progetto Lic (Laboratorio internazione della creatività) perché siamo convinti che la ricchezza vera è quella delle idee e avere la possibilità di far spaziare la mente senza steccati, senza barriere significa riuscire a cogliere l’attimo in cui un’intuizione nasce, significa sfruttare la forma più pulita ed esplosiva di energia: l’Idea, appunto. Mi torna alla memoria la risposta con cui Meryl Streep rispose a una giornalista americana che le chiedeva: «Per lei che cos’è il lusso?». «Il lusso è aver partecipato al Gff». Forse è esagerato, certamente lo è, ma non per lei e per tutti coloro che percepiscono da subito la gioia di Giffoni. Il segreto di questo festival? Basta guardare negli occhi, talvolta stanchi, dei giovani che vi lavorano affiancando coloro che ogni giorno con passione e caparbietà sostengono la rete delle idee del Gff, uno per tutti il presidente Carlo Andria. Per cogliere quel segreto bisogna anche fermarsi a osservare i sorrisi di migliaia di ragazzi, di insegnanti, di formatori che frequentano le iniziative di questa rassegna a più dimensioni. Per finire un invito: non facciamoci spaventare dalle sfide. Pensiamo invece che è un privilegio vivere di utopie e non una vergogna. Più coraggio, più sogni, più avventura, più imprese e dulcis in fundo: più desideri. (Pubblicato su Il Mattino e ripreso per la rubrica “Eventi” del portale).
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