Frattamaggiore (Na), l’Arga al gran galà dei vini campani.
Il presidente dell’Arga, Francesco Landolfo, ha partecipato al gran galà dei vini campani che s’è svolto nei saloni del centro sportivo Pentathlon di Frattamaggiore. E’ stata l’occasione per il giornalista Gerardo Anselmo di presentare il libro sui vini della Campania e Basilicata, del giornalista Luciano Pignataro (assente solo perché una mareggiata gli ha impedito di lasciare le Eolie). Al convivio ha partecipato una buona parte delle cantine invitate, tra cui le Cantine Caputo, lo Scrigno, la Cooperativa Cilento, l’Azienda Agricola Matilde Zasso, l’Enieca Del Piano, il Torronificio Marisa, la Casearia Agricolsud, il Gastrò. Nel suo ultimo lavoro, Pignataro ha ben descritto i nostri vini e quelli lucani, esaltandone i pregi, che sono tanti, partendo dalla corposità fino al gusto e al profumo, evidenziando una particolare accentuazione della cura del prodotto da parte dei vignaioli campani e lucani, sia per quantità che per qualità, con particolare impegno verso quest’ultimo aspetto. D’altra parte i 3 doc e le 4 igt assegnati alla Campania nell’annata 2003, testimoniano che da queste parti si è finalmente sulla strada giusta per la produzione e, naturalmente per la vendita. Il fatto poi, che il galà si sia svolto nella terra dove si lavora ancora la canapa, e dove anticamente si coltivavano buone vigne, oltre alle tradizionali fragole , pesche e albicocche, la dice lunga sulla voglia del comprensorio frattese di riappropriarsi di certe colture che oggi risultano un po’ trascurate. Quando non abbandonate, come nel caso dell’olio. Questi aspetti ha trattato Landolfo nel suo breve intervento, evidenziando anche la necessità di continuare con queste manifestazioni ad hoc, auspicando che si possano utilizzare gli ultimi fazzoletti di terra non ancora ceduti ai palazzinari, magari utilizzandoli come museo della terra, dove far coltivare gli antichi prodotti del territorio, rendendoli visitabili alle scolaresche che solo così potranno rinsaldare l’antico rapporto con l’agricoltura, che solo i loro nonni avevano avuto la fortuna di praticare, anche perché era fonte di sostentamento.


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