GEPPINA LANDOLFO: Ai Campi Flegrei un patrimonio da valorizzare

IL RILANCIO TURISTICO DELL’AREA NEI PROGETTI DI FRANCO MANCUSI

II rilancio turistico dei Campi Flegrei passa attraverso la valorizzazione del grande patrimonio archeologico del territorio e il recupero di una cultura millenaria che viene dalla terra e dal mare. Ne è convinto Franco Mancasi, amministratore unico dell’Azienda di cura, soggiorno e turismo di Pozzuoli. Nel Settecento i Campi Flegrei erano una delle tappe del Grand Tour.
In molti diari di viaggio dell’epoca, vengono descritti come un luogo magico, in cui storia e mito si stringono in un abbraccio indissolubile.

L’INTERVISTA

Il loro fascino, oggi, resiste ancora?
«Il fascino dei Campi Flegrei è legato a un territorio unico al mondo. A breve distanza ci sono un sistema vulcanico in piena attività, cinque laghi e una terra tufacea, quella su cui sorse Cuma Eubea, la prima città della Magna Grecia. Si tratta di un’area archeologica meravigliosa, piena di sorprese, che ancora non ha ancora finito di svelare i suoi segreti, di cantare il suo passato. A Pozzuoli, nel Rione Terra, per esempio, proseguono gli scavi. Sta venendo fuori una Pompei sotterranea».
Fra questi, qual è il sito archeologico più visitato?
«Cuma. Nello scorso anno, comunque, tutta l’area flegrea ha registrato un notevole incremento, pari al 24%, della presenza di turisti, soprattutto stranieri. I dati, però, confrontati con quelli di altri siti archeologici campani, non sono confortanti. Nel 2006 ai Campi Flegrei i visitatori sono stati 700.000, contro le 10.000.000 presenze di Pompei. Segno che ne resiste il fascino, ma indubbiamente anche i limiti».
Si spieghi. Cosa intende per limiti?
«Citavamo prima il Grand Tour. I Campi Flegrei hanno una lunga tradizione legata al turismo culturale. Si tratta, però, di un turismo che definirei “di transito”, di passaggio. La nostra sfida, ora, è quella di trasformarlo in turismo stabile. Siamo ben consapevoli del fatto che tutto congiura contro di noi. Mi riferisco alla questione dei rifiuti, del traffico urbano, della microcriminalità. Ma la ricchezza della nostra terra non può che spingerci ad andare avanti».
E come intendete attuare questa trasformazione?
«Promuovendo l’area flegrea con una serie di grandi eventi: la rassegna teatrale e concertistica “Notti Flavie” organizzata dalla Sovrintendenza e la manifestazione “Flegrei in arte” che toccherà i siti minori della zona. Per la stagione estiva del San Carlo, le terme di Cuma ospiteranno, poi, dall’8 all’11 luglio “Cavalleria rusticana” e dal 24 al 28 luglio “Carmen”. Speriamo, in pratica, in un “effetto trascinamento”. Attraverso concerti e manifestazioni vogliamo far conoscere il nostro territorio soprattutto ai napoletani, che, grazie ai collegamenti marittimi veloci, i metrò del mare, in meno di 45 minuti possono raggiungere l’intera area flegrea, evitando il traffico stradale. Dai dati in nostro possesso, emergono due rilievi. Da una parte c’è un interesse nuovo per questo territorio, dall’altra un’assoluta carenza di informazione».
Quindi?
«I due dati ci portano verso un’unica possibilità: migliorare la nostra offerta per quanto riguarda l’accoglienza. A fronte della scarsa attenzione che le amministrazioni comunali dedicano al turismo, ci sono una serie di iniziative legate agli albergatori, sia come associazione di categoria che come singoli, L’industria del turismo a Pozzuoli va incrementata sul modello culturale, per cui organizzeremo, attraverso il sostegno di privati, un programma fittissimo di visite guidate per i nostri siti archeologici, senza disdegnare, però, i percorsi enogastronomici, anch’essi molto ricchi nella zona flegrea».
Geppina Landolfo
(nella foto il castello di Baia)


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